Il Papa Impostore. T. S. McLellan
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Читать онлайн книгу Il Papa Impostore - T. S. McLellan страница 8
«Ma anche i rabbini ebrei non sono celibi». Il cardinale Fred si strofinò il mento pensieroso. «Mi piace il concetto del vescovo Jose, ma non penso che al momento potremmo ottenere un voto a maggioranza su questo tema: c’è un grande movimento nelle Americhe per consentire agli uomini sposati di entrare nel sacerdozio».
«Be’, finché non ne facciamo un prerequisito», il cardinale Bill scrollò le spalle in modo disgustato.
«Alcuni dei miei pari mi hanno chiesto di parlarti del movimento dei preti di donne», ha detto il vescovo Jose al Cardinale Bill.
«Mai, mai in un milione di post-vendite, niente da fare!»
«Sai», disse il Cardinale Bill, prendendo una polpa di anguria dal suo orecchio, «Molti paesi progressisti hanno avuto donne leader e hanno funzionato bene Indira Ghandi, Golda Meir, Corazon Aquino, Margaret Thatcher. “Renderebbe molto più calde quelle convenzioni teologiche solitarie, specialmente se revochiamo la regola del celibato».
«Assolutamente no! Perché non fare un maiale prete, mentre ci siamo?»
«Sembra a me», il vescovo Jose ridacchiò, «siamo tutti pronti».
Ancora una volta, entrambi i cardinali lo fissarono. «È uno scherzo”, cercò di spiegare, «Vedete, negli Stati Uniti, un uomo che pensa che le donne siano cittadini di seconda classe è chiamato maiale sciovinista, solo un nome, nient’altro. A quello dopo, ok?»
Il cardinale Bill annuì. «C’è molto di più da discutere su questo tema: il controllo delle nascite tra i parrocchiani».
«Sto invecchiando!» Il vescovo Jose ha esclamato. «Come può un uomo entrare veramente in comunione con una donna attraverso un muro in lattice? Non è naturale».
«E Cristo non ha mai usato il controllo delle nascite».
«Per quanto ne sappiamo, Cristo non ne ha mai avuto bisogno e comunque non avevano un adeguato controllo delle nascite».
«L’astinenza è ancora la migliore e sarà sempre la migliore forma di controllo delle nascite», ha criticato il cardinale Fred. «Qual è il prossimo argomento all’ordine del giorno?»
«Divorzio».
Il cardinale Bill si rivolse al vescovo Jose.
Il vescovo Jose scrollò le spalle. «Non credo sia giusto scomunicare una persona divorziata, ho consigliato molti divorziati e li ho scomunicati, parlo di donne calde, appassionate, tristi e sole, ma non mi sono mai sentito così bene. Voglio dire che consiglierei una giovane moglie per settimane, a volte mesi, giorno dopo giorno, cercando di farle vedere l’errore dei suoi modi. L’avrei portata nel mio rifugio privato a Palm Springs per potersi rilassare nella santità della Chiesa vasche termali e sentire i raggi di calore del meraviglioso sole del Signore sulla sua carne nuda. Ma poi il marito l’avrebbe divorziata comunque. Ciò che voglio dire è che ho una conoscenza di prima mano che queste donne erano donne molto buone, devote cattoliche le donne ei loro mariti hanno divorziato comunque. Se il marito avvia il divorzio, perché la moglie dovrebbe pagare?»
«Ma il divorzio è proibito dalla legge di Dio».
Il vescovo Jose scrollò le spalle. «Ho passato le Scritture avanti e indietro e non vedo dove il divorzio sia un peccato capitale, forse ai vecchi tempi, ma fingiamo per un momento di essere una chiesa progressista in un mondo progressista».
Il cardinale Bill diede una pacca sulla spalla al vescovo Jose. «Tu, amico mio, non sei ovviamente un gesuita».
Il cardinale Fred grugnì: «Tutto questo discorso è solo questo: parla, che tipo di azione possiamo intraprendere se il Vaticano è ricucito da conformisti di vecchia data?»
Il vescovo Jose si guardò intorno nella taverna con sospetto, poi si sporse in avanti e disse sottovoce: «Penso di conoscere un modo».
Capitolo 9
Dorothy si fermò davanti al ristorante e fece un respiro profondo. Non si sentiva bene su quello che stava per fare, ma una promessa era una promessa.
Girandosi i capelli, si avvicinò al maitre. «Festa di Donald Harris».
«Oui, madamoiselle».
Il maitre l’aveva portata all’angolo della finestra, circondata da palme di plastica e una bella vista di un terreno abbandonato che era adorato dai trafficanti di droga. Seduto al tavolo tra i palmi sedeva Donald, con un’espressione splendente in uno smoking nero, che trasaliva sulla tovaglia a quadretti rossa e bianca. Si alzò mentre si avvicinava e il maitre le tirò fuori la sedia.
«Donald», piagnucolò lei, “non hai detto niente di abbigliamento formale, guardami, sono un disastro».
«Ti sembro preoccupato?»
Si torceva i capelli un po’più forte. «No, stai benissimo».
«Quindi, vuoi? Hanno dei calamari fantastici qui».
«Suona bene».
Donald schioccò le dita in aria. «Yo! Waiter! Un piatto di calamari e due birre!» Trasalì a Dorothy. «Allora, tesoro, cosa è successo?»
«Cosa intendi, ‘cosa è successo?’ Tu sei quello che voleva parlare, quindi eccoci qui. Tu parli, io ascolterò».
Donald si grattò il naso. «Accidenti, non so cosa dire, volevo dire cosa è successo ora l’ho detto e non mi stai dicendo cosa è successo».
«Cosa intendi, ‘cosa è successo?’ Quando dove?»
Donald si grattò un sopracciglio. «Intendo con noi, tu ed io, un minuto siamo felicemente sposati e l’attimo dopo te ne sei andato e non mi dici due parole sul perché».
Dorothy prese la birra dal cameriere. «Non lo sai? Davvero no? È a causa dei tuoi amici gangster. Ti ho detto di non vedere di nuovo John Garcia, ma tu lo inviterai a guardare il baseball e Carl mi ha detto come gli hai chiesto di influenzare il risultato del gioco Dodgers. Non credo che decapitare il suo animale preferito fosse una cosa carina da fare».
«Era un pesce rosso, per l’amor di Pietro».
«Era ancora il suo animale preferito: quel pesce significava molto per Carl».
«Ok, forse ho sbagliato sul pesce».
«Devo riprenderlo, monsieur?» chiese il cameriere.
«Non quello, lascia qui».
«Oui,