Maternità: Dramma in quattro atti. Bracco Roberto
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Un agguato!
Un po' di fotografia istantanea che una moglie applica al cervello di suo marito. Il congegno è nuovo, semplice, carino, e di successo sicuro.
Ci vorrebbe poco a guastarlo, per altro.
Lo so. Basterebbe che avvertiste in tempo il vostro amico, dicendogli: «Attento che tua moglie è qui; è dietro quell'uscio, ti ascolta…» Ma voi non glielo direte.
Io glielo dirò!
E avrete poi il modo di provare positivamente che la mia venuta in casa vostra non sia stata un'imprudenza di amante? La vostra denunzia parrebbe un espediente trovato con soverchia furberia per iscansare l'eventuale pericolo della scoperta; e ogni sforzo per dimostrargli la verità parrebbe, viceversa, artificio e menzogna. Voi compromettereste me, io comprometterei voi, e tutt'e due comprometteremmo lui. E vi avverto che ci metterei tutta la mia buona volontà a compromettervi per vendicarmi della vostra denunzia.
Sicchè?
O passare per il mio amante senza esserlo e subire tutte le conseguenze della compromissione, o rassegnarvi, almeno per una volta, a essere più amico mio che di mio marito.
O la borsa o la vita?!
Precisamente.
Ma passare per il vostro amante… senza nemmeno esserlo, sarebbe d'una gravità eccezionale!
Pettegolezzi, responsabilità, duelli, processi! E, per giunta, una figura alquanto odiosa al cospetto della società…
Alquanto ridicola al cospetto mio!
Scegliete.
Sarò il vostro complice, marchesa!
E farete una buona azione.
(tentando ancora di cavarsi d'impaccio) Credo, nondimeno, che la mia complicità non approderà a niente. La vostra fantasia di moglie diffidente immagina chi sa quali conversazioni sovversive fra me e lui. Sì, di tanto in tanto, è possibile che egli mi faccia delle confidenze, che mi chieda o mi dia dei consigli, che mi apra l'animo suo; ma dai nostri colloqui non vengono mai fuori rivelazioni o indizi di cui voi, che avete molto spirito e poche rosee illusioni, vi potreste meravigliare o dolere. D'altronde, stamane egli potrebbe parlarmi di cavalli, di automobili, dei sospetti che desta al baccarat la vena di Mario Gorlini; potrebbe parlarmi, non so, di tutto, fuorchè di ciò che v'interessa, fuorchè di ciò che è oggetto dei vostri dubbi: e in tal caso io avrei tradito l'amicizia senza neanche la soddisfazione d'avervi reso un servigio. Via, marchesa, rinunziate.
Mio carissimo amico di mio marito, se i miei calcoli non sono sbagliati, egli, stamane, non vi parlerà nè di cavalli, nè di automobili, nè di baccarat. Vedrete. L'uomo più scaltro è sempre un po' un fantoccio nelle mani d'una donna, sia pur essa la più ingenua. Io non sono ingenua, e mio marito non è scaltro. È convinto di esserlo, ma non lo è. Confondere lo scetticismo con la scaltrezza è un errore. Io ho dato la corda al mio fantoccio, e, per oggi, egli non vi parlerà di cose futili. Del resto, gliel'ho data senza nessuna maligna premeditazione. Ho compiuto, anzi, un mio dovere, annunziandogli un fatto molto serio e, per me, anche molto bello! Il suo contegno mi ha paralizzata. Ho sentito il bisogno di conoscere tutto il suo pensiero. Ne ho sentito il diritto. Tra breve, lo conoscerò. E non c'è altro.
Tutto questo, marchesa, è d'una solennità che m'impensierisce, che mi sconvolge.
Io vi assicuro, mio buon Maurizio, che, mentre vi parlo, nessuna donna è più felice di me.
Io parteciperei volentieri alla vostra felicità se mi fosse consentito di non trovarmi qui, vicino a voi.
Credete dunque proprio che stia per cascare il mondo?
Il mondo, no; ma una tegola sul mio capo, sì. Io ne ho il presentimento.
(alzandosi) Guardatemi in faccia e avrete invece il presentimento più lieto che si possa avere.
Ma è permesso almeno di saper la ragione della vostra insuperabile felicità?
(con gli occhi pieni di luce) Una ragione grande grande grande!
Che non volete dirmi?
Ve la dirà lui, non dubitate.
(sobbalzando) A proposito!.. Egli può capitarci addosso da un momento all'altro. Entra, spesso, senza farsi annunziare. Per carità, marchesa, non ci lasciamo sorprendere! Avete definitivamente deciso di aspettarlo?
Ne dubitate ancora?
Ebbene, se siete irremovibile, nascondetevi subito, e che Dio mi protegga!
… Dove mi nasconderò?
(indicando l'uscio laterale) Qui, qui…
(prima di aprire, maliziosamente) Che camera è questa?
(imbarazzatissimo) Marchesa, è la mia camera… da letto. Ne sono dolente, ma è così. È la sola che sia attigua al mio salotto.
Meglio! È la camera più compromettente. Ciò mi garantisce la vostra complicità. (Apre. Guarda.) Camera da letto, per due?
Io… di notte… ho l'abitudine di…
Di raddoppiarvi?
Press'a poco, marchesa.
Meraviglioso!
Mah!
(uscendo) Vi raccomando, Maurizio. Lasciatelo parlare.
Io ne piglio una malattia!
(chiude.)
SCENA IV
(in grande orgasmo, tocca, due, tre, quattro volte urgentemente, il bottone del campanello elettrico.)
(entrando, assume il suo aspetto di servo esperto.)
Decio… la signora di poco fa se n'è andata.
Diciamo