Se Solo per Sempre . Sophie Love

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Se Solo per Sempre  - Sophie Love La Locanda di Sunset Harbor

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Voleva restare lì con Daniel in quel perfetto momento il più a lungo possibile.

      Emily scosse la testa in segno di diniego e si massaggiò la pelle d’oca sulle braccia. “Non possiamo rimanere qui ancora un po’?”

      Daniel sorrise teneramente. “Certo.” La cinse tra le braccia. Si cullarono avanti e indietro insieme, come danzando a una musica che solo loro potevano udire.

      “Non vedo l’ora di dirlo a Chantelle,” mormorò Daniel dopo un attimo.

      All’accenno alla figlia di Daniel, Emily provò un improvviso entusiasmo. La bambina sarebbe stata felicissima per loro. D’un tratto l’idea di tornare al Bed and Breakfast sembrava molto più allettante. Emily voleva disperatamente vedere la faccia di Chantelle quando le avrebbero dato la notizia. Sarebbe stato un finale da favola per una bimba i cui primi anni di vita erano stati così terribili.

      “Dai, torniamo a casa,” disse Emily sciogliendosi dall’abbraccio e prendendo entrambe le mani di Daniel nelle sue.

      “Sicura?” le chiese lui.

      Lei annuì. Dare a Chantelle la notizia del fidanzamento adesso era il suo desiderio più grande. Improvvisamente si sentiva sicura e orgogliosa di sé, e voleva che tutto il mondo lo sapesse. Voleva salire sul belvedere della locanda per urlare la novità alla città in modo che tutti potessero sentirla anche a miglia di distanza.

      Però, mentre percorrevano la spiaggia di buon passo in direzione del Bed and Breakfast, Emily si sentì colta da un nervosismo strisciante. Gli annunci non erano cosa che adorasse fare, e sicuramente non ci sarebbe stato modo di rientrare furtivamente senza che la gente chiedesse loro dove fossero stati. Per non parlare dell’anello. Era difficile che non desse nell’occhio. Chiunque dotato della vista ne avrebbe notato il bagliore a un miglio di distanza.

      Emily non poté evitare di immaginarsi tutte quelle facce che la fissavano, alcune con espressioni di supporto ma altre di giudizio. In quel momento il loro fidanzamento apparteneva a lei e a Daniel – e a nessun altro. Era una faccenda privata, uno stato condiviso di pura felicità. Ma non appena data la notizia agli altri avrebbero fatto entrare nel loro spazio sacro delle opinioni esterne.

      Forse non sarebbe stato così, pensò Emily mentre avanzavano. Magari i cittadini durante la loro assenza erano stati particolarmente generosi con i mimosa e sarebbero stati così assorbiti dal bere, dal ballare e dalla gioia che non avrebbero neanche fatto caso al loro ritorno.

      Raggiunsero il piccolo sentiero che portava dalla spiaggia alla strada in cui vivevano. Emily risalì l’argine scosceso per prima, con Daniel al seguito. Mentre emergeva dagli alberi per sbucare sul marciapiede, vide le luci della locanda brillare e udì i suoni della musica e delle risate volteggiare nell’aria. Sentiva le farfalle nello stomaco.

      “Pronta?” chiese Daniel ponendosi al suo fianco.

      Emily fece un respiro profondo. Era nervosa, ma si sentiva anche più sicura che mai, come se potesse affrontare tutto il mondo.

      Mano nella mano, percorsero lentamente il vialetto, superarono la rimessa che un tempo era stata la casa di Daniel, salirono i gradini del portico e attraversarono la soglia della Locanda di Sunset Harbor. Immediatamente, il calore e la luce li avvolsero. I profumi confortanti della cena del Ringraziamento – il tacchino, i mirtilli, il mais, la torta alla zucca – permeavano l’aria. Emily percepì istantaneamente l’amore che rifluiva dalla locanda.

