Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 9. Edward Gibbon
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A. D. 435
L'imprudente e ostinato Nestorio, prima che finisse il Sinodo fu oppresso da S. Cirillo, tradito dalla Corte, e malamente difeso da suoi amici dell'Oriente. Fosse paura o rabbia, s'indusse, fin ch'era tempo, a farsi merito d'un'abdicazione che parer potea volontaria65: prontamente si assecondarono i suoi desiderii, o per lo meno la sua domanda; fu guidato in una maniera decorosa da Efeso al monastero di Antiochia, da cui l'avea tratto l'Imperatore, e poco dopo furono riconosciuti i suoi successori, Massimiano e Proculo, per legittimi Vescovi di Costantinopoli. Ma non potè il deposto Patriarca ritrovare nella sua placida cella l'innocenza e la quiete d'un monaco semplice. Pensava al passato, si dolea del presente, e dovea poi temer l'avvenire. A poco a poco i Vescovi d'Oriente abbandonavano la causa d'un uomo dalla pubblica opinion condannato, ed ogni giorno scemava il numero degli scismatici, che come confessor della Fede avevano riverito Nestorio. Stava egli da quattro anni in Antiochia, quando l'Imperatore segnò un editto66, che lo paragonava a Simone il Mago, che proscriveva le sue opinioni ed i suoi settari, condannava alle fiamme i suoi scritti; quanto a lui fu da prima confinato a Petra in Arabia, poscia all'Oasi, una dell'isole del deserto della Libia67. Colà segregato dalla Chiesa e dal Mondo ebbe ancora a soffrire le persecuzioni del fanatismo, e i furori della guerra. Da una tribù errante di Blemii o di Nubiani fu invasa la sua solitudine; e Nestorio rimase nel numero dei prigionieri inutili, cui lasciarono poscia in libertà, ritirandosi. Ma trovandosi sulle sponde del Nilo, e presso una città romana ed ortodossa, desiderò senz'altro di essere piuttosto rimaso schiavo dei Selvaggi. Come nuovo delitto fu punita la sua fuga; lo spirito di Cirillo animava tutte le autorità civili ed ecclesiastiche dell'Egitto; magistrati, soldati, monaci tormentarono il nemico di Cristo e di S. Cirillo; e l'eretico ora fu trascinato sui confini dell'Etiopia ora richiamato da quel nuovo esilio, sino a tanto che, sfinito già dalla vecchiezza, non potè più resistere alle fatiche, e agli accidenti di tanti viaggi. Nondimeno il suo spirito si serbava tuttavia fermo e independente: le sue lettere pastorali intimorirono il presidente della Tebaide; sopravvisse al Tiranno cattolico d'Alessandria; e già il Concilio di Calcedonia, sentendo pietà d'un esilio di sedici anni, stava per rimetterlo negli onori, o nella comunione almeno della Chiesa. Era chiamato colà, e con gioia s'apparecchiava ad obbedire, quando il prevenne la morte68. Dalla qualità della sua malattia nacque l'odiosa ciancia, che la sua lingua, organo delle sue bestemmie, fosse mangiata dai vermi. Fu sepolto in una città dell'Alto Egitto, conosciuta sotto il nome di Chemnis, o Panopoli, o Akmim69; ma non cessò l'accanimento dei Giacobiti dall'insidiarne per più generazioni il sepolcro, e dal pubblicare scioccamente che la pioggia del Cielo, che cade tanto sui fedeli come sugli empi70, non bagnava mai il luogo della sua sepoltura. Può l'umanità donare una lagrima alla sorte di Nestorio; ma per esser giusti bisogna osservare, che se fu vittima della persecuzione, ciò non avvenne, che dopo averla esso stesso autenticata colla sua approvazione e coll'esempio71.
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La morte del primate d'Alessandria, dopo un pontificato di trentadue anni, lasciò i Cattolici in balìa d'uno zelo intemperante, che abusò della vittoria72. La dottrina monofisita, cioè una sola Natura incarnata, fu rigorosamente predicata nelle chiese dell'Egitto, e ne' monasteri dell'Oriente. Dalla santità di S. Cirillo prendea vigore il Simbolo primitivo d'Apollinare; ed Eutiche, suo illustre amico, ha dato il nome alla Setta la più contraria all'eresia di Nestorio. Eutiche era abate, o archimandrita, cioè superiore di trecento monaci; ma le opinioni d'un Solitario, poco versato nelle lettere, non avrebbero mai varcato i confini della colletta, ove avea dormicchiato più di settant'anni, se il risentimento o l'imprudenza di Flaviano, Pontefice bizantino, non le avesse esposte al Mondo cristiano. Questi radunò immediatamente un Sinodo domestico; i clamori e gli artificii disonorarono quanto si fece, e vi fu condannato l'Eretico, già debole per la vecchiezza, a cui carpirono per sorpresa una dichiarazione, colla quale parea che confessasse, non avere il Cristo tolto il suo corpo dalla sostanza della Vergine Maria. S'appellò Eutiche del decreto ad un Concilio generale, e fu gagliardamente propugnata la sua causa da Crisafio, l'eunuco dominante del Palazzo, il quale era stato da lui tenuto al Sagro Fonte, e da Dioscoro suo complice, succeduto nella sede, nel Simbolo, nei talenti, nei vizi al nipote di Teofilo. Teodosio volle a buon dritto, e specialmente ordinò, che il secondo Sinodo d'Efeso fosse formato da dieci Metropolitani, e da dieci Vescovi di ciascheduna delle sei diocesi dell'Oriente; alcune eccezioni, date al favore o al merito, portarono a cento trentacinque il numero de' Padri del Concilio, ed il Siro Barsuma, come Capo e rappresentante de' monaci, fu invitato a sedere e a votare coi successori
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Ταραχλν (dice Teodosio in frasi interrotte) το γε επι σαυτω, και χωρισμον ταις εκκλησιαις εμβεβληκας … ως θρασυτερας ορμης πρέπουης μαλλον η ακριβειας … και ποικιλιας μαλλον τουτων ημιν αρκουσης ηπερ απλοτητος … παντος μαλλον η ιερεως … τα τε των εκκλησιων, τα τε των βασιλεων μελλειν χωριζειν βουλεσθαι, ως ουκ ουσης αφορμης ετερας ευδοκιμησεως,
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S. Cirillo comparte ad Eutiche, a quell'eresiarca d'Eutiche, gli onorevoli nomi d'amico, di Santo e di zelante difensor della Fede. Suo fratello, Dalmazio, è parimenti impiegato a circonvenire l'Imperatore e tutti coloro che servivano la sua persona,
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I noiosi negoziati che succedettero al Sinodo d'Efeso sono raccontati alla lunga negli Atti originali (
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Αυτου τε αυδεηθεντος, επετραπν κατα το οικειον επαναζευσαι μοναστηριον,
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Vedi le lettere dell'Imperatore negli Atti del Sinodo d'Efeso. (
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I gravi giureconsulti (
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L'invito che chiamava Nestorio al Sinodo di Calcedonia, è riportato da Zaccaria, vescovo di Malta ( Evagr. l. II, c. 2. Assemani,
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Si consulti d'Anville (
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Eutichio (
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Siam debitori ad Evagrio (l. I, c. 7) di alcuni estratti di lettere di Nestorio; ma questo fanatico duro, e stupido non fa che ingiuriare i patimenti, di cui fanno una dipintura sì compassionevole.
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