Un Killer tra i Soldati . Блейк Пирс

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Un Killer tra i Soldati  - Блейк Пирс Un Mistero di Riley Paige

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non doveva necessariamente apprezzarli, e non doveva rendere facile la vita alle persone.

      Borbottò ad alta voce.

      Non gli importava delle persone uccise.

      Le cose stavano per diventare molto brutte.

      CAPITOLO CINQUE

      Mentre riaccompagnava Jilly, April e Gabriela a casa, Riley non riuscì a dire loro che stava per andarsene immediatamente. Sarebbe mancata al primo grande evento di Jilly, la recita in cui aveva il ruolo della protagonista. Le ragazze sarebbero state in grado di comprendere che doveva rispettare degli ordini?

      Persino quando furono arrivate a casa, Riley non riuscì a parlargliene.

      Si vergognava troppo.

      In quella stessa giornata le era stata conferita una medaglia per la perseveranza, e in passato, invece, aveva ricevuto dei riconoscimenti per valore e coraggio. E naturalmente, le sue figlie erano state presenti tra il pubblico, osservandola ricevere la medaglia.

      Ma, di certo, non si sentiva molto un’eroina.

      Le ragazze uscirono fuori a giocare in cortile, e Riley salì in camera sua e cominciò a preparare le valigie. Era una routine familiare. Il trucco era riempire una valigia piccola con l’indispensabile, in modo che potesse durare un paio di giorni o anche un mese.

      Mentre appoggiava le cose sul letto, sentì la voce di Gabriela.

      “Señora Riley, che cosa sta facendo?”

      Riley si voltò e vide Gabriela ferma sulla porta. La governante aveva in mano una serie di lenzuola pulite di lino, che stava per riporre nell’armadio del corridoio.

      Riley balbettò: “Gabriela, devo … devo andare.”

      Gabriela spalancò la bocca.

      “Andare? Dove?”

      “Sono stata assegnata ad un nuovo caso. In California.”

      “Non può partire domani?” Gabriela chiese.

      Riley deglutì forte.

      “Gabriela, l’aereo dell’FBI mi sta aspettando proprio adesso. Devo andare.”

      Gabriela scosse la testa.

      La donna disse: “Va bene combattere il male, Señora Riley. Ma qualche volta penso che perda di vista le cose positive.”

      Gabriela sparì nel corridoio.

      Riley sospirò. Da quando pagava Gabriela per farle da coscienza?

      Ma non poteva lamentarsene. Era un compito che Gabriela stava svolgendo fin troppo bene.

      Riley rimase a fissare la sua valigia ancora incompleta.

      Lei scosse la testa e sussurrò a se stessa …

      “Non posso fare questo a Jilly. Proprio non posso.”

      Per tutta la vita, aveva sacrificato le sue figlie per il lavoro. Ogni volta. Nemmeno in un’occasione aveva dato loro la priorità.

      Ed era questo - comprese - ad essere sbagliato nella sua vita. Quella era una parte della sua oscurità.

      Era abbastanza coraggiosa da affrontare un serial killer. Ma lo era abbastanza da mettere il lavoro al secondo posto, rendendo la vita delle sue figlie una vera priorità?

      In quel momento, Bill e Lucy si stavano preparando a volare fino in California.

      Si aspettavano di incontrarla sulla pista dell’aeroporto di Quantico.

      Riley sospirò tristemente.

      C’era solo un modo per risolvere il problema, sempre che potesse essere davvero risolto.

      Doveva provarci.

      Tirò fuori il cellulare e digitò il numero privato di Meredith.

      Al suono della sua voce roca, la donna disse: “Signore, sono l’Agente Paige.”

      “Che cosa succede?” Meredith chiese.

      Nel suo tono di voce, si celava un velo di preoccupazione. Riley ne intuì il motivo. Non aveva mai utilizzato quel numero, tranne che in circostanze estreme.

      Raccolse tutto il suo coraggio e andò dritta al punto.

      “Signore, vorrei posticipare il mio viaggio in California. Solo per stasera. Gli Agenti Jeffreys e Vargas possono andare prima di me.”

      Dopo una pausa, Meredith chiese: “Qual’è la sua emergenza?”

      Riley deglutì. Meredith non le avrebbe semplificato le cose.

      Ma era determinata a non mentire.

      Con voce tremante, balbettò: “La mia figlia minore, Jilly, stasera fa una recita. Interpreta il ruolo della protagonista.”

      Il silenzio che ne seguì fu assordante.

      Mi ha appena sbattuto il telefono in faccia? Riley si chiese.

      Poi, con un ringhio, Meredith disse: “Vorrebbe ripetere, per favore? Non sono sicuro di aver capito bene.”

      Riley soffocò un sospiro. Era sicura che lui avesse sentito perfettamente.

      “Signore, questa recita è importante per lei” la donna riprese, mentre il suo nervosismo aumentava sempre di più. “Jilly è, ecco, sa che sto provando ad adottarla. Ha avuto una vita difficile e sta venendo fuori da un periodo piuttosto complicato, ed è molto fragile e…”

      La voce di Riley si bloccò.

      “E cosa?” Meredith chiese.

      Riley deglutì forte.

      “Non posso deluderla, signore. Non stavolta. Non oggi.”

      Ci fu un altro imbarazzante silenzio.

      Riley stava cominciando a sentirsi più determinata.

      “Signore, non farà alcuna differenza nel caso” riprese. “Gli Agenti Jeffreys e Vargas andranno prima di me, e sa quanto siano ingamba. Potranno aggiornarmi in fretta, quando li raggiungerò.”

      “E questo quando dovrebbe avvenire?” Meredith chiese.

      “Domattina, presto. Andrò all’aeroporto non appena la recita sarà finita. Prenderò il primo volo disponibile.”

      Dopo un’altra pausa, Riley aggiunse: “Andrò a mie spese.”

      Sentì Meredith borbottare un po’.

      “Lo farà certamente, Agente Paige” replicò.

      Riley

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