Il Conte Libertino. Dawn Brower

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Il Conte Libertino - Dawn Brower

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style="font-size:15px;">      Accidenti. Era ovvio che quella sarebbe stata la sua prima domanda ma, almeno, non aveva sbagliato persona. «Mio padre è a conoscenza delle mie attività.». Non era una completa bugia. Lui sapeva che sperava di diventare medico e la assecondava. Certo, non credeva che ci sarebbe riuscita, ma lei aveva intenzione di dimostrargli che aveva torto. Gli uomini avevano tutti i vantaggi nella società e le donne avevano poca voce in capitolo. Una situazione che odiava dal profondo della sua anima. «Non siate in pensiero per me.».

      «In che modo possiamo esservi di aiuto?» le chiese Sir Anthony. «La pioggia vi ha costretta ad entrare?».

      Lord Harrington alzò un sopracciglio, «Non credo sia questo il motivo.». Continuava a guardare Marian, irritandola. Stava osservando troppe cose e lei non gradiva quell’esame. «Siete qui per via del vostro piccolo progetto, non è vero?».

      Chiunque conoscesse suo padre, e quindi lei, era consapevole del suo desiderio di diventare medico. Suo padre si vantava del suo “hobby”, anche se dubitava di lei. Era il suo modo di sostenerla. Non che fosse granché né un segno di approvazione, ma finora era riuscito ad aiutarla nella sua ricerca. «E se fosse così?» alzò il mento, «Mirate ad impedirmi di compiere il passo successivo?».

      Lui allungò le mani. «Lungi da me l’ostacolare una donna intellettuale in missione. Di fatti, esponete la vostra argomentazione e vedremo se Sir Anthony è disposto ad aiutarvi.».

      Sir Anthony guardò entrambi, ma Marian se ne accorse a malapena. Era irritata più di quanto avrebbe dovuto essere. Lord Harrington era stato “gentile” a concederle la parola… che uomo sardonico, arrogante e presuntuoso. Alzare gli occhi al cielo non l’avrebbe aiutata a convincere Sir Anthony ad ammetterla nella Royal Medical Society. Fece un respiro profondo per calmarsi. Offenderlo mentalmente non avrebbe giovato ai suoi obiettivi. Doveva ricomporsi e cercare di mostrare il meglio di sé a Sir Anthony.

      «Richiedete il mio aiuto?» chiese Sir Anthony, dandole tutta la sua attenzione, «Di che si tratta?».

      «Ecco…» iniziò lei. Era molto più difficile di quanto pensasse. «Avrei una richiesta che spero accettiate.».

      «Oh.».

      Tutto lì. Non aggiunse altro né la incoraggiò a continuare. Lord Harrington, la canaglia, si appoggiò ad un tavolo vicino e incrociò le braccia sul petto. Aveva un sorriso malvagio sul quel viso troppo bello. Se Marian non fosse stata una donna, avrebbe fatto di tutto per cancellare quel sorriso compiaciuto. Qualcuno doveva tenerlo a bada, forse non sarebbe stato più così condiscendente.

      «Studio per diventare medico da molto tempo e…».

      «Davvero?» Sir Anthony si accigliò, «E vostro padre ne è al corrente?».

      «Sì, certo.» rispose lei, «Come ho già detto, è a conoscenza delle mie attività.».

      «È un’intellettuale.» aggiunse Lord Harrington, «Si sa come va quando hanno un’idea in testa. È per questo che non l’ho fermata quando è venuta, se ricordate.».

      Marian si arrese e alzò gli occhi al cielo, non poteva più trattenersi. Perché doveva sentirsi così attratta da lui? La faceva arrabbiare in più modi di quanti ne immaginasse, eppure era l’unico uomo per il quale il suo corpo si animava. Lo odiava per questo. «Grazie, milord.» si stampò un sorriso sul viso, «Dispensate consigli brillanti.».

      «È il minimo che io possa fare.» rispose lui con quella sua voce peccaminosa. Le fece venire i brividi lungo la schiena. «Come potete vedere, Sir Anthony è piuttosto scandalizzato dal vostro “hobby”. Ha perso la parola per lo shock.».

