Abigail Strega Per Caso. Sandro Dell'Orto
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Читать онлайн книгу Abigail Strega Per Caso - Sandro Dell'Orto страница 3
«Addio, signora Carter.»
«Addio, Abigail.»
Ken accompagnò Abigail alla porta e le disse:
«Mi raccomando, non dire a nessuno che i guanti sono magici, altrimenti cercheranno di rubarteli.»
«Stai tranquillo, Ken, sarà il nostro segreto.»
«Va bene, ci vediamo domani pomeriggio per un’altra lezione.»
Si salutarono e Abigail si avviò verso casa canticchiando.
Il giorno dopo, a scuola, sentì le sue compagne più pettegole dire che la strega se n’era andata lasciando a casa sua un nipote che non era poi tanto male. Sapendo che Abigail era l’unica a frequentare quella casa, quando la videro arrivare le chiesero se aveva conosciuto anche il nipote della signora.
«L’ho conosciuto ieri quando è arrivato.» rispose Abigail «Si chiama Ken.»
«Ken? Bel nome.»disse Wanda «E che tipo è?»
«Molto simpatico e spiritoso.»
«Ce lo faresti conoscere?» chiesero le altre in coro.
«Vedrò cosa posso fare. Vedete, lui sa com’era considerata sua zia qui in paese quindi non so se avrà la voglia di conoscere proprio le persone che ne sparlavano di più.»
«Faremo di tutto per farci perdonare, vero ragazze?»
Le altre annuirono.
«Va bene, oggi pomeriggio gliene parlerò e domani a scuola vi farò sapere cosa ha deciso.»
«Grazie, Abigail.»
La campanella suonò e le ragazze si avviarono in classe.
Nel pomeriggio Abigail riferì a Ken quanto le avevano detto le sue compagne di scuola e lui rispose:
«Beh, se vogliono conoscermi potresti invitarle qui.»
«Anche se sparlavano della signora Carter?»
«Hai ragione, dovremo dar loro una lezione prima.»
«Un bell’incantesimo, per esempio?» propose Abigail.
«Alt! Ferma lì. Prima regola: niente incantesimi contro le persone, nemmeno per scherzo. Io pensavo invece che questa casa ha bisogno di una ripulita, quindi, puoi spargere la voce tra le tue compagne che cerco qualcuno che mi aiuti nel sistemare la casa.»
«Con la magia potrei ripulire la casa in un attimo, ma mi piace di più vedere quelle tre pettegole lavorare.»
«Non preoccuparti, vedrai che ti occorrerà anche la tua magia domani. Il fatto per cui cerco di limitarti nell’uso dei poteri dei guanti è perché potrebbero essere individuati da Rachel.»
«Rachel? Chi è questa Rachel?»
«Rachel è una strega e viaggia sempre in compagnia del suo orco Rudolph. Vogliono impossessarsi dei guanti per distruggerli.»
«Una strega e il suo orco? Che aspetto hanno?»
«Rachel è in grado di assumere qualsiasi aspetto, ma il suo reale è quello di una ventenne con capelli neri lunghi e lisci e occhi azzurri, e forse riuscirebbe di più come top model, perché come strega è piuttosto maldestra e qualche volta finisce per combinare pasticci. Del resto si è diplomata da poco all’Istituto Professionale Stregonesco e l’esame l’ha passato col minimo dei voti.»
«E l’orco, come si chiama, Rudolph?»
«Beh, lui è il risultato dell’esame di Rachel: l’esame consiste appunto nel creare un orco, ma non le è venuto molto bene, al di fuori dell’aspetto tipico dell’orco.»
«Cioè, spiegati meglio.»
«Volevo dire... di solito gli orchi assomigliano a degli scimmioni deformi, notevolmente brutti e stupidi, mentre Rudolph...»
«...è venuto bello e intelligente. E’ così?»
«A dir la verità, proprio bello bello non è, ma intelligente sì, è calvo, ed assomiglia più ad un essere umano che ad un orco tradizionale, però è un vero mostro di cultura tanto che ha conseguito ben quattro lauree! Di solito si fa assumere come insegnante, soprattutto di letteratura, in qualche scuola del posto dove Rachel pensa di aver individuato i guanti. Purtroppo Rachel possiede la capacità di individuare le onde magiche emesse da loro anche a parecchi chilometri di distanza. Più il loro utilizzo è prolungato, più è facile per lei individuarli. E’ come quando la polizia tiene sotto controllo il telefono per individuare da dove viene una chiamata.»
«Adesso ho capito: devo usare i poteri dei guanti poco alla volta, magie brevi e non prolungate.»
«Brava. Anche se prima o poi potrebbe capitare un’emergenza che ti costringerà ad una magia prolungata.»
«Per esempio?»
«Esempio: se vedi qualcuno che sta precipitando lo dovrai salvare frenandolo e facendolo arrivare a terra incolume, in quel caso dovrai usare i poteri finché il malcapitato non sia salvo. Mettiamo che sia caduto dal sedicesimo piano di un grattacielo, tu lo dovrai sorreggere con la magia fin quando non sia atterrato.»
«Qui in paese non ci sono grattacieli.»
«Lo so, come esempio è un po’ fuori luogo qui, ma l’imprevisto è sempre in agguato.»
A proposito di Rachel e Rudolph, li troviamo a bordo di un’auto guidata da Rudolph a pochi chilometri dal paese di Abigail intenti in una delle loro solite discussioni.
«Certo che come orco tu sei proprio un fallimento.» disse Rachel.
«Il fallimento è stato tuo: sei tu che mi hai creato. E poi a me piacciono i bambini.»
«Anche agli altri orchi piacciono i bambini, nel senso però che se li mangiano e non che insegnano loro a non fidarsi degli sconosciuti. Adesso fermati che ho voglia di guidare io.»
«Va bene, ma allacciati la cintura di sicurezza perché quest’auto ha l’airbag e se non hai la cintura allacciata può romperti l’osso del collo.»
«Se è per quello, io sono una strega e posso riaggiustarmi le ossa come e quando voglio: la magia di guarigione è l’unica che mi riesce sempre.»
«Allora non ti conviene mettere su uno studio ortopedico?»
«Ma che stai dicendo? La magia di guarigione la uso solo per me stessa, non m’importa degli altri: una vera strega dev’essere egoista.»
«Ok, fa come vuoi.»
Rudolph ferma la macchina per effettuare il cambio di guida, Rachel si siede al volante e ripartono in direzione proprio del paese di Abigail.
A scuola, Abigail disse alle sue compagne che Ken acconsentiva a conoscerle a patto che loro gli avrebbero