Il Killer di Halloween. Блейк Пирс

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Il Killer di Halloween - Блейк Пирс Un Mistero di Riley Paige

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allora, il cameriere apparve con i loro panini.

      E il cellulare di Riley si mise a squillare.

      Pensò di ignorare la chiamata, finché vide che si trattava del capo, il caposquadra Brent Meredith.

      Quando rispose alla chiamata, Meredith andrò dritto al punto come al solito.

      “È pronta a prendere un altro caso, Agente Paige?”

      Riley sorrise alla domanda. Dire “no” a Brent Meredith non era affatto un’opzione.

      “Sono pronta” rispose.

      “Bene. Allora venga immediatamente nel mio ufficio.”

      Meredith mise fine alla chiamata senza aggiungere altro.

      Bill disse: “Presumo che Meredith fosse nel suo solito mood di chiacchierone.”

      Riley rise e disse: “Sì, parla senza sosta talvolta. Ad ogni modo, immagino che abbiano bisogno di noi, e subito, come al solito. Mi dispiace per il pranzo.”

      “Possiamo mangiare per strada” Bill disse. “Nulla d’insolito al riguardo.”

      Bill fece cenno al cameriere e gli chiese di mettere i panini in un sacchetto e portare il conto.

      Lui disse: “Quante volte pensi che saremo costretti a rinunciare al pranzo?”

      Riley fece un sorrisetto e disse: “Immagino che alcune cose non cambino mai.”

      Bill pagò il conto, e presero il pranzo con sé, dirigendosi verso la sua auto.

      CAPITOLO TRE

      Mentre entravano nell’edificio del BAU, Bill continuò a rimuginare sulle ultime parole pronunciate da Riley, pochi istanti prima della brusca fine del loro appuntamento.

      “Immagino che alcune cose non cambino mai.”

      Anche Bill trovava quasi comico il modo in cui una telefonata aveva interrotto la loro conversazione … proprio com’era accaduto innumerevoli volte.

      Avevano frettolosamente impacchettato il loro pasto e si erano infilati nell’auto … proprio come sempre.

      In quel momento stavano percorrendo un corridoio familiare, diretti all’ufficio di Meredith. Tutto era riconducibile all’imprevedibilità in cui lui e Riley avevano vissuto per tanti anni.

      Eppure, sapeva che il bacio che avevano condiviso un paio di settimane prima aveva cambiato tutto tra di loro. Era consapevole che Riley la pensava allo stesso modo. Avrebbe davvero voluto poter avere più tempo a disposizione per chiarire le cose. Prima o poi, avrebbero dovuto scendere a patti con quei cambiamenti.

      Prima è meglio è.

      Ma, ovviamente, quello non era il momento. Non si erano quasi parlati durante il viaggio in auto. Erano stati impegnati a mangiare i panini che avevano portato via dal ristorante, ma Bill sentiva anche che la mente di Riley era già sul caso che stavano per affrontare.

      Anche la mia dovrebbe esserlo, pensò.

      Si chiese se le cose sarebbero sempre andate così da allora in poi? Il loro lavoro insieme avrebbe contato sempre più di qualsiasi cosa sarebbe potuta accadere tra loro?

      Quando entrarono nell’ufficio di Meredith, il loro capo, un uomo dai tratti duri e spigolosi, con il consueto cipiglio minaccioso sollevò lo sguardo dalla scrivania. La sua espressione era severa, mentre sottolineò: “Non mi aspettavo di vederla, Agente Jeffreys.”

      Bill spalancò gli occhi per la sorpresa. Vide che anche Riley era stupita.

      Bill balbettò, mentre lui e Riley si sedevano di fronte alla scrivania di Meredith: “Beh, l’Agente Paige ha detto che …. aveva chiamato riguardo ad un nuovo caso, e ho solo desunto …”

      Meredith alzò le spalle. “Sì, ho un nuovo caso per lei. Non ho chiesto anche di lei, agente. Infatti, la sua presenza non sarà necessaria stavolta. L’Agente Paige lavorerà con un altro partner.”

      Bill provò un senso di preoccupazione.

      Che cosa succede qui? si chiese.

      Meredith aveva già capito che stava accadendo qualcosa tra lui e Riley, prima ancora che lo avessero chiarito a loro stessi? Non poteva immaginare come, ma Meredith aveva un modo quasi inspiegabile di sapere come stavano le cose riguardo agli agenti sotto la sua autorità.

      Ci separerà? Bill si domandò.

      “Sto solo provando ad addestrare una nuova agente” Meredith spiegò. “Una recluta. Ho immaginato che potesse essere una buona esperienza per lei lavorare con l’Agente Paige, almeno  stavolta.”

      Una nuova agente? Bill pensò.

      Era sollevato che la disposizione non sembrasse permanente, ma provò anche un nuovo senso di ansia. Il loro lavoro con le loro ultime reclute si era rivelato fallimentare. Non sopportava neppure il ricordo di Lucy Vargas, che aveva ottenuto la loro stima ma era morta in una terribile sparatoria. L’ultima recluta, Jenn Roston, aveva portato con sé altri problemi.

      Bill non poteva negare che la ragazza si fosse dimostrata una brillante e promettente giovane agente, ma non si era neppure inserita completamente e il suo passato complicato l’aveva apparentemente raggiunta. C’era di peggio: Bill era ben consapevole che Riley conosceva alcuni segreti del passato di Jenn, ma non si era sentita libera di svelarglieli, segreti che avevano condotto alla misteriosa scomparsa della ragazza, avvenuta un paio di settimane prima.

      Aveva provato a convincersi che, quali che fossero stati i segreti che Riley e Jenn avevano condiviso, non lo riguardassero affatto. Ma non ci era ancora riuscito. Ricordò come, solo poco prima, lui e Riley avevano ammesso di sentirsi più vicini di quanto non fossero stati con i rispettivi coniugi. Non era affatto insolito, in realtà. Era così che le cose dovevano andare tra partner.

      Ma Jenn aveva considerevolmente legato più con Riley che con lui, facendolo sentire escluso, e persino in qualche modo amareggiato. Per quasi due decenni, Bill e Riley avevano custodito dei segreti, e di rado, se non mai, si erano mentiti a vicenda. Il che spiegava perché a Bill non piacesse il fatto che Riley mantenesse dei segreti su Jenn.

      La cosa si sarebbe ripetuta anche con una nuova giovane recluta?

      Spero di no, l’uomo pensò. Le cose erano complicate abbastanza, tra lui e Riley, già così.

      Meredith dette un’occhiata al suo orologio. “L’ho contattata, chiedendole di unirsi a noi. Dovrebbe essere qui da un momento all’altro. Si chiama Ann Marie Esmer, e non potrebbe essere più acerba. È appena uscita dall’accademia, e non ha mai lavorato ad un vero caso.”

      Riley inclinò il capo, incuriosita.

      “Significa che non ha mai operato nelle forze dell’ordine?” Riley chiese.

      “Esatto” fu la risposta di Meredith.

      “Allora com’è entrata nell’accademia?” fu la successiva domanda di Riley.

      Meredith unì tutte le dita formando una torre, si mosse appena nella sedia e sorrise.

      “Nello

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