Lo Scettro di Fuoco. Морган Райс
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Читать онлайн книгу Lo Scettro di Fuoco - Морган Райс страница 6
“Come facciamo a trovarlo?” chiese Oliver al professor Ametisto, che ora ipotizzò trovarsi ancora all’interno della Scuola degli Indovini, intento a proiettare la propria voce nel vortice che li teneva attualmente intrappolati tra tempo e spazio, piuttosto che trasportarli oltre.
“Sono sceso a due possibilità,” gridò il professore. “La prima…”
La sua voce venne interrotta.
Oliver si sentiva ansioso. Doveva sapere dove stava andando! Doveva sapere il perché! Aveva bisogno della guida del suo mentore se voleva avere anche una minima possibilità di trovare lo Scettro di Fuoco e salvare la Scuola degli Indovini!
“Professore!” gridò nel vorticante vuoto. “Professore? Professore!”
Ma ancora una volta le sue richieste trovarono risposta nel silenzio.
Sollevò lo sguardo verso Hazel e Ralph, che ancora stavano aggrappati alle sue braccia. Avevano entrambi un’espressione preoccupata.
Oliver iniziò a sentir crescere nello stomaco un senso di inutilità. Come avrebbe mai potuto trovare lo Scettro di Fuoco se non sapeva neanche dove stava andando e dove avrebbe dovuto dirigersi?
Ma poi lo colpì un pensiero improvviso. La bussola di bronzo che il professor Nightingale gli aveva dato all’Università di Harvard era ancora nella grande tasca della sua tuta da lavoro. Era un antico pezzo di tecnologia indovina, una delle tantissime invenzioni create dagli indovini per avere aiuto nel loro compito di proteggere l’universo dai Malvagi che viaggiavano nel tempo. Magari quella gli avrebbe dato qualche indizio, aiutandolo a guidarlo in questa impresa.
Oliver infilò la mano nella grande tasca centrale e sentì le dita che venivano a contatto con il freddo metallo della bussola. Quindi tirò fuori lo strumento che era grande come il palmo della sua mano. Sebbene fosse tremendamente scosso dalla forza del vento, Oliver vide che la grossa lancetta principale puntava verso il simbolo di una fiamma.
“Oh no!” gridò improvvisamente Hazel.
Oliver sollevò gli occhi dalla bussola e vide che i gradi occhi grigi dell’amica erano sgranati e pieni di ansia. Guardò quindi davanti a sé e vide la cosa più strana che mai gli fosse capitata. Il portale si stava dividendo in due gallerie diverse!
Oliver sussultò. Non aveva mai visto una cosa del genere prima d’ora. I portali per i viaggi nel tempo erano già di per sé un’esperienza complicata per la mente, e vedere addirittura il tunnel che si divideva a metà non poteva che creare ulteriore confusione. Si stava destabilizzando? Andando a pezzi proprio davanti a loro occhi?
Ma no. Oliver mise insieme i tasselli nella sua mente. Il professor Ametisto aveva detto che c’erano due luoghi dove forse era possibile trovare lo Scettro di Fuoco. Ora, lui, Ralph e Hazel erano lanciati verso uno dei due tunnel, mentre Esther, Simon e Walter erano diretti verso l’altro.
“Oh,” gridò Oliver, il petto stretto da una dolorosa consapevolezza. “Il professor Ametisto ci sta dividendo!”
Accadde tutto molto velocemente. Prima che Oliver avesse il tempo di capire del tutto la stranezza degli eventi, le gallerie furono a ridosso e loro si trovarono a sfrecciare attraverso l’ingresso: lui, Hazel e Ralph da una parte; Esther, Simon e Walter dall’altra. Lui sarebbe finito in qualche punto del tempo insieme ad Hazel e Ralph, mentre gli altri tre sarebbero capitati da qualche altra parte. Un tempo diverso. Un posto diverso. Magari addirittura una dimensione diversa.
Il pensiero era troppo da sopportare per Oliver. Aveva appena riavuto indietro Esther e ora lei gli veniva strappata via un’altra volta. Provò un improvviso senso di rabbia nei confronti del professor Ametisto per averlo infilato in quel tormento non necessario.
Agendo d’istinto per proteggere la ragazza che amava, Oliver lanciò la bussola verso il tunnel alla sua destra. Ebbe appena il tempo di vederla scomparire nel vuoto, seguita dalle figure vorticanti di Esther, Simon e Walter, prima di volare diretto nel tunnel di sinistra, scomparendo alla vista.
Dove stanno andando? pensò Oliver con ansia. E adesso che ci penso: dove stiamo andando noi?
Non c’era modo di saperlo. Come non c’era modo neanche per sapere se avrebbe mai più rivisto Esther, Simon e Walter. Una squadra aveva il compito di trovare lo Scettro di Fuoco. Per quanto riguardava l’altra, Oliver poteva solo fare delle ipotesi.
Tutto quello di cui poteva essere sicuro era che lo Scettro di Fuoco era la chiave per salvare la Scuola degli Indovini. E che in qualsiasi luogo e tempo sarebbe finito, in qualsiasi punto della storia il portale l’avrebbe sputato fuori, lui sarebbe stato senza Simon e Walter.
E sarebbe stato senza Esther.
CAPITOLO TRE
Gridando, Esther si sentì catapultata fuori dal vortice, volando nel vuoto. Andò a colpire con forza il suolo e rotolò, sollevando in aria una nuvola di polvere.
“Ahi,” esclamò quando finalmente riuscì a fermarsi.
Confusa, ammaccata e un po’ frastornata, si mise a sedere e si guardò attorno. Era una giornata calda ed estremamente soleggiata. Si trovava in una specie di deserto, con ben poco attorno a sé, se non qualche arbusto rinsecchito qua e là.
Guardando in lontananza, notò che a due o tre chilometri di distanza da dove il portale l’aveva sputata fuori, c’erano i segni di una florida cittadina, dalle torrette di un castello alle guglie di una sinagoga. Dietro al centro abitato si trovavano grandi montagne e una foresta di pini.
Prima di potersi cimentare nel capire quando (e dove) potesse trovarsi, udì delle grida alle sue spalle, sempre più forti man mano che si avvicinavano.
Si voltò e vide Simon che veniva scagliato a tutta velocità fuori dal vortice. Walter era subito dietro di lui.
Entrambi volarono in aria e andarono a sbattere contro il terreno secco e desertico. Esther sussultò vedendoli rotolare entrambi sulla terra dura.
“Ohi!” grugnì Walter.
Alla fine si fermarono, sollevando anche loro una nuvola di polvere.
Esther balzò in piedi e corse loro incontro. Mentre la nube polverosa che avevano alzato si disperdeva, i loro corpi apparvero come un mucchio aggrovigliato di braccia e gambe.
Esther li raggiunse e cercò di afferrare una mano. Trovò quella di Simon e diede uno strattone. I due ragazzi riuscirono a liberare le gambe e, con l’aiuto di Esther, Simon si mise a sedere.
“Perbacco!” disse ansimando. “È stato un viaggio piuttosto duro.”
Walter estrasse il proprio braccio da sotto Walter. “Puoi dirlo.”
Si massaggiò la testa, poi guardò verso il portale. Esther fece lo stesso e vide che i crepitanti lampi di luce viola erano cessati. Poi, con una specie di zip il portale si chiuse. Calò il silenzio.
Walter sbatté rapidamente le palpebre e un’espressione di paura gli apparve sul volto. “Dove sono gli altri?” chiese.
“Oh!” disse Esther, ricordando improvvisamente il momento in cui aveva visto Oliver, Hazel