Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 7. Edward Gibbon
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Читать онлайн книгу Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 7 - Edward Gibbon страница 12
Il Regno de' Borgognoni, che aveva per confini i due fiumi Gallici la Saona ed il Rodano, s'estendeva dalla foresta de' Vosgi fino alle Alpi, ad al Mare di Marsiglia177. Lo scettro di esso era in mano di Gundobaldo. Questo valoroso ed ambizioso Principe aveva ristretto il numero de' canditati Reali mediante la morte di due fratelli, uno de' quali era padre di Clotilde178, ma la sua imperfetta prudenza permise a Godegesilo, suo minor fratello, di possedere il dipendente Principato di Ginevra. L'Arriano Monarca fu giustamente sbigottito dalla soddisfazione e dalle speranze, che pareva animassero il suo Clero, ed il suo Popolo, dopo la conversione di Clodoveo; e Gondubaldo convocò a Lione un'assemblea de' suoi Vescovi per conciliare, se era possibile, i religiosi e politici dissapori. Si fece invano una conferenza fra le due fazioni. Gli Arriani rinfacciarono a' Cattolici il culto di tre Dei; i Cattolici difesero la loro causa per mezzo di teologiche distinzioni; e si dibatterono con ostinato clamore i soliti argomenti, le obbiezioni e le repliche, finattantochè il Re manifestò le sue segrete apprensioni con una improvvisa, ma decisiva questione, che fece a Vescovi Ortodossi: «Se voi professate veramente la Religion cristiana, perchè non frenate il Re de' Franchi? Egli mi ha dichiarato la guerra, e forma alleanza co' miei nemici per distruggermi. Uno spirito sanguinario ed avido non è l'indizio d una conversione sincera: dimostri la sua fede per mezzo delle sue opere». Avito Vescovo di Vienna, che parlava in nome de suoi fratelli, rispose con la voce e col contegno d'un angelo: «Noi non sappiamo i motivi e le intenzioni del Re de' Franchi: ma la Scrittura c'insegna che spesso vengon rovesciati que' Regni che abbandonan la legge Divina; e che sorgeranno da ogni parte de' nemici contro di quelli che hanno fatto Dio lor nemico. Torna col tuo Popolo alla legge di Dio, ed esso darà pace e sicurezza a' tuoi Stati». Il Re di Borgogna, che non era disposto ad accettare la condizione, che i Cattolici risguardavano come essenziale al trattato, rimesse ad altro tempo, e licenziò l'adunanza ecclesiastica, dopo d'aver rimproverato a' suoi Vescovi, che Clodoveo, amico e proselito loro, aveva segretamente tentato la fedeltà del proprio di lui fratello179.
La fedeltà del fratello era stata già sedotta, e l'ubbidienza di Godegesilo, che si unì alle bandiere reali con le sue truppe di Ginevra, promosse più efficacemente il successo della cospirazione. Mentre i Franchi, ed i Borgognoni combattevano con ugual valore, l'opportuna sua diserzione decise l'evento della battaglia; e siccome Gundobaldo fu debolmente sostenuto da' mal affezionati Galli, cedè alle armi di Clodoveo, e si ritirò in fretta dal campo, che sembra essere stato fra Langres e Digione. Non s'affidò egli alle fortificazioni di Digione, che aveva una Fortezza quadrangolare circondata da due fiumi, e da una muraglia alta trenta piedi, e grossa quindici con quattro porte, e trentatre torri180: abbandonò a Clodoveo le importanti città di Lione e di Vienna; e seguitò a fuggire precipitosamente, finattantochè non giunsero in Avignone, alla distanza di dugentocinquanta miglia dal campo di battaglia. Un lungo assedio, ed una artificiosa negoziazione avvertirono il Re de' Franchi del pericolo, e della difficoltà dell'impresa. Esso impose dunque un tributo al Principe di Borgogna, lo costrinse a perdonare ed a premiare il tradimento del suo fratello, e se ne tornò superbo a' suoi Stati con le spoglie, e gli schiavi delle Province meridionali. Questo splendido trionfo ben tosto venne oscurato dalla notizia, che Gundobaldo aveva violato le recenti sue obbligazioni, e che l'infelice Godegesilo, ch'era restato a Vienna con una guarnigione di cinquemila Franchi181, era stato assediato, sorpreso ed ucciso dall'inumano di lui fratello. Tale oltraggio avrebbe irritato la pazienza del più pacifico Sovrano; ma il conquistator della Gallia dissimulò l'ingiuria, rilasciò il tributo, ed accettò l'alleanza ed il servizio militare del Re di Borgogna. Clodoveo non aveva più que' vantaggi, che gli avevano assicurato il buon successo della precedente guerra, ed il suo rivale, ammaestrato dall'avversità, aveva trovato nuovi mezzi di risorgere nell'affezione del suo Popolo. I Galli Romani applaudirono alle imparziali e miti leggi di Gundobaldo, che gli aveva innalzati quasi all'istesso livello co' loro vincitori. I Vescovi si riconciliarono, lusingandosi non la speranza, ch'egli artificiosamente dava loro, della sua prossima conversione; e quantunque n'eludesse l'effetto fino all'ultimo momento della sua vita, la moderazione di esso assicurò la pace, e sospese la rovina del regno di Borgogna182.
