Se Solo per Sempre . Sophie Love

Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Se Solo per Sempre - Sophie Love страница 7

Se Solo per Sempre  - Sophie Love La Locanda di Sunset Harbor

Скачать книгу

nel giro di un battito di ciglia.

      Emily guardò Chantelle, e sotto al suo sguardo la bambina si trasformò in Charlotte. Poi Emily si sentì rimpicciolire, finché non si trovò ad abitare un corpo a misura di bambino. Le mani d’un tratto erano fasciate da muffole. La neve prese a cadere, aggrappandosi ai rami degli alberi di pino. Emily allungò la sua piccola mano guantata e scosse uno dei rami. Una nuvola di neve sbuffò nell’aria, e la fine polvere bianca si disperse. Davanti, Charlotte rideva, spensierata e felice, e il suo fiato caldo si avvolgeva in spirali nell’aria. Anche lei indossava le muffole, e i suoi stivali rosso brillante preferiti risaltavano contro lo scenario bianco.

      Emily osservò Charlotte fermarsi sotto all’albero più alto di tutto il vivaio e alzare lo sguardo con meraviglia.

      “Voglio questo!” esclamò la bambina.

      Emily corse da lei, scalciando un po’ di neve nella fretta. Quando ebbe affiancato Charlotte, anche lei alzò lo sguardo all’enorme albero. Era sorprendente, tanto alto che riusciva a malapena a vederne la cima.

      Il rumore dei passi nella neve le fece distogliere lo sguardo dall’albero per osservare oltre la spalla. Lì, che si muoveva a grandi falcate nella neve, c’era suo padre.

      “Ragazze, dovete rallentare,” ansimava mettendosi accanto a loro. “Vi ho quasi perse.”

      “Abbiamo trovato l’albero!” esclamò Emily tutta agitata.

      Si unì anche Charlotte, saltando e indicandolo col dito.

      “È grandino,” disse Roy.

      Oggi sembrava stanco. Depresso. Aveva dei cerchi neri sotto agli occhi.

      “Non è troppo grande,” disse Emily. “Il soffitto è altissimo.”

      Charlotte, come sempre, seguì la pista tracciata dalla sorella. “Non è troppo grande! Ti prego, papà, possiamo prenderlo?”

      Roy Mitchell si massaggiò il viso con una mano, esasperato. “Non mettere alla prova la mia pazienza, Charlotte,” sbottò. “Scegli qualcosa di più piccolo.”

      Emily vide Charlotte ritrarsi. A nessuna delle due piaceva far arrabbiare il padre, né capivano come facessero. Sembrava che la più piccola delle cose lo infastidisse, di recente. Era sempre distratto da qualcos’altro, stava sempre a guardarsi alle spalle in cerca di ombre che solo lui poteva vedere.

      Ma la preoccupazione maggiore di Emily era Charlotte. Sempre Charlotte. La piccola sembrava essere sull’orlo delle lacrime. Emily le prese la mano guantata nella sua.

      “Per di qua,” esclamò raggiante. “Ci sono alberi più piccoli!”

      E così Charlotte si tirò su di morale, confortata dalla sorella più grande. Corsero insieme sulla neve, lasciando il padre accigliato e distratto a rincorrerle.

      Proprio allora Emily tornò alla realtà. La neve del passato non cadeva nel presente, gli alberi di Natale di decine di anni prima erano stati abbattuti e rimpiazzati con questi alberi giovani e nuovi. Era tornata al qui e ora, ma le ci volle un attimo per orientarsi nell’ambiente, per vedere davanti a lei Chantelle invece di Charlotte.

      Durante il blackout di Emily, si erano inoltrati nelle profondità del campo. Lì gli alberi erano così alti da gettare ombre su tutto, bloccando la luce del giorno. Emily fremette, sentendo più freddo ora che il sole dell’inverno era nascosto.

      Davanti, Chantelle osservava l’albero più alto del vivaio. Misurava almeno quattro metri e mezzo.

