Il frutto acerbo: Commedia in tre atti. Bracco Roberto
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Ingordo!
Invece, io… mi accontento di quello che trovo.
Ma questo non è trovare: questo è saccheggiare. Starete fresco in avvenire!..
Perchè? Mi spaventate.
Quando non sarò più sola, non potrete essere invadente come siete adesso, non potrete dar la scalata alle mie stanze, non potrete cacciare il naso… dove vi pare e piace…
Io mi auguro, intanto, che vostro marito non ci venga in campagna.
E in città, non vivo forse con mio marito e con la mia sorellina? Senza contare la zia marchesa che abita nel medesimo palazzo. Addio follie! Addio libertà!
No, no, vi prego: non ci voglio pensare!
Saremo obbligati ad amarci con prudenza, con parsimonia…
Mi fate venire i nervi, signora Tilde. Tacete!
E poi pretendereste che non vi si chiamasse bébé?
(nervosissimo) Sono più uomo di tanti altri e non merito questa offesa! Voi volete tormentarmi… Addio, addio!.. (Si avvia per uscire.)
Ma non siate davvero così bambino quando io tocco un argomento su cui è più che necessario intenderci.
(rifacendolo) «Sono più uomo di tanti altri»! Se lo siete, mettete i capriccetti da parte e guardate con serietà la situazione in cui ci troviamo. Noi non potremo aver pace che a condizione di rassegnarci a qualche sagrifizio. Io adoro la vostra gioventù. E giacchè ho spezzati i freni, piacerebbe anche a me un po' di spensieratezza. Ma come si fa? Non ci sarà permesso. Bisognerà essere accorti, bisognerà, disgraziatamente, ricorrere alle piccole viltà, alle finzioni, all'astuzia. Voi non siete astuto? Imparerete. Prima di tutto, per esempio, avrete cura di affiatarvi con mio marito.
(col broncio) In che modo?
Fingerete… d'aver le sue idee, i suoi gusti, le sue opinioni, le sue abitudini…
E così…?
Così, a poco a poco, conquisterete la sua amicizia.
Io non ci tengo.
Sarà increscioso. Sarà increscioso per voi come per me, sarà perfino disgustevole, ma dovete diventare amico suo. È il metodo migliore. È quello adottato da tutte le persone per bene. E poi, nel caso nostro, che cosa ci sarebbe di più pratico? Voi vorrete vedermi il più spesso possibile. Voi vorrete essere sempre sulle mie tracce. E dunque? Se riuscirete ad appiccicarvi al soprabito di mio marito, il problema sarà risoluto.
(tuttora imbronciato) Mi ci appiccicherò.
E avrete raggiunta la perfezione del metodo quando sarete la sua ombra, quando sarete la sua eco, senza esitazioni, senza paure…
Sarò tutto quello che volete, ma, dentro di me, io l'odierò! Già, me lo immagino. Deve essere un uomo insopportabile.
È un uomo piuttosto simpatico, invece.
(astioso) Anche simpatico?
Il suo torto è di avere cinquantadue anni.
(seccato) Ah, non è mica un vecchio.
A vederlo, no.
«A vederlo, no». E poi?..
E poi… lo è.
Me lo dite per non addolorarmi.
Ve lo dico perchè è la verità. E credete che io sarei sdrucciolata così se fossi stata ancora veramente la moglie di mio marito?
(sorpreso, rianimandosi) Come, come?.. Fra voi e lui…?
Fra me e lui il matrimonio non è oramai che… una conversazione.
(con subitanea gaiezza) Una conversazione!?
Vi mettete in allegria, adesso?..
Ne gioisco! Io non speravo tanto. È bellissimo, parola d'onore!
Voi gioite delle sventure altrui; ma non si sa mai!..
Cioè, un momento… Spiegatevi.
L'uomo, Ninetto mio, è una boîte à surprises. Ogni volta che si apre questa boîte, si ha una sorpresa. Viene poi un giorno in cui la si apre e non vi si trova… più niente. E quella è la sorpresa finale.
(protestando) No, no! Non facciamo confusioni…
SCENA II
(levandosi) Zitto! Hanno bussato. (A voce alta) Chi è?
(di fuori) Nella sala di lettura c'è un signore che cerca di lei.
(sottovoce, quasi tra sè) Una visita! A quest'ora? (Al cameriere, attraverso l'uscio) Il nome di questo signore?
Non ne ha.
Ma che dite?
Gliel'ho domandato. Non mi ha risposto.
Sarà stata una distrazione. Fatevi dare la sua carta.
Proverò.
(a Nino) Se è un amico, devo riceverlo qui. E voi? Per la porta non potete uscire perchè vi s'incontrerebbe certamente, e, nella mia stanza da letto, non potete nascondervi perchè rimarreste in trappola chi sa per quanto tempo.
Ma io me ne vado comodamente per dove sono entrato.
E sì: per questa volta non c'è che la finestra.
(con solennità comica) La finestra!!
Bébé, tu sei un eroe!
(correndo