Fiamme Oscure. Amy Blankenship
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Читать онлайн книгу Fiamme Oscure - Amy Blankenship страница 3
Alicia aveva chiuso la porta a chiave e indietreggiò, in attesa che Damon vi si schiantasse.
âCiao tesoro, ti sono mancato?â le sussurrò Damon allâorecchio.
Alicia gridò sorpresa e lo aggirò, allontanandosi di alcuni passi. Si fissarono a vicenda per un attimo prima che Alicia fuggisse verso il balcone. Damon sorrise e la raggiunse con facilità , avvolgendole le braccia intorno alla vita proprio quando la sua mano toccò la maniglia.
Lei lottava e si dimenava contro di lui nellâincerto tentativo di scappare, e Damon si sentì eccitato prima del previsto. Alla sua piccola streghetta piaceva essere inseguita e dominata con passione, e lui lâavrebbe accontentata. La tirò contro il proprio petto e sorrise per il suo sussulto quando la propria mano le afferrò uno dei suoi seni.
âà stato un bel modo di distrarmi.â affermò Damon mentre le strofinava il naso sul collo. Morse gentilmente il punto che aveva appena strofinato e le strinse piano il seno quando lei gli poggiò la testa sulla spalla e gemette. âMa farai meglio ad usare quel trucchetto soltanto con me.â
Alicia non poté fare a meno di ridacchiare, con il fiato rotto. âSono dâaccordo. Non credo che i capezzoli di un demone abbiano un buon sapore come i tuoi.â.
Damon ringhiò e le afferrò lâorlo della maglietta, sfilandogliela da sopra la testa con un movimento fluido.
Lâironia di Alicia andò a farsi benedire quando le mani di Damon scivolarono sulla sua maglietta e la sfilarono da sopra la testa. Sussultò quando esse tornarono sui suoi seni, strofinando il pizzo sui suoi capezzoli già turgidi, e lei inarcò la schiena per rafforzare il contatto.
Volendo sentire le sue mani direttamente sulla pelle, fece per sganciare la chiusura anteriore del reggiseno. Damon le afferrò le mani per i polsi e se le avvolse attorno al collo.
âNon muovere le mani.â le ordinò con un severo sussurro.
Alicia sussultò di nuovo quando il calore delle sue mani tornò sul seno prima di scendere lentamente verso lâombelico. Gemette quando lui le sollevò una gamba con una mano, mentre lâaltra strofinava delicatamente contro il cavallo dei suoi jeans. La stava toccando appena, ma quella sensazione accennata fu abbastanza da farla arrivare allâistante. I fianchi di lei si muovevano al ritmo della sua mano, implorandolo fisicamente per avere maggiore pressione.
Damon le rilasciò bruscamente la gamba e aprì la chiusura anteriore del reggiseno, sfilandolo rapidamente e gettandolo dietro di sé. Le mani di Alicia si unirono alle sue nel togliere i jeans, che furono presto abbandonati da qualche parte sul pavimento. Non ci volle molto prima che nulla più li separasse e Alicia godette della sensazione della sua pelle sulla propria.
Rimase stupita quando le porte del balcone si aprirono allâimprovviso e si ritrovò fuori, allâaria fresca della notte. âDamon, che fai?â gli chiese.
âNon volevi uscire?â le chiese piano, poi la sollevò, facendola sedere sulla spessa ringhiera di fronte a lui.
Alicia gli afferrò stretto un polso quando sentì la brezza sfiorarle i capezzoli con una carezza tentatrice. âE se ci vedono?â chiese lei, guardandosi intorno tra gli edifici e sentendosi allo scoperto.
âAllora avranno un binocolo molto costoso e quindi meritano di guardare.â rispose Damon con un sorriso e scrutò il suo corpo con lo sguardo. Aprendo la mano in modo da afferrare lui il suo polso, le prese lâaltro così non avrebbe avuto paura di cadere. âDiamogli un bello spettacolo.â
Chinandosi, Damon le succhiò un capezzolo e la spinse indietro. Fu ricompensato quando lei gli avvolse le gambe attorno alla vita per non cadere. Anche se la sua mente razionale sapeva che lui non lâavrebbe mai fatta cadere, era naturale avere paura.
Damon baciava lentamente il suo corpo, posando lâattenzione sui suoi punti preferiti prima di scendere più in basso. Abbassò le spalle tra le sue gambe e fissò affamato il dono che gli si era presentato. Quando premette le labbra sulla sua calda umidità , fu ricompensato con un gemito di piacere.
Alicia piegò la testa allâindietro e gridò al primo tocco della sua lingua. Si inarcò allâindietro, senza preoccuparsi di essere sospesa sulle strade della città sottostante, e aprì di più le gambe per consentire a Damon un migliore accesso. Il suo ringhio di approvazione fu più che sufficiente a farla quasi arrivare.
Una forte raffica di vento li investì, facendole volare i capelli attorno alla testa e stimolando il suo cuoio capelluto. Era spaventoso, eccitante, e il pensiero di essere visti da qualcuno iniziava ad assumere una luce diversa... eccitandola oltre ogni situazione che avesse mai vissuto.
*****
Angelica e Zachary entrarono nel castello, totalmente esausti. Ren aveva detto loro di andare a casa e riposarsi. Il PIT avrebbe effettuato dei turni per eliminare i demoni sfuggiti, in modo che nessuno si sarebbe stancato troppo. Nessuno di loro voleva andarsene, ma sapevano che Ren aveva ragione... il loro non era il tipo di lavoro in cui battere la fiacca. Non si rischiava il posto... ma la vita.
âCasa dolce casa.â Angelica sbadigliò.
I membri del PIT che erano tornati con loro concordarono con Angelica e si diressero in aree diverse del castello per riposare o mangiare qualcosa. Angelica decise di tornare al laboratorio per controllare Jason, dato che lo aveva lasciato lì incosciente. Sorrise notando che qualcuno lo aveva sistemato sul divano.
âProbabilmente dormirà per un poâ.â le disse Zachary.
Lei passò le dita tra i morbidi capelli biondi di Jason come si farebbe con un bambino. Salvare persone come lui era il motivo per cui aveva iniziato a combattere i demoni. Avrebbe solo voluto che lui fosse rimasto innocente, invece di scoprire che i mostri sotto il letto erano reali. Lei aveva scoperto che erano reali da bambina. A suo parere... scoprirlo era terribile.
Le sue labbra si curvarono in un sorriso compiaciuto, ricordando la morte del demone che aveva marchiato Jason a morte. Doveva ammettere che Syn si stava rivelando utile... peccato che fosse pazzo.
âVai a dormire.â disse piano Zachary. âCi aspetta un sacco di lavoro e dobbiamo essere tutti in forma.â
Angelica annuì e sgattaiolò nella sua camera da letto lungo il corridoio. Girandosi in direzione dellâenorme letto, e guardandosi, concluse che le serviva una doccia per togliersi di dosso la puzza di demoni.
Andando in silenzio nel suo bagno privato, aprì lâacqua calda e si spogliò prima di guardarsi allo specchio per controllare le ferite. Non trovarne nessuna dopo tutti i combattimenti nelle ultime due ore fu un poâ sorprendente. Ancora una volta lâimmagine dellâuomo che lâaveva seguita tutta la sera la assalì... Syn.
Ogni volta che un demone stava per sferrare un colpo... lui interveniva. Ciò che la turbava di più era che quando non lo vedeva... finiva per cercarlo.
Girandosi,