Eternamente Il Mio Duca. Dawn Brower
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Era quello che sperava da tempo di evitare: ora che aveva compiuto sedici anni sua madre avrebbe provato a farla maritare e a lei la cosa non andava a genio. Non che odiasse il matrimonio. Erano le scelte di sua madre che temeva! Delilah guardò con la coda dell’occhio Freya, che le fece un cenno del capo di rimando.
“Venite da me, quando avrete finito – le sussurrò l’anziana donna. La cuoca aveva afferrato al volo senza bisogno di parole. Anche lei era stata spesso vittima degli umori di Lady Penelope.
Delilah si sedette accanto a sua madre, ma a sinistra. Se si fosse trovata più a portata di mano sua madre avrebbe potuto mollarle uno schiaffo, cosa che desiderava evitare. Sua madre, quando era arrabbiata, diventava anche molto manesca. Spesso aveva schiaffeggiato sia lei che sua sorella.
“Di cosa volete parlarmi? – chiese. Teneva la testa bassa, in segno di sottomissione. Sua madre non avrebbe accettato un comportamento diverso… a meno che non si trovassero in pubblico. In quel caso il suo atteggiamento con le figlie era nettamente diverso.
“E’ ora che vi sposiate. – cominciò la donna. Era quello che Delilah temeva. “Mi aspetto che facciate un buon matrimonio. Avete abbastanza qualità da riuscire ad accalappiare un uomo abbastanza ricco da mantenere anche me e vostra sorella.” Sbuffò con disgusto. “Quella non è buona a niente!”
Povera Mirabella! Quando c’era ancora Ryan, la madre sfogava le sue ire su di lui. Partito il cugino, doveva trovare qualcun altro su cui sfogarsi. Ryan per un po’ aveva fatto da tampone e Mirabella era un bersaglio troppo facile per Lady Penelope. Non aveva una gran forza di carattere e poche armi per difendersi. Perciò nella maggior parte dei casi era Delilah la preda preferita di sua madre.
“Capisco – rispose. E in effetti era così. Sapeva che si ritrovavano in ristrettezze economiche e che per uscirne sua madre era disposta a vendere le sue figlie al miglior offerente. Tremò al pensiero di sapere chi avesse scelto Penelope per lei! “Cosa volete che faccia?”
“Voi e vostra sorella dovete accomodare tutti i nostri abiti, in modo che siano più adeguati alla moda.” Sua madre tamburellò nervosamente con le dita sulla sedia. “Sto per farvi fare la vostra entrata in società. Come sapete le nostre finanze sono limitate. La bella stagione sta per iniziare e sono fiduciosa che , prima dell’anno nuovo, avrete trovato un buon partito con cui accasarvi.. Ho già scritto a vostro cugino,che ci ha permesso a tale scopo di usare la villa di Londra.”
Oscar aveva risposto a sua madre e non a lei? Delilah non si era mi sentita così tradita in vita sua! Il cugino sarebbe dovuto stare dalla parte della sua famiglia d’origine piuttosto che di quella acquisita!
“Ah sì? – esclamò, incapace di nascondere la sua sorpresa – Non credevo che voi e il Conte vi scriveste!” Sua madre non faceva altro che lamentarsi di non avere avuto un figlio maschio in grado di ereditare la Contea di Townsend!
“Certo che sì! – rispose lei – Sono la Contessa vedova! Il mio matrimonio non ha mai annullato la volontà di vostro padre! Abbiamo diritto ad una retta trimestrale e mi tocca spesso di ricordare a vostro cugino che siamo ancora vive!”
Sicuramente aveva anche provato a mungerlo più del dovuto, pensò Delilah. Non riusciva mai a controbattere per bene alle parole di sua madre. Riparare gli abiti non sarebbe servito a molto: erano comunque vestiti vecchi, da persone povere, e loro lo erano malgrado l’entrata in società. Sicuramente sua madre aveva un piano migliore.”
“Va bene – rispose alla fine – vedrò di farmi aiutare da Mirabella. Dai suoi abiti e i miei assemblati insieme vedremo di tirar fuori qualcosa alla moda.” In realtà ci sarebbe voluto un miracolo. I loro vestiti erano tutti molto vecchi e per la maggior parte del tempo erano stati chiusi a prender polvere in un baule in soffitta. Era convinta che appartenessero alla madre di Ryan.
