First Italian Readings. Various
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I due cugini sdrucciolavano nel patetico. Chi sa che cosa riserbava loro l'avvenire? Una serie di disinganni, una morte precoce forse… brr… l'idea sola faceva gelare il sangue.
–Non dirlo nemmeno, Cecilia,—esclamò Ferruccio.
–Ti dispiacerebbe davvero se io morissi?
–Oh che discorsi!—egli replicò fissandola con occhi umidi.
Ella, per risposta, gli premette dolcemente il braccio.
Questo dialogo sentimentale fu interrotto da una voce.
–Ehi, ragazzi, volete spicciarvi?
Era la signora Susanna la quale aspettava la figliuola presso la cancellata della villa ov' essi erano giunti senz'accorgersene.
–E adesso,—continuò la signora Susanna,—mi farete la grazia di spiegarmi perchè tenevate l'ombrello aperto? Son più di venti minuti che ha smesso di piovere.
–Ha smesso di piovere!—gridarono Cecilia e Ferruccio pieni di maraviglia.
–Ma sì.... Eravate nelle nuvole? Di Cecilia non mi stupisco; ella non sa mai dov' abbia la testa; ma tu, Ferruccio, vergogna! E in che stato siete! Col fango fin sopra i capelli! Su, presto, andate a mutarvi vestito, e poi subito a tavola. Tu, Ferruccio, consegna l'ombrello a Menico che lo riporti alla vecchia Marta. Già per quello che vi ha servito, si poteva fare a meno di prenderlo.71
–No, mamma, credilo, sotto quell'ombrello si stava benissimo,—disse Cecilia avviandosi a casa.
–Birichina!—le susurrò all'orecchio Ferruccio mettendosele al fianco.
VI.
IL GIURATO
L'ISTITUZIONE dei giurati è un mistero come un altro. Più si studia e72 meno si arriva a capirlo.
Difatti, a che serve fare un corso intero di giurisprudenza, subire esami, addottorarsi, avvocatarsi e, cominciando dal primo gradino del pretore, salire su su fino a giudice o presidente della Corte, quando un bottegaio, un farmacista, un negoziante d' olio, un venditore di fiammiferi all'ingrosso, vengono in Tribunale a pigliare il posto del vero giudice, e il loro verdetto, quale e' si sia,73 decide sommariamente della sorte dell'imputato?
Mistero!…
Perchè si crede e si deve credere che dodici o quindici persone, sprovviste per il solito d' ogni studio legale e d' ogni pratica forense, debbano essere più competenti, in un dibattimento grave e spesso complicatissimo, a emettere un giudizio retto e spassionato, di quello che potrebbero esserlo gli stessi magistrati, largamente forniti di studi, di criteri e d' esperienza?
Mistero!…
E perchè, per la medesima ragione, dovendo giudicare della gravità di un caso chirurgico, invece di chiamare un professore dello Spedale o un altro valente operatore, non si chiama il lattaio, il calzolaio o il tappezziere di casa?
Mistero!…
Perchè ostinarsi a cantare tutti i giorni la coscienza, la rettitudine e l'incorruttibilità della nostra magistratura, mentre poi, all'atto pratico,74 questa medesima magistratura così coscienziosa, così retta, così incorruttibile la facciamo controllare (il verbo è francese, ma il significato è italiano) da un' altra magistratura, apocrifa, posticcia, improvvisata?
Mistero!…
Perchè deve esser lecito strappare dalle sue consuetudini giornaliere un povero diavolo, il quale per venti o trent' anni non ha fatto altro che fabbricare o sapone, o camiciole di lana, o versi endecasillabi, per costringerlo a mascherarsi lì per lì da giudice di Tribunale, col pericolo che egli assolva innocentemente qualche arnese galerabile,75 e mandi all'ergastolo qualche malcapitato galantuomo?
Mistero, mistero, e sempre mistero! vale a dire76 tutte cose che si vedono fare, senza poterne capire la ragione ragionevole per cui si fanno.
–Che cos' è il giurato?
–Il giurato è un libero cittadino, condannato dalle libere istituzioni a far da urna, rigirandosi in bocca due pallottole, sopr'una delle quali è scritta la condanna, e sull'altra l'assoluzione dell' imputato. La prima pallottola che il giurato sputa, è quella che il vero giudice è tenuto a fare eseguire.
–Qual'è, per un giurato, la più grande afflizione di spirito?
–Quella di non saper mai a che ora potrà pranzare.
–Che fa il giurato, durante il dibattimento?
–Quando va a prendere il suo posto è rassegnato: dopo un' ora, è uggioso: dopo un' ora e mezzo, è impaziente: dopo un' ora e tre quarti, diventa atrabiliare: dopo due ore, finisce col credersi più infelice dello stesso imputato, perchè egli si sente già condannato, mentre l'altro ha sempre qualche speranza.
–Come si chiama la deliberazione del giurì?
–Verdetto.
–Questa parola significa forse l'obbligo nei giurati di colpire nel vero?
–Nossignore. Questa parola significa semplicemente "è vero che i giurati hanno detto quel che hanno detto!"…
–Che cos'è dunque il verdetto?
–È la cosa meno seria, fra le cose serie di questo mondo.—
VII.
A UN FIORE SECCO
ECCOTI qui, tra le mie mani, sotto i miei occhi.
Nulla è più in te di ciò che era meraviglioso in te. Non hai nè colore, nè rilievo, nè profumo. Il vento non ti culla più, gli insetti non ti cercano, le farfalle ti hanno dimenticato. Appena appena al vederti si può credere che tu sia stato un fiore, e che tu sia stato bello nessuno lo crederebbe se io non lo affermassi.
Ebbene: in cotesto tuo aspetto freddo e rassegnato tu vali per me più di tutti i fiori che abbelliscono e abbelliranno i giardini della terra. Non perchè dal delicato ramo che ti diede la vita sia venuta a staccarti trepidante la mano d'una donna, chè tale felice sorte non ti toccò. Non perchè tu sappia la voluttà del riposo sopra il seno di lei che amo, o conosca il divino contatto delle sue labbra. No: in una notte buia, quando tutto attorno a te era silenzioso e vuoto e tu dormivi sognando forse il lieto sole del domani, io venni a coglierti.
Perchè ti colsi, quella notte, allorchè tutto taceva ed era vuoto attorno a te? Perchè approfittai di quell'istante in cui tu eri rimasto solo, e perchè ora sei mio e ti tengo celato e caro come il più prezioso di tutti i tesori?
Perchè tu, un giorno, vivo, scarlatto, profumato, spiccando in mezzo al verde tenero delle foglie, fosti il testimone.
Perchè tu fosti presente quando i miei occhi per la prima volta si
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si poteva… prenderlo,
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e, to be omitted.
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quale e' si sia,
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all'atto pratico,
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arnese galerabile,
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vale a dire,