      Accidenti a lui, aveva ragione. Sir Anthony la fissava come se fosse un insetto da studiare a lungo. Non diceva una parola da diversi secondi. «Speravo che avreste favorito la mia ammissione alla Royal…».

      «Assolutamente no.» rispose lui con veemenza, «Le donne non diventano medico né studiano alcunché. Non capisco questa generazione e il bisogno di ficcare il naso in cose di cui è meglio non fare parte.».

      «Alcune donne trovano interessanti la scienza e il sapere.» disse Marian, alzando la testa in segno di sfida. «L’intelligenza è una risorsa piuttosto interessante a cui ispirarsi.».

      «Touché.» concordò Lord Harrington, «Ma io farei un ulteriore passo avanti e suggerirei che, in una donna, ci sono cose che un gentiluomo trova più attraente di ciò che è nella sua testa.».

      Lei scosse la testa, «Non sono venuta qui per discutere delle qualità che una persona cerca in un potenziale coniuge. Io voglio diventare un membro attivo della Royal Medical Society.».

      «Non succederà, mia cara. Temo che alle donne non sia permesso e non lo sarà mai.». Sir Anthony raddrizzò le spalle, preparandosi alla battaglia. Bene, lei aveva intenzione di dargli qualcosa per cui combattere.

      «“Mai” è un tempo troppo lungo da rispettare.» rispose Lady Marian, «Volete limitarvi quando ci sono infinite possibilità se accettasse la loro ammissione?».

      «Non dipende da me.» le disse Sir Anthony, «La Società ha delle regole per un motivo. Andate a casa e dedicatevi a qualcosa di più femminile. È meglio così.».

      Lei restrinse lo sguardo e serrò le labbra. Femminile? Lui era molto peggio di Lord Harrington. Almeno il conte fingeva di darle lo spazio per discutere della sua posizione. Sir Anthony era un lacchè vecchio stile. Pensava che, sottolineando i suoi tributi femminili, l’avrebbe convinta ad abbandonare la sua vocazione per dedicarsi al ricamo. Perché un uomo poteva fare tutto ciò che voleva, mentre una donna aveva alternative inadeguate? Se lei avesse deciso di dedicarsi alla pittura o al pianoforte, l’avrebbero incoraggiata. Diventare medico, invece? Era un’idea ridicola.

      «Grazie per il vostro saggio consiglio.» rispose Marian con falsa dolcezza, «Vi lascio a ciò di cui stavate discutendo. È ora che io torni a casa. Buona giornata.». S’inchinò e si voltò verso la porta.

      «Aspettate.» disse Lord Harrington facendo un passo avanti, «Vi accompagno.».

      «Non ce n’è bisogno.» lo informò lei. Marian non voleva che la seguisse fino a casa. Se avesse parlato con suo padre, sarebbe stato peggio del fallito tentativo di entrare nella Royal Medical Society. «Sono arrivata qui in sicurezza senza accompagnatori. Non ne ho bisogno per ritrovare la strada di casa.».

      «Può darsi.» rispose lui cordialmente, «Ma rimarrò al vostro fianco durante il tragitto, insisto. Non mi perdonerei mai se vi succedesse qualcosa che io avrei potuto impedire.». Un angolo della sua bocca si curvò in modo sensuale. «Ammiro vostro padre e solo per questo vi scorterei fino ai confini della Terra. Nulla di ciò che direte mi farà cambiare idea.».

      Accidenti a lui. Lo maledisse per la millesima volta nel giro di mezz’ora. Di questo passo, avrebbe iniziato a farlo ad alta voce. Non avrebbe mai vinto in una discussione con lui. Il modo più semplice sarebbe stato assentire, ma ciò la irritava comunque.

      «Bene.» rispose lei, «Faremo come dite.».

      «Succede sempre così.» ribatté lui, «Buon per voi che abbiate ragionato.». I suoi occhi blu brillavano di malizia. Era un presuntuoso mascalzone.

      Lei strinse i denti e si astenne dal rispondere. Invece, si voltò e uscì dall’edificio, lontano dalla misoginia di Sir Anthony. Non avrebbe rinunciato al suo sogno. Doveva esserci un altro modo, e se c’era, lo avrebbe trovato.

      La pioggia non si

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