Per Sempre e Oltre . Sophie Love
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Читать онлайн книгу Per Sempre e Oltre - Sophie Love страница 7
“Un drink andrebbe bene,” disse.
“Anche per me,” rispose Roy. “Il bar è pieno?”
Daniel prese il comando. “Sì. Vieni. È fantastico. Preparo qualcosa da bere.”
Emily esitava. “Papà, è una buona idea?” disse.
“Perché no?” rispose Roy confuso.
Emily abbassò la voce. “Per via del tuo problema con l’alcol.”
Roy era sconvolto. “Quale problema con l’alcol?” Poi impallidì. “Patricia ti ha detto che ero un alcolista?”
“Ma tu eri davvero un alcolista,” rispose Emily. “Me lo ricordo che bevevi. Continuamente.”
“Bevevo pesantemente,” ammise Roy. “Lo facevamo tutti e due, io e tua madre. È uno dei motivi per cui il nostro rapporto era così esplosivo. Ma non ero un alcolista.”
“E gli zabaioni che ti bevevi a colazione sotto Natale?” chiese ricordandosi quanto si fosse irritato suo padre quando lei gli aveva fatto cadere il bicchiere.
“Ma era solo per Natale!” esclamò Roy.
Un altro pezzo del passato di Emily si ridefiniva. Aveva creduto alla versione amara e distorta degli eventi di Patricia, aveva permesso che rimpiazzasse i ricordi che aveva lei di suo padre. Provò rabbia contro sua madre per aver trasformato Roy nel cattivo della loro esperienza più traumatica.
Andarono al bar e si accomodarono al bancone. Daniel si mise al lavoro per preparare i cocktail.
“Per la sera abbiamo un barista,” spiegò a Roy. “Alec. È fantastico. Meglio di me, comunque.”
Versò per ognuno un margarita. Roy bevette un sorso.
“È buonissimo,” disse. Poi, un po’ timidamente, aggiunse, “Devo dire che sei diventato un distinto giovane gentiluomo.”
Emily sentì sollevarsi il cuore. Sorrise, finalmente espirò, con la sensazione che tutto fosse come doveva essere.
“Per questo devo ringraziare te,” rispose Daniel, timidamente, senza guardarlo negli occhi. “Per avermi insegnato cose che mi interessavano. La pesca. La navigazione.”
“Navighi ancora?” chiese Roy.
“Ho una barca la porto. L’ho sistemata grazie a Emily. Usciamo in gita in famiglia. Anche Chantelle la adora. È bravissima a pescare.”
“Anch’io esco ancora spesso in barca,” disse Roy. “Quando non sto lavorando a un orologio trascorro il tempo in barca. O in giardino.”
“Ti ricordi il giorno in cui mi hai insegnato a fare l’orto?” chiese Daniel.
“Certo,” rispose Roy. Sorrise al ricordo. “Non avevo mai visto un trasandato teppistello lavorare così duramente con un trapiantatoio in mano.”
Daniel rise. “Ero assetato di conoscenza,” disse. “Di cogliere l’opportunità. Anche se da fuori sembrava che odiassi il mondo.”
Emily trovò strano vederli ridere e scherzare. C’era tanto dolore in meno tra di loro. Era più spirito di squadra. Daniel era da sempre grato all’uomo che gli aveva dato un’opportunità quando ne aveva avuto bisogno, anche se quello stesso uomo era scomparso senza dire una parola neanche a lui. Forse era solo sorpresa di accorgersi di quanto un tempo fossero stati vicini sapendo anche che quell’estate che avevano trascorso insieme era stata l’estate che lei e suo padre avevano trascorso separatamente.
In quel momento le vibrò il telefono e vide che era un messaggio da parte di Amy sulla visita che avevano programmato per quel pomeriggio. Lei e Jayne avevano della roba urgente di cui occuparsi e avrebbero fatto una sosta, quindi sarebbero arrivate più tardi del previsto. Emily si accorse, con fare colpevole, di essersi completamente dimenticata del loro arrivo. Era stata così presa dal padre che tutto il resto le era uscito di mente.
Le rispose rapidamente e poi riportò l’attenzione su suo padre e su Daniel. Ridevano di nuovo con leggerezza.
“Sono contentissimo che la barca abbia retto,” stava esclamando Daniel. “Chi avrebbe pensato che il tempo sarebbe cambiato così? Una tempesta nel bel mezzo dell’estate.”
“È stato un pessimo tempismo,” rispose Roy. “Considerando che era il tuo primo giro in barca.”
“Be’, avevo il maestro migliore, quindi non ero preoccupato.” Sorrise, con lo sguardo distante, perso nei ricordi. “Grazie per avermi insegnato tutto sulle barche, sull’acqua e sulla navigazione. Adesso non riesco a immaginarmi di vivere senza queste cose.”
Emily osservava Roy sorridere insieme a Daniel. Adesso che aveva lasciato andare la rabbia provava una sensazione soverchiante di pace, di adeguatezza. Avrebbe sempre dovuto essere così. Suo padre che passava il tempo col suo fidanzato, godendosi la reciproca compagnia, non vedendo l’ora di diventare presto parte della stessa famiglia.
Magari era un po’ tardi, ma Emily adesso avrebbe fatto tutto il possibile per godersela.
*
Mentre si faceva sera, Daniel preparò un’altra serie di cocktail. Posò il bicchiere di fronte a Emily proprio quando le vibrò il telefono per una telefonata.
“È Amy,” spiegò. “Devo rispondere.”
“Amy? Delle scuole superiori?” chiese Roy sollevando un sopracciglio.
Emily annuì. “Siamo ancora amiche,” lo informò. “È una delle damigelle. Mi sta aiutando molto a preparare il matrimonio.”
Emily uscì di corsa dal bar per rispondere.
“Em, ci dispiace tantissimo,” cominciò Amy. “La telefonata è durata un’eternità e adesso siamo troppo distrutte per guidare. Ci fermiamo qui per la notte. Non odiarci.”
“Non vi odio,” le disse Emily, segretamente sollevata che le sue amiche non avrebbero interrotto la sua riunione col padre.
“Domani mattina partiamo subito,” aggiunse Amy.
“Amy, davvero, va tutto bene,” disse Emily. “È successo qualcosa qui.”
“Che cosa? C’entra il matrimonio? Daniel? Sheila?” Sembrava preoccupata.
“Niente del genere,” spiegò Emily. Poi fece un respiro profondo. “Amy, c’è mio padre.”
Ci fu un lungo silenzio. “Cosa? Come? Stai bene?”
A questo non sapeva come rispondere, e proprio non voleva starci a pensare troppo su. Non l’aveva ancora assorbita del tutto. Aveva bisogno di tempo per sbrogliare le emozioni e trovare il senso di tutto.
“Sto bene. Ne parliamo quando arrivate.”
Amy non sembrava convinta. “Okay. Ma se hai bisogno di parlare con qualcuno, chiamami subito. A domani.”
Emily