Salire In Alto. Guido Pagliarino
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S.G.P.
Valeria De Mattei nella rivista âTalento1/ 2009â
Non è semplice recensire la poesia. La poesia è la forma breve per eccellenza. à forma simbolica e concisa. à forma dove il significato è espresso nel modo più ricco di sfaccettature e al tempo stesso più parco di parole. La tecnica e 1'abilità del comporre poesie è un qualcosa di affascinante: lo stesso concetto può essere espresso in molti modi diversi e con tantissime parole diverse, ma il Poeta sa trovare, per così dire, la parola giusta per dirlo. Queste sono alcune delle riflessioni cui mi ha condotto la lettura delle poesie di questa bella e delicata raccolta di componimenti di Guido Pagliarino. âSalire in altoâ, recita il titolo. Ed è appropriato per molti versi. I livelli di lettura e di significato sono molteplici e il concetto del salire può qui, a mio avviso, richiamare sia l'idea di una spinta verso una realtà spirituale superiore e altra, sia il concetto di una crescita e di un percorso interiori di consapevolezza, coscienza, maturazione. E le tappe di questo percorso sono di varia natura. L'essenza della ricerca è, per 1'autore, molto spesso radicata nel quotidiano. Si pensi, per esempio, ad un componimento quale âLi sai quei sogniâ: è il terzo componimento della raccolta ed è, a mio avviso, uno dei più belli. In esso vi è, semplice ed immediato, il richiamo a quei sogni vividi e reali al punto da lasciarti al risveglio una nota di struggente nostalgia; quei sogni in cui si rivede presente una persona cara scomparsa. Ed è così forte il desiderio che quel sogno sia vero che il risveglio sarebbe doloroso se non fosse invece allietato dalla presenza, fisica e reale, degli affetti familiari. Bellissime e toccanti anche le liriche âGiochiâ e âAlto mareâ, nelle quali in pochi, semplici versi, si esprime quell'anelito di evasione, quel tendere a ciò che è fuori da noi, diverso da noi e più grande di noi che al tempo stesso ci affascina, ci attira ma anche ci mette duramente alla prova, al punto da aver bisogno di una qualche via di fuga, seppur momentanea. Il tema più strettamente religioso emerge, seppur in modo originalissimo, mai convenzionale, nella poesia âSogno della partita di bocceâ, dove il protagonista-poeta gioca con il Cristo la sua partita⦠e la vince. E questa vittoria illumina significativamente di un sorriso il volto del Cristo. L'ultima parte della raccolta è intitolata âScherziâ e comprende sette componimenti davvero curiosi e divertenti. Sono delle piccole libertà che 1'autore si prende per scherzare - appunto - su quelli che sono temi che, a volte, ci affliggono più del dovuto. Sono forse anche un invito ad un po' più di leggerezza e di serenita nell'affrontare i problemi del vivere quotidiano. La presente raccolta ha vinto il 1°premio per poesia edita al concorso "Mario Soldati" 2008 indetto dal Centro Pannunzio di Torino.
Valeria De Mattei
Elio Andriuoli nella rivista âLa nuova Tribuna Letteraria n. 96
Con un andamento arioso e franco Guido Pagliarino ha scritto il suo nuovo libro di versi âSalire in altoâ, che bene esprime la sua ansia di libertà e di ascesa, contrastata e faticosa, peraltro, in un mondo in cui 1'irrazionalità e 1'ingiustizia tendono a prevalere sulla ragione e sul diritto.
Ecco allora emergere da questo libro versi limpidi e sereni, quali "Lungo Po nell'estate in mezzo a un prato / rotto che s'apre più lontano al colle / e il cuore vi disperde, / hai sentito la voglia di giacere/ nel bell'ampio del verde: / salire in alto alla collina, avere / nulla da dire..."; versi che costituiscono lâincipit della poesia eponima, a cui se ne contrappongono altri di ben diverse tenore di una successiva poesia: "Dov'è, mamma, dov'è il mio volto tondo / i miei riccioli belli, / il corpicino che cresceva forte? / Dove i giochi d'estate e il fratellino / che tenevo per mano? / e tu, dove set tu dal viso chiaro / dolcissimo ridente? / Ti sento qui e non vedo la tua grazia" (âSubito dopo una strageâ). E in verità nel libro di Pagliarino si affaccia maggiormente 1'attesa di una palingenesi rinnovatrice e redentrice del mondo che la gioia di una pace realmente conquistata. Si veda anche a tale proposito la âPreghiera al Leopardiâ, la quale così si chiude: "Caro Leopardi che, indicando il nudo / tuo vero, / mi-
te soffrivi la vacanza della / pietosa fratellanza fra gli umani, / prega per noi col tuo virile canto, / tu che ora vivi immerso nella luce". Poeta estroso e dalla varia ispirazione, come dimostrano i suoi âScherziâ, Guido Pagliarino si distingue specialmente per il sapiente uso della metrica, da lui adoperata in modo vario ma sempre con un appropriato uso di ritmi e talora della rima. Si tratta inoltre di un poeta attento a quanto accade intorno a lui (si veda, ad esempio, la poesia âIn una ventosa notte di San Lorenzoâ, dedicata all'omicidio di Aldo Moro, oltre alla già ricordata âSubito dopo una strageâ) e dotato di una solida cultura, particolarmente profonda nel campo degli studi storici e di quelli economico-sociali.
Elio Andriuoli
(Conforme alla prefazione della Seconda Edizione, 2008)
"Centro storico" è un poema epico, o racconto in versi come oggi più comunemente si dice, un racconto corale che si snoda in "canti" intitolati a personaggi le cui vicende sono, direttamente o indirettamente, collegate. L'avevo scritto nel 1990; nel â92 era stato fra i 19 finalisti, non premiati, su circa 850 opere partecipanti, a un concorso letterario per l'inedito indetto presso lâallora Salone del Libro di Torino dal Baraghini, lâeditore dei famosi 1000 lire (per la cronaca: era risultato vincitore e pubblicato nella collana un romanzo sulla figura dâun conte di Cavour omosessuale). Ampi stralci di âCentro storicoâ erano stati inseriti, in seguito al concorso, in una rivista e l'anno seguente il Centro Studi Cultura e Società â Istituto di ricerca e documentazione â aveva stampato il poema, lasciandomene la proprietà letteraria. Nel 2001 lâavevo ripreso apportando varianti, nel 2006, tornato sullâopera, avevo eliminato circa un decimo dei versi e, infine, alcuni dei rimanenti ho modificato all'inizio