Il trionfo: Dramma in quattro atti. Bracco Roberto

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Il trionfo: Dramma in quattro atti - Bracco Roberto

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letto.)

(Sono tutti e due in un'atmosfera di sogno.)Lucio

      In che modo?.. La vita è la vita. Si sa come si scompone il corpo d'un uomo; non si sa… o, meglio, io non so di che si componga la sua vita. Quel che io so è di averla riavuta a guisa d'un dono… di averne sentita la trasfusione. (Pausa.) Ricordate?.. (Pausa.) Agonizzavo… Cominciavo a morire… La mia anima, liberandosi a poco a poco dalle sue spoglie, già si affacciava al mondo dì là… Vedeva!Vedeva!… Comprendete?

Nora

      Sì.

Lucio

      Poi… un alito dolce, in cui era una segreta intercessione, un segreto richiamo, la trattenne, la fece retrocedere, me la ricondusse… e la congiunse, di nuovo, completamente, a questo misero corpo… restituendogli la vita, che – demeritata – gli si era dispersa. (Come in una ispirazione) Chi aveva richiamata l'anima mia?

Nora

      Chi?

Lucio

      Voi. E, difatti, mentre essa mi ritornava dentro, mentre io… rinascevo, voi mi stavate vicina, vigilando… aspettandomi… Mi stavate vicina…

Nora

      (intenta, si accosta ancora un poco e, a piè del letto, resta fissa, dinanzi a lui, suggendone ogni parola.)

      (Il biancore del suo abito, il cui strascico si distende, e quello del letto compongono, nell'ombra, tutta una vaga forma bianca.)

Lucio

      … Così… Così… come state ora: secura, diritta, solenne, grande, eppure umile… Assai umile… assai umile…

Nora

      (assorta) Lucio…

Lucio

      (spalancando gli occhi che diventano d'una luminosità soave) E così, con questa voce, con una voce che è soltanto vostra, mi dicevate: Lucio… Lucio…

      (Muti, immobili, si guardano. – Il silenzio incombe.)

(Sipario.)

      ATTO SECONDO

      La medesima stanza. Ma l'ambiente è divenuto quasi gaio. Non c'è più il letto. Dove erano le fiale e i medicinali, si vedono, ora, piatti, bottiglie di vino, un fornello con su una caffettiera, una zuccheriera e parecchie tazze. Nel mezzo della stanza, una mensa. Son le prime ore del pomeriggio.

      SCENA I.

      LUCIO, DON PAOLO, NORA, GIOVANNI e ZIEGLER

      (Essi stanno seduti intorno alla mensa. Don Paolo ha a destra Nora, a sinistra Ziegler. Lucio è alla destra di Nora. Giovanni è fra Lucio e Ziegler. Si è alla fine del pranzo. Si mangia la frutta. Si chiacchiera. Si beve. – Il fornello del caffè è acceso.)

Nora

      (sbuccia una mela e ne offre una fetta a Don Paolo.) Un'altra fettina di mela, Don Paolo?

Don Paolo

      (condiscendente) Un'altra fettina di mela. (La prende e la mangia.)

Ziegler

      Ancora?!

Don Paolo

      Lasciate fare! (Ride) Ah ah ah! Sono i piccoli vantaggi dell'innocuità.

Giovanni

      Se c'è l'innocuità, non ci sono i vantaggi.

Don Paolo

      Dal vostro punto di vista è vero. Ma dal mio, (ridendo) ah ah ah!, è un altro paio di maniche.

Ziegler

      Voi le avete larghe le maniche…

Don Paolo

      E me ne tengo! Sono misericordioso, io.

Giovanni

      La misericordia è stoffa a buon mercato. Si dice che anche il Signore Iddio se ne sia fatto un manto assai largo.

Ziegler

      Che ne pensate voi, Don Paolo?

Don Paolo

      Io penso… (beve con voluttà un ultimo bicchiere di vino) penso che con queste cose è meglio di non scherzare.

Nora

      (a Giovanni e a Ziegler:) Se voialtri non la finite con le vostre eresie!..

Giovanni

      Non andate in collera, Nora, chè in fondo poi, convenitene, sono un buon credente.

Nora

      Sì, quando vi accomoda.

Don Paolo

      (per scansare quei discorsi) Un sigaro chi me lo dà?

Ziegler

      Io.

Giovanni

      Io.

Don Paolo

      Vediamo. (Guarda e stringe tra le punte delle dita i due sigari.) Scelgo questo e fumo quest'altro. (Ridendo, se ne mette uno in tasca e uno in bocca) Ah ah ah!

(Tutti si alzano, eccetto Lucio.)Don Paolo

      (col viso alquanto acceso e le gambe alquanto dinoccolate)Santa pazienza! Mi avete fatto mangiare e bere un po' troppo!

Nora

      Ed ora vi do una tazza del mio caffè.

Don Paolo

      Purchè non mi facciate perdere il treno come ieri.

Ziegler

      (cavando dalla saccoccia una scatoletta di fiammiferi)State tranquillo: terrò io d'occhio l'orologio.

Ziegler, Giovanni, Don Paolo

      (accendono i loro sigari.)

Nora

      (smorzando la fiamma del fornello) Lo brustolai io stessa, ieri sera…

Don Paolo

      Lo sappiamo, perchè la vostra finestra era aperta e il fumo aromatico giungeva fin qui.

Nora

      Moca e Portorico… Sentirete.

Lucio

      (tuttora seduto, è assorto, co' pugni uniti sulla tavola e il mento sui pugni.)

Don Paolo

      (lo guarda, gli si avvicina e gli sfiora il viso col gesto con cui si scacciano le mosche) Ohè!..

Lucio

      (sussultando) Scusate, zio…

Don Paolo

      Ma che hai? Che hai?

Lucio

      Ecco:… riflettevo che…

Nora

      (interrompendo di proposito) Don Paolo, dolce o amaro?

Don Paolo

      Come il vostro cuore vi detta.

Ziegler

      Allora dolcissimo.

Nora

      (offrendo la tazza ricolma a Don Paolo) A voi.

Don Paolo

      (saggiando subito col cucchiaino) Perfetto!

Lucio

      Me la date anche a me una tazza di caffè?

Nora

      (mescendolo agli altri) È assai forte, Lucio. Coi vostri nervi!..

Lucio

      Un sorso, almeno. Mi solleverà.

Nora

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