Se Solo per Sempre . Sophie Love

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Se Solo per Sempre  - Sophie Love La Locanda di Sunset Harbor

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rafforzato il caso contro la madre biologica di Chantelle? Sheila era una tossica senza fissa dimora, due cose che già andavano in loro favore. Il matrimonio l’avrebbe aiutata a adottare Chantelle?

      Emily guardò Daniel e Chantelle, che adesso si stavano entrambi assopendo. Quella vista la riempì di gioia. In quel momento rinsaldò la convinzione di dare il via al procedimento legale. Il prima possibile. Voleva che fossero una vera e propria famiglia più di ogni cosa avesse mai voluto al mondo. Con l’anello che le brillava al dito, si sentì più vicina che mai a rendere realtà il suo sogno.

      CAPITOLO DUE

      La mattina seguente al Ringraziamento Emily si svegliò con una sensazione di euforia. Non si era mai sentita così felice. Il bellissimo sole invernale penetrava dalle tende di pizzo, incrementando il suo stato già meravigliato e gioioso. Dopo un breve secondo di dubbio, Emily concluse che non stava sognando; Daniel le aveva davvero chiesto di sposarlo – e loro due si sarebbero sposati sul serio.

      D’un tratto conscia di tutte le cose che doveva fare, balzò giù dal letto. C’erano delle persone da chiamare! Come poteva essersi dimenticata di chiamare Jayne e Amy per dare la notizia? E sua madre? Era stata così presa dal momento, dalla sua stessa gioia e dai festeggiamenti dei suoi amici, che la cosa non le era neanche passata per la testa.

      Si fece in fretta la doccia e si vestì, poi corse sul portico col cellulare. L’acqua le sgocciolava dai capelli ancora bagnati sulla camicia mentre scorreva la lista contatti. Il pollice si fermò sopra al numero di sua madre e prese a tremare. Non riusciva proprio a trovare il coraggio di chiamarla. Sapeva che non le avrebbe dato il tipo di risposta che voleva lei; aveva mostrato sospetto nei confronti di Chantelle e avrebbe dedotto che Daniel stava sposando Emily solo per trasformarla in una madre per sua figlia. Quindi decise di testare il terreno con Jayne. La sua migliore amica si esprimeva sempre senza mezzi termini, ma mai con la stessa aria di disappunto che trasudava sua madre.

      Premette sul numero di Jayne e rimase in ascolto dello squillo. Poi la telefonata venne accettata.

      “Em!” esclamò Jayne. “Sei in vivavoce.”

      Emily fece una pausa. “Perché sono in vivavoce?”

      “Siamo in sala conferenze. Io e Ames.”

      “Ciao, Emily!” La salutò radiosa Amy. “Riguarda l’offerta di lavoro?”

      A Emily ci volle un momento per capire di cosa stessero parlando. Il commercio di candele che Amy aveva avviato nella sua stanzina del college dopo più di dieci anni stava improvvisamente fiorendo. Aveva assunto Jayne e aveva cercato con tutte le sue forze di integrarci anche Emily. Nessuna delle due riusciva a capire davvero perché Emily volesse vivere in una cittadina invece che a New York, perché volesse gestire una locanda invece di lavorare in un ufficio chic con le sue due migliori amiche, e sicuramente non riuscivano a comprendere il fatto che volesse prendersi cura della figlia di un uomo (un uomo con la barba, addirittura!) senza rassicurazione alcuna che un giorno lui le avrebbe dato un figlio suo.

      “A dire il vero no,” disse Emily. “Riguarda…” Vacillò, perdendo improvvisamente la risolutezza. Poi si ricompose. Non aveva nulla di cui vergognarsi. Anche se la sua vita stava prendendo una strada diversa da quella delle sue migliori amiche, era ancora valida; le sue scelte erano ancora sue, e loro avrebbero dovuto rispettarle. “Io e Daniel ci sposiamo.”