      “Questo qui!” esclamò con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

      Emily sorrise. Lei non sarebbe stata come suo padre, lei non avrebbe distrutto il buonumore di una bambina. Se Chantelle voleva l’albero più alto del vivaio, lei glielo avrebbe preso.

      Le si avvicinò e allungò il collo per vedere la cima dell’albero. Proprio come quando era bambina, l’albero era maestoso sotto ai suoi occhi.

      “Questo qui,” acconsentì Emily.

      Chantelle batté le mani dalla contentezza. Daniel sembrava disapprovare la scelta complicata, pensò Emily, ma non le sfidò. Si accucciò e aiutò Chantelle a fare il primo taglio con l’accetta. Emily li osservava, padre e figlia che sorridevano e ridevano insieme, e provò della calda gioia diffondersi nel corpo.

      Daniel passò l’accetta a Emily in modo che potesse contribuire anche lei, e poi si spostarono in circolo, a turno, cooperando. Quando l’albero cadde esultarono tutti.

      Il padre di Grace arrivò col carro.

      “Wow, hai scelto proprio un gran bel pezzo,” scherzò con Chantelle mentre lei tentava di aiutarlo a mettere l’enorme albero sul carro.

      “È il più alto che sono riuscita a trovare!” disse Chantelle sorridendo.

      La famiglia salì sul retro del carro e si strinse. Le ruote girarono e iniziarono il lento viaggio di ritorno verso l’entrata del vivaio.

      “Ti ho persa per un momento, prima,” disse Daniel a Emily lungo il percorso. “Hai avuto un altro flashback?”

      Emily annuì. Il ricordo l’aveva lasciata tremante. Vedere l’espressione desolata di Charlotte, udire il tono tagliente del padre. Anche allora era un uomo con molte cose per la testa. Si chiedeva se c’entrasse Antonia, la donna con cui aveva una relazione, o la loro madre, che era a casa a New York, o qualcosa di completamente diverso. Sebbene Emily fosse convinta che suo padre fosse ancora vivo e vegeto da qualche parte, Roy per lei era sempre più un mistero.

      “Continuo a ricordarmi cose nuove su mio padre,” confessò Emily. “Da quando ho trovato quelle lettere. Vorrei sapere cosa l’ha fatto fuggire. Ho sempre pensato che fosse accaduto qualcosa d’improvviso quando ero una ragazzina, ma credo che avesse dei problemi fin da molto prima. Per quanto riesco ad andare indietro con i ricordi, a essere onesta. Ogni volta che vedo il passato gli leggo la preoccupazione negli occhi.”

      Daniel la strinse a sé. Era bello essere confortata da lui, essere di nuovo vicini. Era sembrato così distante da Joe.

      “Scusami se sono stato un po’ silenzioso, prima,” disse Daniel, come se le avesse letto nella mente. “Le vacanze fanno riaffiorare anche i miei ricordi.”

      “Davvero?” chiese Emily delicatamente. “Che genere di ricordi?”

      Era così raro che Daniel si aprisse che lei coglieva ogni opportunità per incoraggiarlo.

      “Potrebbe sorprenderti, ma in realtà sono ebreo,” disse Daniel. “Mio padre no, però. Lui era cristiano. Festeggiavamo il Natale e l’Hanukkah quando lui era ancora a casa, ma quando se n’è andato si è portato via il Natale. Mia madre festeggiava solo l’Hanukkah. Una volta che io e mio padre abbiamo ripreso i contatti, in casa sua si festeggiava solo il Natale. Era strano. Un modo un po’ particolare di crescere, come di certo puoi immaginare.”

      “Deve essere stato difficile,” lo confortò Emily, cercando di nascondere la sorpresa che provava nel venire a sapere che Daniel in realtà era ebreo. Si chiedeva che altro non sapesse di lui, e fu colta da un’improvvisa ansia su come avrebbero potuto crescere i loro figli, se mai ne avessero avuti. Di sicuro a Emily sarebbe piaciuto celebrare entrambe

Скачать книгу