Il trionfo: Dramma in quattro atti. Bracco Roberto
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(stringendogliela) Te ne vai?
No! Sei tu che te ne vai.
Ma che! Io ho da restare. Stanotte siamo di guardia Norina ed io.
Se ci sei stato la notte scorsa con lei! Stanotte spetta a me.
E tu non c'eri stato già due notti di fila? Spetta a me, caro mio.
E io sostengo che spetta a me.
Bisticciatevi per questo, adesso!
Decidete voi, Nora.
Andiamo, decidete voi.
Non spetta a nessuno dei due. Il signor Lucio sta meglio, e quindi non c'è' bisogno di una duplice sentinella. Stanotte, ci resto io sola. Ecco la mia decisione.
E basta così.
Non parlo più.
(dando a Giovanni il pastrano e il cappello) A voi… (e a Ziegler il cappello, le carte e la custodia del violino) A voi… E dritti a casa, da bravi ragazzi. (A Giovanni:) La consegna?
La consegna è questa. Sino alle due, possibilmente, riposo. A cominciare dalle due, le solite cartine, e se ha sete, la solita bibita. (Indi, parlando pianissimo, ma con disinvoltura, affinchè Lucio non sospetti:) D'un discorso molto serio fattomi dal dottore, parleremo poi a lungo domani.
Va bene.
(rialzando il tono e guardandola tutta) Intanto sarete a disagio in questo abito di fantasma.
Andrò a svestirmi quando il signor Lucio si sarà addormentato.
E se non si addormenterà, i vostri piedini staranno ad agghiacciarsi nelle calze di ragnatela e in questi petali di magnolia che chiamate scarpine.
Vi proibisco d'essere tanto bene informato della mia calzatura! Del resto, all'alba, Ziegler verrà a sostituirmi.
Beninteso!
E perchè non io?
(vivamente) Perchè voi, no!
E basta così.
Che tiranna, eh?
Tiranna?.. Non lo so.
È vero, signor Lucio, che sono un pochino tiranna?
È la tirannia della Saggezza.
Ah, sì?
(piano a Ziegler:) Ti secca di non restar qui con lei?
(piano a Giovanni:) Per carità, Giovanni, non dirlo neanche per ischerzo.
(a Lucio:) Noi ce ne andiamo, Lucio. (Indicando Nora) È lei che lo esige… A domani, dunque.
(a Lucio:) Domani, senza febbre e con gli occhioni luminosi e irrequieti come due fari. Mi sono spiegato?
(sorridendo dice di sì col capo.)
(a Nora.) Buona veglia, Norina! (E via.)
(stringendole la mano) A rivederci…
Ahi! Ahi! Mi fate male…
Eh!.. Troppo fragile per essere una tiranna, troppo sensibile per essere un fantasma!
(quasi fra sè, con rancore) Cattivo!
SCENA IV.
LUCIO e NORA
(si accinge a mettere in ordine gli oggetti che sono sulla tavola.)
Fa freddo, fuori?
Un poco. Voi avete freddo?
Sento che fa un poco di freddo, ma io non ho freddo.
Invece, io credo che abbiate freddo. Volete uno scialle?
No.
Lo volete?
Siete voi che volete darmelo. Ebbene, io lo voglio.
(stende sul letto uno scialle bianco, e ritorna a rassettare gli oggetti sulla tavola.)
Nora…
Signor Lucio?
Perchè odo la vostra voce meglio di quella degli altri?
(con lieve celia gentile) Perchè le medicine che momentaneamente potevano indebolirvi l'udito ve le ho somministrate io. È giusto che esse abbiano fatta una eccezione per me.
(sorride) Ah?.. Ho inteso. (Pausa) E adesso che fate?.. Sedete, adesso… Raccontate.
Un momento… C'era una gran confusione quassù… Tutta colpa del signor Giovanni! (Seguendo il zig-zag del suo pensiero) Un po' matto, ma vi vuole molto bene anche lui.
Sì. Giovanni e Ziegler sono due amici eccezionali.
Ed io? (Poggia il paralume verde davanti alla candela. Si volta, e ascolta.)
Voi, no.
No?!
Voi, non siete… un'amica.
E che sono, io?
Ecco. Pocanzi il dottor Felsani diceva che la scienza mi ha ridata la vita…
È vero!
Io sono convinto che me l'avete ridata voi.