Il Killer di Halloween. Блейк Пирс
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Van la interruppe con una voce allegra in modo incongruente.
“Beh, grazie di aver chiamato Agente Paige. Lo apprezzo davvero. Mi piace che ci teniamo in contatto, aiutandoci.”
Riley abbozzò un sorriso. Sapeva che questo era il modo di Van Roff di dire che quell’intera conversazione non aveva mai avuto luogo, per quanto lo riguardava. Poteva sempre contare sul fatto che Van mantenesse un segreto.
“Arrivederci, Van” rispose. “E grazie ancora.”
Terminò la telefonata e si buttò tristemente sul bordo del letto. Ricordò una frase che Van aveva appena detto.
“Qualcuno non vuole che si sappia che cosa le è successo.”
Riley aveva la sensazione che quel “qualcuno” fosse la stessa Jenn, che non voleva essere trovata. E, se Van Roff non poteva trovarla, nessun altro ci sarebbe potuto riuscire.
Se n’è andata, Riley pensò. Jenn se n’è andata sul serio.
Riley lottò per un istante con sentimenti di tristezza, rabbia e tradimento.
Non posso farci niente, si disse. Jenn ha fatto la sua scelta. Non spetta a me.
Ora, l’attendeva qualcosa di piacevole. Si alzò dal letto e andò all’armadio, per cercare qualcosa di carino da indossare al suo appuntamento a pranzo. Mentre cercava tra i vestiti, sorrise per l’ironia del fatto che volesse apparire al meglio quel giorno.
Che strano, pensò.
Eccola lì, provando a impressionare un uomo che già conosceva meglio di quasi chiunque altro.
CAPITOLO DUE
Avevano ordinato i loro panini, e ora Riley era seduta tranquillamente, guardando il suo partner dall’altra parte del tavolo.
Bill ricambiò lo sguardo.
Entrambi sorrisero.
Nessuno di loro disse una parola, ma non sembrò importante.
Almeno non ci sentiamo a disagio, pensò.
In effetti, le cose sembravano andare molto bene tra loro, in quel momento.
Erano seduti ad un accogliente tavolo privato nella Hannigan’s Public House. Dopo aver passato anni e anni a prendere qualcosa da mangiare al volo, a mangiare in caffè sudici e fast food, oppure ordinando pizza nelle camere dei motel, questo era un bel cambiamento per loro due, o almeno per loro due insieme. Non riusciva a ricordare che avessero pranzato insieme in un posto simile.
Certamente non mentre lavoravamo ad un caso.
Era contenta che Bill avesse scelto Hannigan’s per il loro …
Appuntamento, rammentò a se stessa. Siamo davvero ad un appuntamento.
Infatti, sembrava un appuntamento tradizionale quasi in un modo pittoresco. Bill era persino passato a prenderla a casa ed erano arrivati lì in auto. Era anche contenta di vedere che, come lei, lui si era sforzato di avere un bell’aspetto. Indossava un elegante cardigan con bottoni sul davanti, e i suoi capelli neri sempre voluminosi erano acconciati in modo impeccabile.
Un bell’uomo, pensò.
Bill non era mai stato un ragazzo di successo come il suo ex-marito, Ryan. Non era mai stato calmo e piacevole come il suo ex-ragazzo Blaine. I suoi tratti appartenevano a un uomo che aveva vissuto una vita dura, ma aveva anche l’aspetto di un uomo che aveva ottenuto dei risultati.
Riley sapeva che la vita aveva lasciato il segno su entrambi. I suoi capelli neri, come quelli del partner, mostravano tocchi di grigio. Cerchi intorno agli occhi, come i suoi, rispecchiavano i brutti incontri fatti nel corso degli anni. Sebbene gli uomini in generale sembrassero attratti da lei, sapeva che la maggior parte non aveva alcuna idea di come fosse in realtà l’Agente Speciale Riley Paige.
Finalmente, Bill si protese verso di lei, prendendole la mano.
Le chiese: “Riley, funzionerà?”
Riley abbozzò una leggera risata.
“Non lo so, Bill” rispose. “Non sono neanche sicura di che cosa ‘si’ tratti. Tu sì?”
Anche Bill rise.
“Beh, ho qualche idea, ma non posso dire dove ‘questo’ ci porterà.”
“Neanch’io” Riley rispose.
Tornarono di nuovo in silenzio. Riley era sicura di una cosa soltanto. “Questo” era qualcosa di romantico, un cambiamento nelle vite di entrambi, che passavano dall’essere migliori amici a qualcosa di più che amici.
Riley ricordò il momento dolce, caloroso, quando “questo” era iniziato. Era accaduto un paio di settimane prima, proprio dopo che avevano chiuso il loro ultimo caso. Si erano seduti insieme nella camera di hotel di Riley, entrambi sconvolti e tristi. Riley era amareggiata e ferita a causa dell’inspiegabile sparizione di Jenn. Bill era spaventato perché Riley si era quasi fatta uccidere da un folle psicopatico.
Per nessuno dei due era stata la prima volta in cui avevamo rischiato di morire, naturalmente. In effetti, era probabile che non si fosse trattata neanche della centesima volta. Ma, in quell’occasione, Bill era sembrato particolarmente sconvolto.
Infine, le aveva detto esattamente perché.
“Non penso di poter sopportare di perderti. Non penso che potrei vivere senza di te.”
Poi, senza aggiungere altro, si erano baciati.
Dopodiché, si erano stretti in silenzio per un po’ senza parlare.
Questo era successo, fino ad allora: un singolo bacio e un lungo e silenzioso abbraccio. Erano stati entrambi troppo malconci a causa della loro lotta col killer, per poter far procedere le cose.
Il sorriso di Riley si allargò al ricordo.
Vide che anche Bill sorrideva.
Sta ricordando anche lui quel momento?
Non ne sarebbe stata affatto sorpresa. Come una vecchia coppia sposata, spesso finivano col ritrovarsi a pensare le stesse cose e a completare reciprocamente le frasi.
Lei e Bill avevano lavorato insieme come partner per anni. Si erano salvati reciprocamente dai mostri, aiutandosi in momenti terribili, e la loro amicizia era sopravvissuta, anche Riley, ubriaca, ci aveva provato con lui, quando era ancora sposato.
Avevano anche superato i rispettivi divorzi, e, nel caso di Bill, la quasi completa perdita di contatto con i suoi figli, quando la sua ex-moglie si era trasferita e risposata. L’uomo sapeva dei problemi e delle lotte di lei con Ryan, del suo divorzio e persino della sua recente relazione con Blaine.
Non si erano visti molto dalla chiusura di quel caso. Non avevano avuto una possibilità di chiarire.
Bill aveva fatto visita a Riley a casa un paio di volte, e avevano parlato un po’ al telefono. Non avevano fatto cenno a quel bacio, ma naturalmente Riley ci aveva pensato per