La Lista Dei Profili Psicologici. Juan Moisés De La Serna

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La Lista Dei Profili Psicologici - Juan Moisés De La Serna

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consultato il suo medico per vedere se ha qualcosa?

      –Sono andata da tutti gli specialisti, ma nessuno mi ha saputo dire a cosa è dovuto.

      –C’è qualcosa che lo ha provocato?, mi riferisco alle prime volte che si è resa conto di questo problema, sa se è successo qualcosa che ha modificato la sua vita, e che come conseguenza ha portato a questo?

      – Ecco, niente che mi ricordi,o forse sì, non so se ha qualcosa a che fare, è una scatola che ho trovato in un parco. Non mi giudichi male, ma col poco che prendo di pensione, a volte raccolgo quel che trovo per strada per vedere se è utile. So che accumulo troppe cose, ma non asa il male che ho sopportato in gioventù.

      –Accumula?― chiesi, stupito per quel commento.

      –Sí, lo so, è molto strano, ma non posso evitarlo. Tutto quello che trovo ha un posto in casa mia, già so dove lo metterò.

      –Soffre di Sindrome di Diogene?

      –Sì, mi hanno detto così, quelli dei Servizi Sociali, quando sono venuti a sgombrare l’appartamento. Si può immaginare… tutta una vita a conservare cose, da un giorno all’altro me lo hanno lasciato vuoto, senza lasciare il più piccolo oggetto.

      –Ma sa che non è salutare?― le chiesi,stupito per il verso che stava prendendo quella conversazione.

      –Lo so, però sono molto pulita, a volte trasandata, ma tenevo tutto in ordine, e nessuno si è mai lamentato.

      Non volevo insistere troppo su questo, primo perchè sembrava essere un argomento doloroso per lei, del quale ancora si vergognava, e secondo perchè non capivo cosa avesse a che vedere con la mancanza di sonno, quindi ho cercato di approfondire questo secondo aspetto.

      –Ebbene?, Quale relazione crede che possa avere la mancanza di sonno e questo oggetto che ha recuperato?

      –Ah!, sí, quella― disse, sconcertata. ―Vede, credo che sia preziosa, ma non ho neppure osato aprirla, era così bello che mi dispiaceva rompere l’involucro nel quale era avvolto.

      – Ma se non sa cos’è, come fa a togliere il sonno?― dissi, mettendo in evidenza l’incoerenza di ciò che diceva.

      –Precisamente, non so cosa sia, immagino siano un paio di scarpe nuove.

      –Scarpe?― chiesi, sconcertato.

      – Sì, o un bel fazzoletto per la testa. Non sa quanto ne vorrei uno― rispose emozionata con un gran sorriso.

      –E perchè non apre e non lo scopre?― chiesi, stupito.

      – Forse perchè è avvolto in una bella carta decorata.

      –Come quella di un regalo?― chiesi, cercando di ottenere più informazioni possibili su quell’oggetto.

      –Sì, di color rosso, per il mio gusto un colore molto attraente, e si nota che c’era un fiocco, ma ora rimane solo un pezzo incollato.

      –Ma quando l’ha trovata c’era qualcuno?

      –No, no, l’ho guardata e sono stata per un po’ con la scatola in mano, ma non è venuto nessuno a reclamarla, e non si fermava neppure chi mi passava accanto.

      –E cosa vuole che faccia?― chiesi, sconcertato per la situazione.

      –Forse che mi aiuti a dormire.

      –E riguardo al pacchetto? Insistetti su quel dettaglio.

      –Cos’ha che non va il pacchetto?

      –Cosa vuol farne?

      –Ah!, non lo so, lo riporterò dov’era, che c’è di male?

      – No, assolutamente, è che pensavo che, se quello può essere la causa della sua mancanza di sonno…

      –Sì, mi dica…―interruppe facendo molta attenzione.

      –Bene, se è così, suppongo che se va a disfarsene tutto tornerà alla normalità.

      –Crede?

      –Certo!―affermai a chiare lettere, anche se non mi era così chiaro.

      La signora mi guardò con pena, come se quella notizia le fosse arrivata al cuore dandole un gran dolore.

      –Cosa crede che debba fare?

      –Non lo so, ma se vuole risorverlo, deve aprirlo.

      –Il pacchetto?

      –Sí, il pacchetto ― ribadii.

      –Ma se è un regalo che qualcuno sta aspettando, come posso aprirlo?

      –Se lo ha lei non arriverà mai al suo destinatario, certamente lo da per perso― dissi, tentando di mostrare l’assurdità di quella situazione.

      –Preferisco che lo tenga lei― disse la donna dopo averci riflettuto un poco.

      –Cosa?― chiesi, sorpreso per quella decisione.

      –Sì, così può dirmi cos’è, e può impacchettarlo di nuovo una volta che l’ha visto, e lo riporterà dove’era ― rispose con un sorriso nervoso.

      – Ma, se lo apro…

      –Con molta attenzione ― mi interruppe la donna con gli occhi grandi come piattini e uno sguardo penetrante.

      –Sí, infatti, se lo apro, non perderà il suo fascino?

      –No, guardi all’interno e mi dica cos’è, poi lo chiuda com’era, così credo di poter dormire come prima.

      Personalmente non ero molto convinto di quale fosse la soluzione, ma vidi che questa signora era disosta a fermarsi per ciò che restava del pomeriggio se non avessi accolto la sua richiesta.

      In verità non avevo mai affrontato una situazionetanto sconcertante e assurda, “Poteva aprirlo lei stessa senza necessità di venire a una mia seduta!”, ma, poichè volevo chiudere la questione, le dissi:

      –Mi lasci vedere queste regalo!

      La signora fece uscire da una borsa per la spesa una scatola bianca con una carta rossa e sopra un nastro dello stesso colore. “Sembra proprio una scatola da scarpe”, pensai tra me e me.

      Con attenzione tolsi il nastro che ancora era presente e aprii la scatola alle spalle di quella signora, come mi aveva chiesto. Quale non fu la mia sorpresa quando la aprii del tutto.

      –Cos’è?― chiese a voce alta tra il preoccupato e lo stupito.

      –Sono scarpe?― chiese la signora, emozionata e ansiosa.

      –No, è un anello di fidanzamento e un invito a un balletto.

      –Un balletto?― chiese la signora, un po’ delusa dalle mie parole.

      –Così sembra e c’è anche una dedica, “Anche se non ci conosciamo, sono sicuro che le nostre strade si incroceranno”.

      –Non ha detto che era un

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