Io sono impaziente di proseguire a narrar l'ultima rovina di quel Regno, che si compì sotto il Re Sigismondo figlio di Gundobaldo. Il cattolico Sigismondo acquistò gli onori di santo e di martire183; ma il santo Reale macchiò le proprie mani nel sangue dell'innocente suo figlio, ch'esso crudelmente sacrificò all'orgoglio ed allo sdegno d'una matrigna. Ei tosto scuoprì l'errore, e ne pianse l'irreparabile perdita. Mentre Sigismondo abbracciava il corpo dell'infelice giovane, ricevè questa severa ammonizione da uno de' suoi famigliari: «Non è la sua sorte, o Re, ma la tua, che merita pietà e lamento». I rimorsi d'una rea coscienza, per altro, furono mitigati da' liberali suoi doni al monastero d'Agauno o San Morizio nel Valese, ch'egli stesso aveva fondato in onore degl'immaginari martiri della legione Tebea184. Fu istituito dal pio Re un pieno coro di perpetua salmodia; egli assiduamente praticava l'austera devozione de' Monaci, e pregava umilmente il cielo, che gli desse in questo Mondo il castigo delle sue colpe. Fu esaudita la sua preghiera: vennero tosto i vendicatori; e le Province della Borgogna furono innondate da un'esercito di vittoriosi Franchi. Dopo l'evento d'una infelice battaglia, Sigismondo, che desiderava di prolungar la sua vita per prolungar la sua penitenza, si nascose nel deserto sotto l'abito di religioso, finattantochè fu scoperto e tradito da' suoi sudditi, che riunivano il favore de' loro Signori. Il prigioniero Monarca insieme con la sua moglie e due fanciulli, fu trasportato ad Orleans e sepolto
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In vece di Αρβορρυχοι, ignoto Popolo, che si trova nel testo di Procopio, Adriano di Valois ha restituito il nome più a proposito di Αρμορυχοι, e questa facile correzione si è quasi universalmente approvata. Pure uno spregiudicato lettore naturalmente supporrebbe, che Procopio intendesse di descrivere una tribù di Germani alleata di Roma, non già una confederazione di Città della Gallia, che si fossero ribellate dall'Impero.
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Questa importante digressione di Procopio (
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Mascou (
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Vedasi l'original conferenza (
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Gregorio di Tours (
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L'Epitomatore di Gregorio di Tours (
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In questa guerra di Borgogna ho seguitato Gregorio di Tours (
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Vedasi la sua vita, o leggenda (
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Avanti la fine del quinto secolo, la Chiesa di S. Maurizio, e la sua legione Tebea, aveva reso Agauno un luogo di devoto pellegrinaggio. Una promiscua comunità di ambidue i sessi vi aveva introdotto alcuno opere di tenebre, che furono abolite (l'anno 515) dal regolar monastero di Sigismondo. Dentro i cinquant'anni, i suoi