      Proprio allora Serena sbucò nel corridoio dalla sala da pranzo ridendo allegramente. Quando vide Daniel ed Emily lì, sorrise con le sue labbra dipinte di rosso rubino. Era un po’ arrossita, ed Emily si chiese se non avesse qualcosa a che fare con una serata di flirt con Owen, il pianista.

      “Oh, ehi,” disse Serena cogliendo lo sguardo di Emily. “Mi stavo chiedendo dove foste finiti.”

      Emily e Daniel si scambiarono una timida occhiata. Beccati in flagrante.

      Lei si scoprì la lingua improvvisamente legata, come una bambina cattiva che doveva confessare di aver rubato dal barattolo di biscotti. Guardò Daniel in cerca di aiuto, ma lui sembrava preso ancor peggio – aveva un’espressione da cervo impaurito davanti ai fanali di una macchina.

      Serena si accigliò. Poi strinse gli occhi sospettosa e le apparve sulle labbra un sorrisetto. Chiaramente aveva capito che c’era qualcosa.

      “Uhm,” disse avvicinandosi come una detective. “Neve tra i capelli. Sabbia sui jeans. Deduco che siete stati alla spiaggia.” Si portò un dito al mento. “Ma perché?” Fece una pausa di un attimo, e poi uno sguardo di comprensione le attraversò gli occhi. Trasalendo afferrò la mano sinistra di Emily, in cerca della conferma a quello che le era venuto in mente. Alla vista dell’anello sgranò gli occhi e spalancò la bocca.

      “Oh. Mio. Dio! Siete fidanzati!”

      Emily sentì il calore salirle alle guance. Era la prima volta che sentiva qualcuno dire la parola “fidanzata” in relazione a lei, e le sembrava stranissimo. Tutti quegli anni che aveva passato sperandoci e sognandolo, e finalmente eccola, in un astratto stato di “fidanzamento.”

      Annuì rapida. Serena lanciò un gridolino e li strinse entrambi in un abbraccio maldestro, agitando i gomiti e le braccia.

      “Sono la prima ad averlo saputo?” chiese Serena quando li ebbe lasciati andare – l’entusiasmo le cresceva nella voce.

      “Sì,” confermò Daniel. “Puoi chiamare Chantelle? Voglio che lei lo sappia prima degli altri.”

      “Certo!” esclamò Serena.

      Con gli occhi annebbiati, diede un’ultima occhiata adorante all’anello di Emily prima di andarsene a passo leggero. Emily lasciò andare un gemito che stava tra la risatina nervosa e il lamento imbarazzato.

      Daniel le strinse la mano per rassicurarla. Era come se simultaneamente si stesse congratulando con lei per essere sopravvissuta alla reazione di una persona e la stesse sostenendo in previsione della prossima rivelazione, quella che era decisamente la più importante.

      Emily fece un respiro profondo. Il cuore le correva a un miglio al minuto. Eccoci. Era il momento.

      Il volume della festa crebbe quando la porta della sala da pranzo si aprì scricchiolando. Poi apparve il viso di Chantelle, che faceva capolino timidamente. Emily udì la voce di Serena dall’altra parte, che incoraggiava Chantelle a uscire nel corridoio.

      “Vai, non c’è niente di cui preoccuparsi!”

      Chantelle uscì del tutto dalla sala e Serena chiuse la porta dietro di lei, attutendo il suono dell’allegria dei festeggianti ancora una volta. Emily trovò il silenzio improvvisamente soffocante.

      A un capo del corridoio c’era Chantelle, con l’aria terrorizzata. E all’altro Emily e Daniel – il loro nervosismo era quasi palpabile. Emily fece un cenno alla bambina e Chantelle si precipitò da loro.

      “Sono nei guai?” disse con la vocina che le tremava. “Serena ha detto che dovevate parlarmi.”

      “Oddio, no!” esclamò Emily. Si avvicinò a Chantelle e la strinse in un forte abbraccio. “Non sei assolutamente nei guai!” Le accarezzò i morbidi capelli biondi. “È solo che io e papà vogliamo dirti una cosa. Niente di brutto.”

      Chantelle si sciolse dall’abbraccio e

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