Eleven Short Stories. Luigi Pirandello
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Читать онлайн книгу Eleven Short Stories - Luigi Pirandello страница 6
A nove ore papà Camillo ritornò dalla valle e fischiò potentemente.
Venne la bimba in fretta e prima che fosse giunta:
—Dove è Jeli?—le domandò;—hai tu veduto Jeli?
—Padrone! … padrone! …—rispose quella con voce ansante, soffocata.
—Che cosa vuoi tu dirmi? Mummietta!—ruggì papà Camillo.
—Jeli … è fuggito … con Maliella …
— …
E un suono rauco … selvaggio fuggì dalla strozza di papà Camillo.
Corse … volò alla capanna: prese lo schioppo e fece fuoco in aria. La fanciulla guardava tramortita.
Era uno spettacolo strano la collera pazza di quell’uomo. Un riso frenetico scattò dalle sue labbra e si perdé in un rantolo strozzato.—Non sapea più quel che si faceva … E fuori di sé appiccò il fuoco alla capannetta come per distruggere ogni cosa che gli parlava di sua figlia.—Poi di corsa furiosa, con
darkness—and when, far off, the village bell rang the Angelus, she too prayed.
And that solemn silence was like a divine prayer of Nature!
After a long wait Jeli came. This time he had left behind his pipe, and was a little flushed and very determined.
“So early?” said Màlia, trembling.
“Fifteen minutes sooner, fifteen minutes later, it’s all time gained,” answered Jeli.
“But …”
“Damn it all! I think it’s time to put aside all these ‘buts’ … Darling, don’t you know what we’re undertaking? …”
“I do know! I know it very well … ,” Màlia hurriedly replied, unable to adjust to that rash determination.
Meanwhile a distant whistle informed Jeli that their conveyance was ready.
“Come on!” he said. “Be brave, my little Màlia! It’s happiness that’s calling for us …”
Màlia uttered a cry—Jeli took her by the arm, and off they ran …
As he set foot inside the farm wagon, he shouted: “As fast as you can!”
The two young people embraced and kissed freely for the first time.
At nine o’clock Papa Camillo returned from the valley and gave a loud whistle.
The little girl came hurriedly and before she arrived:
“Where is Jeli?” he asked her. “Have you seen Jeli?”
“Boss! … Boss! …” she replied in a breathless, stifled voice.
“What are you trying to tell me? Helpless simpleton!” roared Papa Camillo.
“Jeli … ran away … with Màlia …”
“…”
And a hoarse, … wild sound escaped Papa Camillo’s throat.
He ran … flew to the hut: he took the carbine and fired into the air. The girl was watching, stunned.
That man’s mad rage was a strange sight. A frenetic laugh burst from his lips and was lost in a choked rattle.—He no longer knew what he was doing … And, beside himself, he set fire to the little hut as if to destroy everything that spoke to him of his daugh-
lo schioppo in mano, via per il viale, dove forse sperava trovare gli amanti.
Per la lugubre sera salivano al cielo sanguigne quelle lingue di fuoco …
Fumava la nera capannetta, fumava crepitando, come se col lento scoppiettio volesse salutare la bimba, che pallida, inorridita, con gli occhi fissi la guardava.
Pareva che tutti i suoi pensieri seguissero la colonna di fumo, che s’innalzava dalla sua modesta dimora …
Fumava la nera capannetta, fumava crepitando, e la bimba stette muta a riposar gli sguardi sulla cenere cupa.
Palermo ’83
ter.—Then, gun in hand, he raced furiously off down the path, where he perhaps hoped to find the lovers.
In the mournful evening those tongues of flame rose bloodred into the sky.
The little hut, blackened, was pouring out smoke, pouring smoke and crackling, as if with its slow snapping and popping it wanted to greet the little girl, who, pale, horrified, was watching it with fixed gaze.
All her thoughts seemed to be following the column of smoke that was rising from her humble dwelling …
The little hut, blackened, was pouring out smoke, pouring smoke and crackling, and the little girl stood there in silence, resting her gaze on the gloomy ashes.
Palermo ’83
LUMIE DI SICILIA
—Teresina sta qui?
Il cameriere, ancora in maniche di camicia, ma già impiccato in un altissimo colletto, coi radi capelli ben lisciati e disposti sul cranio, inarcando le folte ciglia giunte che parevan due baffi spostati, rasi dal labbro e appiccicati lì per non perderli, squadrò da capo ai piedi il giovanotto che gli stava davanti sul pianerottolo della scala: campagnolo all’aspetto, col bavero del pastrano ruvido rialzato fin su gli orecchi e le mani paonazze, gronchie dal freddo, che reggevano un sacchetto sudicio di qua, una vecchia valigetta di là, a contrappeso.
—Chi è Teresina?
Il giovanotto scosse prima la testa per far saltare dalla punta del naso una gocciolina, poi rispose:
—Teresina, la cantante.
—Ah,—sclamò il cameriere con un sorriso d’ironico stupore:—Si chiama così, senz’altro, Teresina? E voi chi siete?
—C’è o non c’è?—domandò il giovanotto, corrugando le ciglia e sorsando pe’ l naso.—Ditele che c’è Micuccio e lasciatemi entrare.
—Ma non c’è nessuno,—riprese il cameriere col sorriso rassegato su le labbra.—La signora Sina Marnis è ancora in teatro e …
—Zia Marta pure?—lo interruppe Micuccio.
—Ah, lei è parente? Favorisca allora, favorisca … Non c’è nessuno. Anche lei a teatro, la Zia. Prima del tocco non ritorneranno. È la serata d’onore di sua … come sarebbe di lei, la signora? cugina, forse?
Micuccio restò un istante impacciato.
CITRONS FROM SICILY
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