Il Mostro A Tre Braccia E I Satanassi Di Torino. Guido Pagliarino
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"â¦e gli stipendi di dopodomani?" aveva quasi sospirato Alfonso.
"Chiedete al vostro sindacato che vi faccia autorizzare dal giudice a prelevarli."
Quel pomeriggio Vittorio e io avevamo esaminato le schede. Tutte erano risultate con le partite pareggiate o, per le contrattazioni a termine, con crediti e debiti ancora regolarmente da scadere: meno una. Era relativa a un cliente del settore ingrosso, titolare d'un vicino negozio d'antiquariato, che aveva sulla scheda una lunga lista d'insoluti e, al fondo, due annotazioni, scritte in rosso, una sotto l'altra: La prima: Gli ho minacciato fallimento. 30 aprile 1959. La successiva: 20 maggio 1959. Telefonato al delinquente che o paga entro fine mese, o senz'altro presento istanza fallimentare: lo mando in galera per acquisti fraudolenti!
Evidentemente, proprio santo Tarcisio non era: un iracondo quanto meno, visto ch'era giunto ad annotare, senza dubbio per sfogo, i suoi propositi sulla scheda.
"Forse ci siamo!" aveva esclamato il commissario: "Ran, prendiamo la nostra macchina con due uomini e andiamo da 'sto fallendo."
Era un uomo sulla cinquantina, con moglie coetanea e figlia nubile ventenne, socie nella ditta.
Erano solo le 6 del pomeriggio, ma avevamo trovato il negozio con le serrande abbassate. Poiché i titolari abitavano al piano superiore, Vittorio e io eravamo saliti lasciando i nostri uomini l'uno presso la macchina e l'altro innanzi al portone. Era stata la figlia, una ragazza insignificante lentigginosa, capelli trasandati rosso carota, ad aprire l'uscio con una brutta smorfia sulla faccia, dopo che ci eravamo qualificati: "Per cos'è?" aveva chiesto non appena aperto.
"Per il fallimento", aveva tagliato corto Vittorio.
Padre e madre erano seduti in salotto, l'uno accanto all'altra sopra un bel divano pozzetto Luigi XVI: non per nulla erano antiquari. La maggior parte dell'appartamento era però vuota di mobili e alle pareti restavano solo i segni dei quadri che v'erano stati appesi. Li avevano nascosti altrove? Come la figlia, entrambi i coniugi mostravano un'espressione tristissima. Dovevamo averli interrotti durante una discussione in famiglia sulla loro disperata situazione.
"Quello là mi disse che avrebbe aspettato il giorno 31", aveva emesso il padre verso di noi: "L'ha presentata prima, l'istanza? M'ha denunciato? Siamo in trattative per vendere anche questi ultimi mobili e dargli un acconto. Purtroppo siamo solo in affitto, se no avrei venduto l'alloggio." L'uomo non corrispondeva alla descrizione dell'aggressore: era basso, magro, aveva folti capelli grigi e baffi bianchi.
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