Il Volto della Paura. Блейк Пирс

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Il Volto della Paura - Блейк Пирс Un Thriller di Zoe Prime

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andò via, provando al sensazione di essere stata salvata dalla campanella.

      E poi sentì un’altra campanella, stavolta letteralmente: uno squillo proveniente dalla tasca. Tirò fuori il cellulare mentre attraversava la sala d’attesa, vedendo il nome di Shelley sul display.

      “Agente Speciale Zoe Prime,” disse. Era piacevole usare il titolo ufficiale, anche quando sapeva chi stesse chiamando.

      “Z, sono io. Il comandante vuole che tu venga immediatamente in aeroporto. Abbiamo un caso a Los Angeles. Fai la valigia, ci vediamo lì.”

      “Quanto tempo ho?” chiese Zoe.

      “Il volo parte tra quarantacinque minuti.”

      “Ci vediamo lì,” rispose Zoe. Mise giù il telefono e avanzò più celermente attraverso il corridoio, calcolando quanto tempo avrebbe avuto a disposizione per fare i bagagli, considerando la durata del viaggio per l’aeroporto.

      Dentro di sé, provò una sensazione di vago entusiasmo. Era passato un po’ di tempo dall’ultimo caso, tutto scartoffie, udienze e burocrazia. Naturalmente non era per niente felice che qualcuno fosse morto, ma le sarebbe servito immergersi in un semplice caso di omicidio, e nella sua mente incrociò le dita che si trattasse proprio di qualcosa del genere.

      CAPITOLO QUATTRO

      Zoe guardò fuori dal finestrino, vedendo le nuvole che scorrevano sotto l’ala dell’aereo. Quella vista avrebbe potuto regalarle una sorta di pace. Dopotutto, non c’era niente da contare. Ma non le piaceva la sensazione di essere così lontana da terra, e non le sarebbe mai piaciuta. Odiava il pensiero che qualcun altro avesse il completo controllo e fosse responsabile della sua vita.

      “L’Agente Speciale al Comando Maitland ci ha dato questi dossier,” disse Shelley, tirando fuori un paio di portadocumenti per attirare l’attenzione di Zoe.

      Zoe si voltò verso di lei, strizzando gli occhi per concentrarsi. “Bene. Cosa c’è di talmente tanto urgente da non poter attendere una riunione di persona?” I capelli biondi di Shelley erano perfettamente legati in un chignon, e il suo trucco era più curato e preciso che mai. Zoe si domandò per un attimo come riuscisse sempre ad apparire così ordinata, nonostante avesse una figlia piccola a casa, e persino quando era costretta a salire su un aereo con un così breve preavviso.

      “Due vittime,” disse Shelley. Aprì i dossier. “Evidentemente la squadra sul posto ha ritenuto di non poter fare a meno dell’aiuto dell’FBI. Ci hanno girato il caso volontariamente.”

      “Volontariamente?” Zoe inarcò le sopracciglia. “Non mi stupisce che Maitland ci voglia lì il prima possibile. Probabilmente, ha pensato potessero cambiare idea.”

      Non accadeva spesso che mettessero le mani su un caso che fosse stato loro ceduto intenzionalmente. Le forze dell’ordine di solito erano territoriali, volevano occuparsi personalmente di un caso dall’inizio alla fine. Zoe lo capiva. Ma questo, di solito, portava a un clima molto teso e a una cooperazione estremamente riluttante. Gli agenti locali erano inclini a sospettare che quelli dell’FBI arrivassero e sottraessero loro un caso, bollandoli come non idonei al servizio, nonostante di solito questo sospetto non avesse alcun fondamento reale. Sarebbe stato bello essere le benvenute, almeno una volta.

      Shelley aprì il primo dossier e iniziò a leggere. “La prima vittima è un maschio, bianco, di poco più di trent’anni. Si chiamava John Dowling, ma la polizia del posto ci ha messo un bel po’ per identificarlo.”

      Zoe cercò di ignorare il nome e il modo in cui sentirlo l’avesse colpita. Dopotutto, John era un nome piuttosto comune. Non avrebbe dovuto immaginare John sanguinante, colpito da un proiettile o strangolato per proseguire. “Per quale motivo?”

