Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 12. Edward Gibbon

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Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 12 - Edward Gibbon

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appostolica Chiesa.

      «Crediamo la Santa Trinità, cioè Padre, Figlio, e Spirito Santo, solo Dio onnipotenti, di una sola sostanza, di una sola essenza, di una sola potenza, creatore di tutte le creature, da cui, per cui ed in cui sono tutte la cose; il Padre da se stesso, e non da altro, il figlio generato dal padre, Dio vero da Dio vero, lume vero da lume vero, non però due lumi, ma un solo lume; lo Spirito Santo dal Padre, e dal Figlio egualmente procedente, consustanziale, coeterno al Padre, ed al Figlio. Il Padre è pieno Dio in sè, il figlio è pieno Dio, generato dal Padre, lo Spirito Santo è pieno Dio procedente dal Padre, e dal Figlio. Non però sono tre Dei» ec.

      Deposto Ignazio Patriarca di Costantinopoli, l'anno 858, per disposizione della Corte Imperiale, fu eletto a lui successore Fozio d'illustre nascimento, di grande ingegno, e di sapere superiore a qualunque altro, che allora fosse in Europa. Siccome era laico, gli furon dati tutti gli Ordini, ed in sei giorni fu fatto Patriarca. Il deposto Patriarca Ignazio aveva grande partito, ma un Concilio di trecento vescovi in Costantinopoli confermò la deposizione d'Ignazio e l'elezione di Fozio. Nicolò I papa, uomo intraprendente e fiero, in un Concilio provinciale di Roma, annullò la sentenza del Concilio di Costantinopoli di gran lunga più numeroso del romano, scomunicò Fozio per l'autorità di Dio, degli Appostoli, di tutti i Santi, delli sei Concilj generali e del giudizio che lo Spirito Santo pronunzia per bocca del Papa romano, vale a dire di sè medesimo. Fozio uomo pure non meno fiero, che avveduto, sdegnatosi di un atto poco considerato, adunò un Concilio a Costantinopoli, scomunicò e depose Nicolò I, e preso il titolo di Patriarca universale, e pretendendo, secondo le idee ricevute da lungo tempo, che col trasferimento della sede dell'Impero da Roma a Costantinopoli, fosse stato anche trasferito il Primato nella Chiesa, concepì il grande progetto di rendere indipendente la Chiesa greca orientale dalla romana occidentale. E da uomo avvedutissimo, conformandosi al pensare, ed al credere del popolo, fa accuse a' Papi ed alla Chiesa di Roma, acconce a far grande impressione sugli spiriti; loro rimprovera acerbamente d'aggiungere illecitamente al Credimus etc. del Concilio ecumenico, ossia generale di Costantinopoli dell'anno 481 e contro il decreto del Concilio pure ecumenico di Calcedonia dell'anno 451, la parola filioque, di sostenere, di prescrivere, d'insegnare cotale aggiunta, di permettere il cacio ed il latte in quaresima, d'imporre a' preti il celibato, seguitando in ciò il Manicheismo: condanna il digiuno del Sabbato, ed il costume de' Cherici di radersi la barba, e nomina empietà mostruosa, distruggitrice del Cristianesimo, l'aggiunta filioque.

