Salire In Alto. Guido Pagliarino

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Salire In Alto - Guido Pagliarino

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      PARENTESI

      Sfatta la notte, l'ora

      più non ombreggia seta.

      L'alba nascente è una presenza, quieta

      Essenza docile

      pare vi posi

      languore trepido

      che tesse luce.

      Subito cangia e ancora non comprendi

      l'impossibile aurora moltiplicata;

      e ti respira l'anima, incantata

      vacanza della pena del tuo tempo,

      tempo perduto nell'infinità.

      SUBITO DOPO UNA STRAGE

      â€œDov'è, mamma, dov'è il mio volto tondo

      i miei riccioli belli,

      il corpicino che cresceva forte?

      Dove i giochi d'estate e il fratellino

      che tenevo per mano?

      C'è solo fumo, mamma, e le macerie;

      e tu, dove sei tu dal viso chiaro

      dolcissimo ridente?

      Ti sento qui e non vedo la tua grazia”.

      â€œVieni, cara, Giannino ho già vicino.

      Saliamo insieme in sempre più elevate

      e ämpie spire

      e cerchiamo chi sia

      che ci troncò nel nome di contorti

      mondi di morte:

      s'egli dorme stanotte, nell'amore

      gli scoccheremo al cuore il suo rimorso;

      poi saliremo al Posto del Vittime

      senza guardare al babbo; attenderemo:

      non potremmo piegarci a un solo soffio

      di pena più di questa.

      Torneremo più avanti a rimirarlo,

      a rallegrarci che il passare amico

      dei giorni l'abbia almeno un po' placato,

      e attenderemo nell'eterna estate

      che, finito il suo tempo, ci ritorni”.

      LA LUNA SI VOLTA

      (effetto ottico)

      O mossa luna assolta dall'angoscia,

      al viavai delle nuvole

      pare tu volga al firmamento

      il faccione ridente.

      Che! Non è un’illusione?

      In questa sera rorida di sangue

      il tuo sorriso scenderebbe tragico

      su noi fragili umani?

      Pensi forse non torni

      â€“ È chimera? Chimera?! –

      il tripudio di vivere?

      ...e tu provaci ancora:

      nel nuovo plenilunio

      rivolgici il sorriso,

      e noi l’aperto viso

      leviamo in alto alla speranza,

      ancora;

      a Dio piacendo,

      e al cuore.

      PERSONA

      Come fu che la bussola impazzì

      e l’ago più non mira

      al settentrione dell’uomo?

      Se ne vanì il diritto, il tanto amato

      per secoli sofferto disperatamente

      d’essere uno ch’era scritto a pena

      a pena e principiava.

      Sorge ancora la notte chiusa d’ombra

      vagabonda di sogni in chiaro abbraccio

      d’amore per l’aperta società,

      più non trabocca e non rinfranca il cuore

      la cultura dei savi;

      ma quale bene può trovare chi

      fa dell’altro una cosa,

      quale aiuto agli oppressi per risorgere

      se all’uno manca il nome di persona?!

      IN UNA VENTOSA NOTTE DI SAN LORENZO

      (dopo l'omicidio Moro)

      Ora e per poco libero dal mondo

      e abbandonato nell'incantamento

      d'un cielo nero coi suoi astri intenti

      a me pulsànti e luci in movimento,

      vorrei sapere, e quasi nel profondo

      sento che non è inganno, se il momento

      non sia questo dell'uomo, finalmente

      che il terrore si volge al fallimento:

      per i millenni ragionevolezza

      Ã¨ salita ai patiboli, la gente,

      certa nel certo di sue fedi, amava

      l'eguale a lei e l'altro assassinava;

      ma se l’ideale avesse la mitezza,

      serbasse il cuore, guadagnasse mente…

      SOGNO DEL CANTO

      In

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