      “Il cadavere era pesantemente ustionato. Secondo l’autopsia, qualcuno gli ha prima tagliato la gola, dopodiché ha portato il cadavere da un’altra parte e gli ha dato fuoco.”

      “Sappiamo dove è stato commesso il crimine?”

      Shelley esaminò gli appunti. “Ancora nessuna informazione sul luogo effettivo dell’omicidio. Si pensa possa essere stato commesso in un’abitazione privata, dato che sul luogo di ritrovamento non c’era molto sangue e non è stato segnalato nulla. Il corpo è stato portato in una strada isolata e bruciato nel cuore della notte. Quando un residente del posto lo ha notato ed è stato abbastanza coraggioso da avvicinarsi a dare un’occhiata, il fuoco ne aveva già fatto scempio.”

      Shelley passò silenziosamente una foto alla sua partner. Mostrava un cadavere annerito e contorto, quasi al punto da essere irriconoscibile come essere umano. Sembrava un oggetto di scena, piuttosto che una persona in carne e ossa. Tanto di cappello a chi era riuscito a determinare la causa della morte, pensò Zoe. Deve essersi trattato di un lavoraccio.

      C’era un’altra foto nel dossier, l’immagine sorridente di un giovane uomo. Mostrava John Dowling in vita; probabilmente era stata presa da uno dei suoi account social. Si trovava in una stanza piuttosto buia, e sullo sfondo erano visibili delle persone: probabilmente si trattava di una festa. Il ragazzo sembrava felice.

      “Al momento abbiamo qualche indizio su di lui? Nemici, rancori?”

      “Ancora niente. L’indagine è in corso.”

      “Ok. E la seconda vittima?”

      Shelley chiuse il primo dossier e prese il secondo, respirando con la bocca. “Storia simile. Sgozzata, poi bruciata. Una giovane donna, Callie Everard. Circa venticinque anni. Era anche bella.”

      Zoe riuscì a stento a trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo. La stupiva sempre il fatto che le persone, persino la sua esimia partner, dessero importanza a cose del genere. Giovane, vecchia, carina, brutta, magra, grassa: un morto era un morto. Ogni vita tolta era qualcosa sui cui investigare, ogni assassino qualcuno da punire. I particolari facevano poca differenza.

      “Il luogo?”

      “Questa volta è successo tutto nello stesso vicoletto. Sembra che l’assassino si sia avvicinato a lei, le abbia tagliato la gola, abbia aspettato che morisse e poi le abbia dato fuoco. Almeno ha avuto un po’ di pietà. A quanto pare, non era cosciente quando è stata bruciata.”

      In questo caso, Zoe condivideva il sentimento della sua partner. C’erano pochissimi modi piacevoli di morire, ed essere bruciati non faceva parte di quella lista ristretta. “Cosa sappiamo di lei? Era stata forse presa di mira in qualche modo?”

      “Gli agenti locali non hanno ancora finito di indagare. È stata trovata ieri, e sono riusciti a identificarla soltanto stamattina presto. Hanno informato i suoi familiari, tutto qui.”

      Zoe cercò le foto. Questo cadavere era meno ustionato, anche se leggermente. Era comunque possibile capire che si trattava di una donna, e sul cadavere c’erano ancora brandelli di carne rossa e cruda che spiccavano su quella massa annerita.

      “Riesci a capire qualcosa dalle immagini?” domandò Shelley.

      Zoe alzò lo sguardo e si rese conto che la sua partner la stava osservando intensamente. “Non ancora. Non vedo niente di utile. il fuoco distrugge le cose, le altera. Non riuscirei neanche a stabilirne in modo attendibile l’altezza e il peso, se non avessimo i rapporti medici.”

      “Entrambi giovani e in forma. Forse si tratta semplicemente di un delitto passionale. Magari avevano un amico in comune, o un ex amico, che ha perso la testa e ha deciso di sistemare la cosa a modo suo.”

      “Magari.”

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