Il Killer di Halloween. Блейк Пирс

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Il Killer di Halloween - Блейк Пирс Un Mistero di Riley Paige

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sorriso di Tyler si allargò.

      “Avrei dovuto immaginarlo” disse, scuotendo il capo. “La mela non cade troppo lontano dall’albero.”

      “Credo di no” Ann Marie replicò.

      Riley si sentiva perplessa ora.

      Chi è questa ragazza? si chiese.

      E perché diavolo ne sa così tanto di cadaveri?

      Ma non era il momento di scoprirlo. Non aveva ancora un’idea del motivo per cui fossero lì.

      Chiese allo sceriffo e al coroner: “La causa della morte è stata determinata?”

      “Forse” lo Sceriffo Wightman rispose.

      “Non ne siamo sicuri, però” Tyler aggiunse. “Vi mostro che cosa intendo.”

      Riley si accovacciò accanto al cadavere con Ann Marie e Tyler.

      Tyler indicò un punto dove il costume era stato aperto, per rivelare una ferita proprio al centro del petto.

      “È stata trafitta allo sterno, proprio al cuore” Tyler disse. “Ma non con un coltello.”

      Tastò la ferita, del tutto peculiare, ed aggiunse: “Come potete vedere, l’apertura è quasi perfettamente tonda. Sembra che sia stata trafitta da qualcosa di estremamente appuntito e di forma cilindrica.”

      Un paletto nel cuore! Riley si chiese, mentre Ann Marie scattava una foto della ferita.

      Sicuramente no.

      Ma i dettagli di questo omicidio le stavano apparendo man mano sempre più strani.

      Riley chiese: “Avete delle teorie in merito al tipo di arma che è stata utilizzata?”

      Prima che Tyler potesse rispondere, Ann Marie sussultò.

      “Oh, guardate qui!”.

      Ora era intenta a scattare foto dei segni dentellati sul costume.

      Tyler confermò: “Sì, sono davvero strani. Date un’occhiata proprio qui.”

      Mostrò a Riley ed Ann Marie un altro posto in cui aveva tagliato il costume, per ottenere una vista migliore della carne sottostante, svelando che i segni nel costume erano accompagnati da rientranze sul corpo. Sembrava che quest’ultimo fosse stato colpito da qualcosa di pesante, come un martello.

      Ciò che davvero colpì Riley era la strana forma dei segni. Erano a forma di pera, ma divisi al centro. Prima che Riley potesse identificare esattamente tale forma, Ann Marie intervenne.

      “Sembrano impronte di zoccoli.”

      “Lo penso anch’io” Tyler concordò.

      Riley provò un pizzico di confusione.

      Chiese pertanto: “State dicendo che la donna è stata calpestata a morte da un animale con gli zoccoli?”

      Tyler scosse il capo. “Non sto ancora dicendo una cosa simile. Non sono ancora certo che questi segni siano stati fatti prima o dopo la ferita inferta al petto. Ma ho la sensazione che siano stati fatti in seguito, dopo che la vittima era già stata trafitta.”

      Ann Marie sussultò di nuovo.

      Disse: “E l’oggetto che l’ha trafitta aveva la forma di un corno di un animale con gli zoccoli! Come se fosse stata trafitta a morte!”

      “Così sembra” Tyler disse.

      Riley riuscì a malapena a credere alle proprie orecchie.

      Lei disse: “State dicendo che questa donna è stata colpita al petto da un grosso animale, che poi le ha schiacciato il corpo?”

      Tyler fece spallucce: “Come ho detto, non sono ancora in grado di affermarlo.”

      Ann Marie chiese: “Ma di che tipo di animale potremmo parlare?”

      Lo Sceriffo Wightman si espresse con una sorprendente nota di certezza.

      “Un caprone.”

      Riley guardò lo sceriffo. Intuì dalla sua espressione che intendeva davvero ciò che aveva detto.

      “Non capisco” Riley disse.

      “Neanch’io” Wightman disse. “Ma sono piuttosto sicuro che saranno in molti a finire morti, se non mettiamo fine a questo. Vi dimostrerò perché, quando torneremo alla stazione. Spero che il BAU possa trovarci un senso. Pensate che vada BENE se Tyler e la sua squadra portano il corpo in obitorio ora?”

      “Va bene” Riley assentì.

      Appena Tyler iniziò a distribuire ordini alla sua squadra, Wightman si rivolse a Riley e Ann Marie: “Andiamo in stazione. Potete seguirmi con la vostra auto. Quando arriveremo, potrò aggiornarvi su quanto sappiamo finora.”

      La mente di Riley si mise in moto, mentre lei ed Ann Marie tornavano al loro veicolo. Questo omicidio era molto più strano di quanto avesse immaginato; troppo strano, sospettava, perché la polizia locale lo affrontasse per conto proprio.

      Si sarebbe rivelato un vero caso dell’FBI dopotutto?

      Mentre, entrata in auto con la sua nuova partner, seguiva il veicolo dello sceriffo, Riley era assillata da qualcos’altro: il comportamento di Ann Marie sulla scena del crimine. Sembrava che il capo coroner sapesse più su di lei di quanto la stessa Riley sapesse. Quella situazione doveva cambiare.

      Riley provò a pensare ad un modo diplomatico di affrontare l’argomento. Ma la sua impazienza ebbe la meglio su di lei, e disse ad alta voce ad Ann Marie: “Ma chi sei tu, piuttosto?”

      CAPITOLO SEI

      Quelle parole, appena pronunciate, sembravano riecheggiare nell’auto e Riley si pentì immediatamente della schiettezza della propria domanda.

      “Chi sei tu, piuttosto?”

      Ann Marie la guardò con sorpresa. Sembrava che la recluta stesse provando a comprendere ciò che Riley stava chiedendo.

      Riley balbettò: “Ciò che intendo dire è … sai molte cose sui cadaveri … e il coroner sembra conoscerti … e …”

      Ann Marie esplose in un sorriso.

      “Oh, quello” disse. “Sì, immagino di dover essere sembrata un po’, macabra. Beh, sono cresciuta tra i cadaveri.”

      “Huh?” Riley disse.

      “Mio padre gestisce un’agenzia di pompe funebri a Georgetown, la Esmer’s Funeral Home.”

      Poi, rise ed aggiunse: “È un lavoro prospero, mi creda. I ricchi muoiono tanto quanto chiunque altro. Chi lo avrebbe mai pensato, vero? Ad ogni modo, papà ha ottenuto una reputazione davvero professionale nel suo settore, perciò molti uomini della scientifica lo conoscono. Ecco perché il coroner ha riconosciuto il mio nome.”

      Riley provò a tenere gli occhi sulla strada, e sull’auto che stava

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