      Fozio avendo coraggiosamente rimproverato Basilio di aver ucciso l'Imperatore Michele III, e d'essersi per tal modo fatto di lui successore, fu da Basilio discacciato. Un altro Concilio di Costantinopoli, essendo Adriano II Papa, ed essendovi presenti tre suoi Procuratori, o Legati, condannò Fozio e ristabilì Ignazio. Sembrava il grande contrasto finito, ma l'interesse e la superbia lo fecero risorgere. Il Re de' Bulgari, la cui moglie era cristiana, erasi fatto cristiano, e molta parte de' sudditi aveva seguito l'esempio del Re, siccome suole avvenire, o la Storia ci mostra, tanto a favore che contro il Cattolicismo, specialmente de' fatti della Germania protestante, e de' re Gustavo Vasa, di Svezia, ed Enrico VIII d'Inghilterra. Pretendeva Adriano II papa, che la Bulgaria dovesse essere sotto la sua giurisdizione, e non sotto quella del Patriarca di Costantinopoli Ignazio. Ma un Concilio di Costantinopoli decise a favore del Patriarca; ed i Legati di Adriano reclamarono contro la decisione del Concilio, e contro Ignazio, (del Papa stesso prima sostenuto contro Fozio) ed il Papa Giovanni VIII successore, minacciò di scomunicarlo e di deporlo. Morì Ignazio; e Fozio avendo riavuto il credito alla Corte, ed avendo Giovanni molto bisogno dell'Imperator Basilio contro gli Arabi, che lo avevano obbligato ad un grosso tributo, si determinò a riconoscere Fozio, per mezzo de' suoi Legati, lusingandosi che questo Patriarca avrebbe per cotale riconoscimento, rinunciato alla giurisdizioni della Bulgaria; ed un Concilio di Costantinopoli di quasi quattrocento Vescovi, nell'anno 879, ristabilì Fozio, annullando tutti gli atti fatti contro di lui negli anteriori Concilj, composti dei medesimi vescovi di quest'ultimo, il che non è senza ragionevole maraviglia. Ma Fozio non rinunciò alla Bulgaria perchè riputava, che il suo ristabilimento gli fosse dovuto; ed allora il Papa Giovanni mutò condotta, adoperò le sue solite armi; scomunicò Fozio, ed i successori di Giovanni, pel dominio della Bulgaria, non lo vollero riconoscere; e poscia cacciato in bando dall'Imperatore Leone, lasciò morendo il fondamento dello scisma, che cento e cinquant'anni dopo assodossi sotto il Patriarca Michele Cerulario, che aggiunse nuove accuse a' Papi ed al Clero occidentale, fra le quali l'uso del pane azzimo nella Messa, e sosteneva, negando il purgatorio, che i beati non godono della presenza di Dio prima del Giudizio universale. Una lettera molto forte del Papa Leone IX, accrebbe l'odio di Cerulario contro i Papi, ed il loro Clero; Leone rimproverava alla Chiesa cristiana d'Oriente più di novanta eresie, cioè opinioni erronee, condannate dalla Chiesa occidentale, fra le quali il permettere il matrimonio ai preti, che non è un'eresia, e provava la sovranità temporale de' Papi colla falsa donazione dell'imperator Costantino, allora creduta vera: un atto di scomunica del Papa, portato da' suoi Legati a Costantinopoli, diceva: che Michele ed i suoi seguaci siano anatemi, co' simoniaci, cogli eretici, col Diavolo e cogli Angeli suoi, se non si convertono: ed il Patriarca Michele Cerulario con questo esordio cominciò la sua risposta. Uomini empj, usciti dalle tenebre dell'Occidente, sono venuti in questa divota città, da cui la Fede ortodossa s'è diffusa per tutto il Mondo; hanno tentato di corrompere la Fede ortodossa colla diversità dei loro dogmi ec. I Greci disprezzavano in quel tempo grandemente i Romani, trattavanli da ignoranti, erano presi da sdegno per le pretese de' Papi di generale dominazione. Gli odj per motivi veri, o falsi di religione vera, o falsa, sono pur troppo eterni, ed atroci perchè v'è chi ha interesse a fomentarli. Le ragioni di Cerulario, per la natura della quistione non erano niente più valide di quelle di Leone IX. ed il filosofo discuopre che le passioni, piuttosto che le prevenzioni, animavano le loro penne e dirigevano le loro azioni disapprovabili.

      Gl'Imperatori greci ridotti a stato tristissimo, e povero da' Turchi vittoriosi, proposero poscia alcune volte a' Papi (allora per sè stessi ridondanti d'oro e d'ogni assoluta possanza, e signori ancora delle armate e dei tesori dei popoli, e de' sovrani d'Europa, de' quali disponevano) di riconoscere il loro Primato, di ammettere il filioque, e di convenire intorno agli altri articoli di controversia, per avere soccorsi in danari ed in armate: e ciò specialmente avvenne nelle due seguenti epoche.

      Cominciò circa l'anno 1204, tempo in cui i Crociati cacciarono dal trono imperiale di Costantinopoli Alessio III Comneno, e vi posero Baldovino I latino, ad esservi comunione fra le due Chiese greca e latina, e si costrinsero a fuggire quegli ecclesiastici e laici greci, che non vollero acconsentirvi; ma avendo indi Michele III Paleologo scacciato da Costantinopoli l'ultimo Imperatore latino Baldovino II, e messosi in trono intorno l'anno 1260, coll'aver fatto cavare gli occhi al giovanetto Imperator greco Giovanni Lascari, di cui era tutore, si rinovò lo scisma. E vedendo Michele, che il potente Carlo d'Angiò, impadronitosi del Regno di Napoli, voleva rimettere sul trono di Costantinopoli Baldovino fuggito in Italia, mostrò accortamente disposizione al papa Clemente IV, che aveva ordinato un gran numero di crociate, e donato il regno di Napoli a Carlo, di riconoscere il primato de' Papi, e di accomodarsi intorno le altre cose di dogma, e di disciplina, affinchè distornasse Carlo dal divisamento; e Gregorio X, successo a Clemente, colta la bella occasione, adunò a Lione un Concilio generale nell'anno 1274. Michele Paleologo vi mandò ambasciatori con lettere sue, e de' vescovi greci, nelle quali era ammesso il filioque, in un col primato de' Papi in tutto, e s'accordavano le altre cose credute e praticate in occidente; il Papa disse la Messa, e quando si venne al passo del Credimus etc., o Credo ec. di Costantinopoli, il Papa, e tutti i vescovi e preti greci e latini cantarono ad alta voce per tre volte il filioque, che il papa Leone III non aveva voluto, che si cantasse cinque secoli prima. Si accordò anche al Papa il diritto di giudicare in appellazione, ciò ch'era stato tanto fortemente negato dalla Chiesa cattolica della province d'Affrica nel quinto secolo, prima d'essere distrutta dai Vandali a dagli Arabi.

      Cessati i bisogni di Michele a de' Vescovi greci, lo scisma ritornò come prima. Poscia nell'anno 1438, il Papa Eugenio IV veneziano, combattendo col Concilio generale di Basilea, adunò l'altro Concilio generale di Firenze, e l'imperator Giovanni Paleologo, ridotto a misero stato in un co' suoi vescovi, dalle vittoriose armate de' Turchi, chiedendo

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