Tragedie dell'anima. Bracco Roberto
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Читать онлайн книгу Tragedie dell'anima - Bracco Roberto страница 3
(alzandosi) Ma io ti saluto, caro. (Prende il paltò.)
Te ne vai davvero?
Eh sì. Ti ho già troppo distolto dal tuo lavoro.
Nulla di urgente.
(infilando il paltò) E poi, qua dentro fa un freddo indemoniato.
Accenderò il caminetto.
Lasciami andar via. Sono aspettato.
A quest'ora?
A quest'ora.
E da chi? Ah! Capisco: hai delle donne…
(accendendo ancora una sigaretta) Può darsi.
Ma bada che ciò è rovinoso per la tua salute.
Oramai!..
Ed è ridicolo, per giunta. Dopo tutto, sei un uomo d'ingegno.
Secondo te, le donne sono il monopolio dei cretini?
Non fingere di fraintendere. Se fosse sempre la stessa donna, non avrei niente a ridire.
Ma, scusa, per non cambiare di donne dovrei io trovarne una che non cambiasse di uomini. E questo è il problema! Cercherò di fabbricarmela da me.
Non si tratta di fabbricarsela. In fondo, tutto sta ad innamorarsi.
E ad innamorare.
Comincia con l'innamorarti tu.
E che ne sai ch'io non l'abbia già fatto?
Troppe volte.
Una volta sola!
E lei?
Lei? (Ride amaramente) Eh eh eh! (Pausa. – Poi, a un tratto, prendendo il cappello) Be', buona notte, Ludovico.
No, non voglio che tu te ne vada, ora. Vieni qua… Fammi le tue confidenze… E non fumare tanto: mi sembri un fumaiuolo. Siedi. Parliamo tra noi.
(obbedendo di malavoglia, resta, senza sedere.) Mi secchi.
Ma come! Io ti dico ogni mio segreto, io ti metto a parte di tutto ciò che mi riguarda, io ti mostro ogni piega dell'animo mio, e tu, invece, sei così poco espansivo con me, così misterioso, così… autonomo…
(interrompendolo) Magnifica parola: «autonomo»!
(continuando) E io vedo che dentro di te c'è un altro mondo, e che questa aridità che t'imponi ti rende peggiore. È un grande conforto il poter rivelare a qualcuno le proprie angosce. Quando l'anima trova nella voce e nella parola l'espressione d'un suo dolore, tutto quel che c'è in esso di più acre se ne va, e ne resta quel tanto che può essere almeno sopportato con una certa rassegnazione. Non mi credi?
Sicuro! Ma ci sono degli uomini che provano una voluttà particolare appunto in ciò che il dolore ha di più acre. (Si eccita morbosamente.) Essi non ammettono la rassegnazione, ed è forse per questo che non vogliono crearne nemmeno la possibilità. Per essere espansivi, s'ha da essere buoni come sei tu. Io, per esempio, io sono cattivo, e mi compiaccio d'esserlo. Mi ci trovo bene. L'uomo buono, guarda, è un creditore dell'umanità; l'uomo cattivo ne è un debitore: e la parte del creditore non mi conviene nè punto nè poco, visto che l'umanità non paga mai i suoi debiti. (Eccitandosi sempre più) Insomma, se ti credessi tale da sapermi trasformare, io ti pregherei di non incomodarti e di lasciarmi essere tranquillamente una canaglia. Mi sono spiegato? Mi hai capito? No? No?.. E non ci capiremo mai, e non è proprio necessario di capirci. Tu stai al nord, io al sud. Tu ami, io invidio. Tu vedi tutto roseo, io tutto nero. Tu sei un fortunato, io un disgraziato. Tu sei un uomo sano, io un infermo. Tu sei uno sciocco che ha del genio, e io sono un uomo d'ingegno che non ha niente! Ed ora, mettiti a lavorare, e a rivederci domani.
SCENA IV
(riflettendo e scrollando il capo) È veramente un infelice, povero Francesco! (Si scuote, si alza, si decide a fare un po' di fuoco nel caminetto. Mette la legna, accende la carta e col soffietto ravviva le fiamme.)
(di dentro, canta fievolmente la ninna-nanna, che è una monotona e semplice cantilena:)
Ninna-nanna,
un vecchio canuto
ha trovato
il sonno perduto.
(resta in ascolto, quasi assorto, come se quella cantilena fosse per lui una carezza.)
(di dentro)
Ninna-nanna,
al bimbo egli viene
e gli porta
col sonno ogni bene.1
(vedendo la legna accesa, si frega le mani) Ottimamente: dove c'è fuoco, c'è vita!.. (Si accosta al primo uscio a destra e chiama:) Caterina!
(dietro l'uscio) Che c'è?
Si è addormentato?
Sta per addormentarsi.
Vengo a dargli un bacino?
Ma no! Se vieni tu, spalanca tanto d'occhi e siamo da capo.
Ci vengo?
(impaziente) Ti dico di no!
Ih!.. Hai paura che me lo mangi? (S'allontana e poi, sorridendo, pensa tra sè:) Però, questa volta ha ragione lei. (Siede presso la sua scrivania. Borbotta scherzosamente:) Laboremus! (Apre uno scartafaccio e si riconcentra nella riflessione.)
(di dentro)
Ninna-nanna,
un vecchio canuto
ha trovato
il sonno perduto.
Ninna-nanna,
al bimbo egli viene
e gli porta
col
1