Salire In Alto. Guido Pagliarino

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Salire In Alto - Guido Pagliarino

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gli occhi alla cosa palpitante nella casa,

      ne la penombra, e sa che quella è il diavolo.

      Nessuno attorno, il bimbo non ha voce.

      LUCE!

      Si desta il bimbo accanto al petto del suo babbo

      ed ascolta la favola,

      la bellissima favola

      di Peter che volava e non voleva

      crescere mai;

      e la spalla del padre si fa un'isola

      e il piccino s'invola

      a pugnare su in alto con Uncino e ancora in alto.

      Quasi trent'anni son passati e l'uno

      prova a essere l'altro.

      QUANDO ANCHE NOI

      Quando anche noi saremo nel momento

      d’aver dietro l'omega e innanzi l'Alfa

      vorremo avere nel bagaglio d'aria

      quanto ti porti adesso che, contento,

      sali mirando il quieto occaso spento.

      Più aperta ancòra viene la speranza

      nella scoperta che finisce mai,

      ora che il primo doloroso e lento

      mondo hai lasciato, e non poteva dare

      che un seme. Stretti in questo camposanto,

      noi, dell'ALBERo TuO, teniamo il pianto

      e innalziamo le fronde, per amare

      tua eternità: ella il dolore serra

      e, palpitando, piano lo sotterra.

      LI SAI QUEI SOGNI?

      Li sai quei sogni dove sei per casa,

      la casa vecchia, e dentro una persona

      cara ti vedi che sapevi spenta?

      Mi sono desto, pensi, e sei contento

      vuoi sentirle la voce, t'improvvisi

      a dir piccole cose

      e lei, che ti sa tacito, non dice

      quasi che nulla, come se sorpresa.

      Dopo, il risveglio è come un nuovo lutto

      e un po' ti filtra con la luce il dubbio

      di Sigismondo.

      T'alzi pensando all'altra casa vuota.

      Giovani affetti nella nuova trovi

      e il caffè.

      VISITA

      Veleggia lieto, quasi, nella Grazia

      il giusto morto; quasi, ché non sazia

      Ã¨ la sua forma, tesa

      ai suoi vivi, ai colori

      ai sapori di casa.

      Chiede un minuto, di riavere i cari

      che lo vedano...

      L'HA!

      Scende rotando in cerchi ventilati

      verso la casa, all'ora meridiana.

      Seggono al desco i cari, alla finestra,

      la buona moglie, i figli e le famiglie,

      ragionano di lui. Ha come agli occhi

      una stilla di lagrime

      una goccia di nuvole. S'apprende

      più più nell'aria in forma d'uomo, ai vetri.

      Ah! Fuggon tutti.

      LIBERO!

      Risplende lieto nella piena Grazia

      e Cristo ne sorride mitemente.

      SALIRE IN ALTO

      Lungo Po nell'estate in mezzo a un prato

      rotto che s'apre più lontano al colle

      e il cuore vi disperde,

      hai sentito la voglia di giacere

      nel bell'ampio del verde:

      salire in alto alla collina, avere

      nulla da dire; il vento che discende

      lasciar correre via

      che porti qualche atomo con sé

      colto dal viso;

      posare in un sorriso come cosa

      che vede e si riposa, farsi verde

      come stelo lanciato a toccar nuvole,

      se dal basso lo miri,

      e sull'erba che docile scomponi,

      fare canzoni.

      A FIANCO DEL BIMBO IMMOLATO AL DIO

      Carthago ignara d'ombra nella chiara

      luce dell'ampio sole,

      con le stanche sue forme che riduce

      il vento e interra alle deserte rive,

      mi si pronuncia che dal molo vivo

      vengo al sepolto. Da proteso nodo

      di lingue mercatanti mi sviluppo

      altalenando un falso antico lume

      nell'aria e nel sospeso

      tempo mi annodo,

      là dove Baal piega sotterra il corpo

      al peso d'impetrati dèi latini.

      A fianco del fenicio

      mite

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