“Brava ragazza – le disse sua madre. Ma Delilah non si sentì confortata dalle sue parole. E non si aspettava nemmeno che sua madre lo capisse. Quando sua madre sorrideva a quel modo era più per falsità che per affetto. “Siete sempre stata la mia figlia preferita.. e la più carina.” Lo diceva solo perché fisicamente Delilah le assomigliava, mentre Mirabella era più simile a suo padre.
“Sì, madre – rispose la ragazza stancamente – Posso andare adesso? “
“Certo – esclamò sua madre, con fare sprezzante. Delilah fece un profondo respiro e si alzò; poi prese a camminare con calma, mentre usciva dalla stanza. Se fosse stata troppo veloce o se addirittura si fosse allontanata di corsa la madre l’avrebbe richiamata per tormentarla. Era meglio che la donna non capisse quanto quella conversazione l’avesse invece sconvolta.
“A proposito, mia cara – la richiamò la madre, quando Delilah era già fuori della porta. Lei si voltò.
“Sì, madre ?“
“Vi prego di non metterci troppo tempo, con quell’ammodernamento.” Il suo sorriso era diventato minaccioso. “ Partiremo per Londra a brevissimo.”
Maledizione! E sicuramente si aspettava che avessero finito tutto entro una settimana! Quindi, considerando i tempi per andare e tornare, avrebbero avuto molto meno di sette giorni per sistemare gli abiti!
“Saremo pronte, madre.“ Delilah digrignò i denti e infine uscì dalla stanza. Voleva a tutti i costi sfuggire alle grinfie di sua madre, ma non a costo di sposare un vecchio satiro, e i suoi soldi non le sarebbero stati comunque utili. Avrebbero solo garantito maggior potere a sua madre, e quella era l’ultima cosa di cui Lady Penelope aveva bisogno! No, Delilah avrebbe cercato un altro modo. In un mondo immaginario avrebbe desiderato di portarsi via con sé anche Mirabella, anche se non era sicura che la sorella fosse della stessa idea. Ella sperava e pregava di sottrarla al dominio di quella strega di sua madre. Nessuno meritava di essere trattato come uno zerbino su cui pulirsi continuamente i piedi! La prima cosa era imparare velocemente tutto ciò che Freya fosse stata in grado di insegnarle. Se fosse riuscita a provvedere a se stessa da sola, allora uno scenario infinito di possibilità le si sarebbe aperto davanti! La cosa più importante era mettere da parte un po’ di soldi. Cercava di risparmiare ovunque potesse, e soprattutto senza dire niente alla sua avarissima madre. Sperava un giorno di poter iniziare una nuova vita, e si augurava che fosse presto: non poteva aspettare! Di una sola cosa era sicura: piuttosto che sposare un uomo imposto da sua madre sarebbe rimasta zitella a vita! I prossimi mesi sarebbero stati i più difficili, ma c’era un modo sicuro per far desistere qualsiasi gentiluomo da eventuali proposte: descrivere loro come era realmente sua madre in privato, e sarebbero tutti fuggiti a gambe levate! In pubblico quella donna era affabile e gentile come ci si aspettava che fosse una persona normale. Quella bella facciata aveva già ingannato due poveracci, che probabilmente si erano amaramente pentiti di averla sposata..fino alla morte. Delilah non aveva voglia di fregare nessuno e nemmeno di giocare al rialzo.
“Eccomi qui – disse Delilah a Freya entrando in cucina – Sono pronta. Insegnatemi quel che sapete.”
La cuoca sorrise e le porse una ciotola. Poi cominciò a istruirla su come fare il pane. Non ci volle molto perché Delilah facesse un bel panetto, pronto a lievitare. La ragazza si scostò i capelli dalla faccia e rimirò quello che era riuscita a fare. Era coperta di farina dalla testa ai piedi e non si era mai sentita tanto sporca e in disordine, ma era felice. Il suo piano avrebbe funzionato. Delilah sorrise dentro di sé: sua madre non l' avrebbe mai capito, ma era riuscita fare della figlia un temibile avversario e avrebbe presto compreso le conseguenze della sua crudeltà.
CAPITOLO PRIMO
Dieci anni dopo