      Ci fu un attimo di silenzio, seguito da acuti gridolini. Emily trasalì. Riusciva a immaginare le amiche con le unghie perfette da manicure, con la pelle idratata che sapeva di rosa e camelia, con i capelli lucenti che si agitavano mentre saltavano su e giù sulle sedie.

      Attraverso il rumore, Emily riuscì a cogliere l’urlo di Jayne, “Oddio!” e il grido di Amy, “Congratulazioni!”

      Lasciò andare un sospiro di sollievo. Le sue amiche erano a bordo. Un altro ostacolo era stato superato.

      Gli striduli incomprensibili finalmente si spensero.

      “Non ti ha messa incinta, vero?” chiese Jayne, inappropriata come sempre.

      “No!” esclamò Emily ridendo.

      “Jayne, sta’ zitta,” la rimproverò Amy. “Raccontaci tutto. Come te l’ha chiesto? L’anello com’è?”

      Emily raccontò la storia della spiaggia, delle dichiarazioni d’amore sotto la neve, del meraviglioso anello con le perle. Le amiche tubarono in tutti i momenti giusti. Emily sapeva che erano al settimo cielo per lei.

      “Prenderai il suo cognome?” saggiò Jayne. “O te li prendi entrambi? Mitchell Morey è un po’ uno scioglilingua. Oppure Morey Mitchell? Emily Jane Morey Mitchell. Uhm. Non so se mi piace. Forse dovresti tenerti il tuo, sai? È la cosa più forte, di potere e femminista da fare, dopotutto.”

      A Emily girava la testa mentre Jayne parlava nel suo caratteristico modo lampo da caffeinomane, facendo le pause minime per darle il tempo di rispondere alle domande.

      “Saremo le damigelle, vero?” terminò Jayne alla sua tipica maniera brusca di dire le cose in faccia.

      “Ancora non ci ho pensato,” ammise Emily. Jayne e Amy potevano anche essere le sue più vecchie amiche, ma se ne era fatte così tante altre da quando si era trasferita a Sunset Harbor; Serena, Yvonne, Suzanna, Karen, Cynthia. E Chantelle? Era importante per Emily che avesse un ruolo cruciale nella cosa.

      “Be’, la cerimonia dove la fate?” chiese Jayne, un po’ scontrosa dato che Emily stava considerando altre persone come damigelle.

      “Ancora non so neanche questo,” disse Emily.

      Improvvisamente le venne in mente l’immenso compito che aveva per il futuro. C’era così tanto da organizzare. Così tanto da pagare. D’un tratto si sentì sopraffatta.

      “Pensate di fare un matrimonio in grande o qualcosa di piccolo?” chiese Amy. Le sue domande erano meno tendenziose di quelle di Jayne, ma anche qui c’era del giudizio. Emily si chiese se Amy non fosse ancora arrabbiata perché il suo fidanzamento con Fraser era andato a monte. Forse ce l’aveva con Emily perché lei aveva un anello e un fidanzato, mentre lei li aveva persi entrambi.

      “Ancora non abbiamo parlato di nessun dettaglio,” disse Emily. “È una cosa nuova.”

      “Ma lo sogni da anni,” aggiunse Amy.

      Emily si accigliò. Il matrimonio, sì. Era qualcosa che voleva da moltissimo tempo. Ma non aveva mai immaginato come sarebbe andata la sua vita. L’amore che provava per Daniel era unico e inaspettato. Il loro matrimonio avrebbe dovuto essere lo stesso. Doveva ripensare a tutto per renderlo perfetto per loro due, per quella specifica relazione, per quella vita.

      “Almeno ci puoi dire la data?” chiese Jayne. “Abbiamo l’agenda piena.”

      Emily balbettò. “Non lo so.”

      “Basta anche solo il mese, per adesso,” insistette Jayne.

      “Non so neanche il mese.”

      Jayne sospirò dall’esaperazione. “E l’anno?”

      Emily cominciò a innervosirsi. “Non lo so!” esclamò. “Non ci ho ancora pensato!”

      Cadde

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