Cattura. Блейк Пирс
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“Io, OK?” Crivaro grugnì. “Naturalmente, potranno rimborsarmi se finirà col diventare un vero caso.”
Riley aggiunse: “Quindi, mi sta dicendo, che cosa? Che stiamo andando in una sorta di vacanza insieme?”
Crivaro sogghignò goffamente. “Ehi, il tempo in Arizona in questo periodo dell’anno è certamente molto più bello di quello che c’è in Virginia. Non disturbarti a ringraziarmi per un cambio di paesaggio.”
“Non penso che sia divertente” Riley replicò, provando a non mostrare la sua irritazione. “Avrebbe almeno potuto dirmi fin dall’inizio le sue intenzioni.”
Crivaro rispose sulla difensiva: “Beh, è stata una decisione improvvisa. E non avresti avuto del lavoro da fare a Quantico durante la mia assenza. Potevi benissimo venire con me, almeno provando a fare qualcosa. Indagheremo mentre saremo lì. Potrebbe rivelarsi persino una buona esperienza di apprendimento per te. Perciò, qual è il problema?”
“Le dico io qual è il problema” Riley disse. “Ho un fidanzato a casa che è infastidito per la mia partenza improvvisa. Pensa che sarà meno arrabbiato di sapere che non sto nemmeno lavorando ad un vero caso?”
Crivaro sospirò colpevolmente. “E glielo dirai?”
Riley era stupita. Non aveva nemmeno considerato di non dire a Ryan di tutte le sue attività mentre era lontana da lui.
“Naturalmente” scattò.
“Mi spiace per questo” Crivaro rispose. “Immagino che tu abbia ragione, avrei dovuto prima chiedertelo.”
“Sì, penso di sì.”
Crivaro le rivalse uno sguardo compassionevole e disse: “Ascolta, se vuoi tenerti fuori da tutta questa storia, lo capisco. Quando arriveremo a Phoenix, puoi prendere il primo volo di ritorno, se vuoi. Ti pagherò anche il biglietto. E’ proprio questo che vuoi?”
Riley si sentì nuovamente stupita dalla sua offerta; non sapeva che cosa dire.
Non devo seguirlo? si chiese.
Per un momento, la scelta sembrava ovvia. Crivaro non aveva alcun motivo di trascinarla in giro per il paese in questa inutile impresa. E tornare direttamente a casa sarebbe stato un buon modo per riappacificarsi con Ryan, specialmente se si fosse concessa un altro giorno o due prima di cominciare davvero a lavorare a Quantico. Poteva essere proprio quello di cui lei e Ryan avevano bisogno.
Poi, ricordò rapidamente la rabbia nella voce di Ryan, quando le aveva chiesto al telefono …
“Che ne è della mia auto? Per quanto tempo dovrò farne a meno?”
Riley soffocò un ringhio di irritazione.
Quella dannata auto, pensò.
A Ryan importava più non avere quell’auto a disposizione che il non aver Riley lì.
Questo la infastidiva davvero.
Improvvisamente, Riley non se la sentì di riappacificarsi con Ryan. E per quanto riguardava Crivaro …
Beh, almeno lui sta dimostrando dell’interesse nei miei confronti.
Inoltre, Crivaro aveva ragione su una cosa. Avrebbero sicuramente indagato un po’, anche solo per scoprire che non c’era nulla su cui indagare. Si sarebbe potuta rivelare una bella esperienza dopotutto. Avrebbe persino potuto imparare qualcosa.
Infine, Riley disse: “D’ACCORDO. Resto con lei.”
Gli occhi di Crivaro s’illuminarono.
“Sei sicura?” le chiese.
Riley fece un sorrisetto e disse: “La informerò, se cambierò idea.”
Crivaro le rivolse un grosso sorriso. “Beh, l’offerta resta valida, se vuoi starmi alla larga. Almeno, per quanto riguarda questo viaggio. Quando inizieremo a lavorare insieme ai casi in maniera ufficiale, sarai incastrata con me.”
“Lo terrò in mente” Riley replicò.
Crivaro si appoggiò allo schienale del sedile e chiuse gli occhi, con l’apparente intenzione di fare un pisolino.
Riley prese una rivista dell’aereo dalla tasca del sedile di fronte a lei, e iniziò a sfogliarla.
Si trovò a rimuginare su quanto aveva appena fatto.
Ho scelto il lavoro rispetto a Ryan.
E, con sua sorpresa, la cosa la faceva sentire bene.
Che cosa dice questo su di me? si chiese. E sul nostro futuro?
Poi, la sua mente tornò a interrogarsi sul presente.
Arizona.
Non ne sapeva davvero alcunché.
Aveva passato quasi tutta la vita sulla verdi colline della Virginia. Che cosa poteva avere in serbo per lei una parte del paese così differente?
CAPITOLO CINQUE
Quando l’aereo atterrò a Phoenix, Riley e Crivaro presero le loro valigie dalle cappelliere e imboccarono il ponte di sbarco che conduceva all’interno del terminal. Circa venti persone erano in attesa dei passeggeri dal loro volo, ma non c’era modo di sapere chi fosse lì ad accoglierli.
Un uomo robusto, apparentemente cordiale e con una faccia rubiconda, salutò energicamente Crivaro. Riley immaginò trattarsi di Harry Carnes. La donna ugualmente robusta che era accanto a lui con le braccia conserte e un volto corrucciato doveva essere la moglie di Harry, e non sembrava felice al momento.
L’uomo accolse Crivaro con un grande abbraccio, e Crivaro presentò Riley alla coppia. Il nome della moglie era Jillian. Riley immaginò che avessero circa l’età dell’Agente Crivaro o forse solo qualche anno in più.
Per un momento, si stupì al vedere che entrambi indossavano t-shirt, pantaloncini di jeans e sandali. Lei e Crivaro avevano ancora le loro giacche e gli abiti adatti ad un clima freddo.
“Valigia?” Harry chiese, osservando come erano vestiti.
“No, solo questa” Jake rispose, sollevando la sua valigia.
Harry rise e disse: “Beh, c’è qualcosa di cui potrai occuparti abbastanza presto.”
Lei ricordò quello che Crivaro aveva detto durante il volo.
“Il tempo in Arizona quest’anno è di certo molto più bello di quanto non lo sia in Virginia.”
Lei non era decisamente preparata a quel clima. Avevano avuto così tanta fretta di partire, che non aveva pensato a portare con sé un guardaroba diverso. Si chiese se avrebbe dovuto comprare dei nuovi vestiti per sé. Di certo, il suo budget non era molto esteso.
Forse non importerà, pensò. Se fossero tornati presto a Quantico, probabilmente