Il Suo Lupo Imprigionato. Kristen Strassel
Чтение книги онлайн.
Читать онлайн книгу Il Suo Lupo Imprigionato - Kristen Strassel страница 8
“Che cazzo ne sai di essere un alfa?” Major mi dette una spinta.
Lo ignorai. “Come alfa, la proteggerò. L'abbiamo messa in questo casino, la tireremo fuori. Sta lottando per prendersi cura di noi. Nessuno la sta aiutando con donazioni, se ne stanno solo lavando le mani dei loro problemi. Io li risolverò.”
“Che nobile”, mi schernì Major. “Puoi pomiciare con la tua nuova ragazza umana mentre io faccio a pezzi Ryker. Così è come si risolvono i problemi.”
Mi tuffai al collo di Major. Non sapeva ascoltare la ragione, per lui tutto si risolveva con la violenza. Avrebbe ricevuto il messaggio.
“Ragazzi!” gridò Trina. Si precipitò verso di noi, mantenendo l’equilibrio tra un gattino in una mano e una bottiglia sotto il braccio. Si fermò tra me e Major, fissando quest’ultimo. “Basta! O vi rimetterò nelle vostre gabbie.”
“Non so come potremo farcela, Shadow.” Baron si intromise tra me e Major. Per tutta la settimana si era ingraziato Kiera, la volontaria dai capelli corti che sembrava un'atleta. Major lo morse, ma lui se lo scrollò di dosso. “Avremmo dovuto correre tutti via quella notte. Shea è stato intelligente. Perderà la testa quando ci trasformeremo.”
Forse avremmo dovuto. Eravamo passati da una prigione all'altra e lì non stavamo aiutando nessuno. Eppure nessuno stava cercando di scappare da Forever Home.
“Shea è scappato per quello che ha fatto ad Archer”, borbottò Dallas, leccandosi una zampa e fissando Major. Ma non lasciò il fianco di Lyssie. Dei miei fratelli rimasti, Dallas avrebbe serbato rancore molto più a lungo di Baron. Baron avrebbe fatto qualsiasi cosa per trovare una soluzione pacifica a quel casino.
“Un'altra cosa che dobbiamo sistemare quando siamo fuori di qui.” Mi scagliai contro Major ancora una volta. “Shea deve pagare per quello che ha fatto a mio fratello.”
“Ha fatto quello che doveva fare.” Major non si tirò indietro. “Avresti fatto la stessa cosa sul ring quella notte. L'hai detto tu stesso. E avevi intenzione di fare la stessa fottuta cosa con me. Volevi una taglia sulla tua testa? Perché ne abbiamo tutti una adesso, con Ryker su tutte le furie. Non c'è tempo per fare i bravi, Shadow.”
Mi voltai. Fanculo a lui. Unire i branchi non toglieva Shea dalla mia lista nera.
Ma Major aveva ragione su Trina. Non sapevamo come avrebbe reagito alla nostra metamorfosi. Chiunque trascorresse abbastanza tempo in Idaho conosceva le leggende sugli uomini lupo. Alcuni dei più anziani della cittadina dicevano che eravamo karma: ci prendevamo cura di problemi di cui loro non potevano. A meno che non fosse il branco dei Lowe, che ne creava di più. Ma nessuno degli abitanti ci aveva mai visti in azione.
Non mi sorprendeva che i Lowes non cercassero di legare con le donne del rifugio. Non era nel loro stile. Avevano un concetto diverso di libertà rispetto a me e ai miei fratelli.
Trina non ci trattava come animali selvatici. Aveva più rispetto per noi di alcuni lupi di Sawtooth, specialmente Ryker, le lupe e i loro compagni. Non venivamo mai tenuti in considerazione. Non mi lamentavo, ma era estenuante. Era un sollievo aver smesso di combattere, anche se solo fino alla luna piena. Sebbene parlasse con tutti i suoi ospiti - così Trina chiamava gli animali che stavano con lei a Forever Home - come se parlasse con degli amici, quello che diceva sembrava personale. Era convinta di ogni parola che diceva. Trina non diceva cazzate.
Se solo fosse stata una lupa. Ma poi non l'avrei mai avuta. In entrambi i casi, non potevo vincere. Prima della cattura, la cosa non mi preoccupava tanto. Ora capivo che il mio tempo aveva un limite.
Trina aveva salvato le nostre vite e avrei fatto qualsiasi cosa per lei. All'inizio era una questione di principio. Poi lei era diventata un sogno a occhi aperti. Un viso grazioso che mi faceva smettere di pensare all'orrore degli ultimi sei mesi. Altrimenti, ogni pensiero sarebbe andato alla vendetta. Senza Trina, sarei diventato assetato di sangue come Major.
Più restavamo lì, più i miei pensieri diventavano un'ossessione. Trina mi faceva desiderare di avere di più e rendermi conto di quanto mi mancasse una compagna. Durante la settimana in cui eravamo stati suoi ospiti, avevo colto le sue stranezze, come quando cantava stonata ascoltando l’emittente di musica country mentre puliva le gabbie, o quando fischiettava insieme agli uccellini mentre compilava le sue scartoffie. E quanto velocemente la sua felicità svaniva lasciando il posto a qualcosa di molto più oscuro, qualcosa di preoccupante. Tornava sempre dagli animali, contando su di noi per la forza quando non poteva farcela da sola.
Anche Trina aveva bisogno di più.
“Oh mio Dio, cosa è successo qui?” Una giovane donna fece capolino dalla porta malandata, con un barboncino piagnucolante tra le braccia.
“Stiamo ristrutturando.” Trina si stampò sul viso un sorriso fasullo. Le altre volontarie si dileguarono. Trina era la loro alfa. Una donna come lei mi avrebbe reso più forte. Avrebbe reso il nostro branco più forte. “Come posso aiutarla?”
“Oh.” La donna era troppo educata per dire ad alta voce che non ci credeva. “Questo è il cane di mia nonna. O lo era. Mia nonna è morta.”
“Mi dispiace molto.”
La visitatrice fece un respiro profondo prima di continuare. “Nessuno di noi può prendersi cura di Candy, questa bambina. Vivo in un dormitorio universitario e mia madre è già molto impegnata. Sono sicura che ci sia una famiglia là fuori che amerebbe tenerla. O forse un'altra signora anziana. È davvero una brava cagnolina.”
Trina si avvicinò alla donna e accarezzo Candy sulla testa, mormorandole qualcosa. “Si vede. In questo momento sono al completo. Ho un paio di appuntamenti per l'adozione in programma questa settimana. Posso prendere il suo nome e numero di telefono e farle sapere quando si libera un posto? È il meglio che io possa fare.”
“Ok.” Il viso della donna si abbassò. “Non rimarremo a lungo a Granger Falls e non so dove portarla. C'è qualcun altro che possa prenderla?”
“Siamo l'unico rifugio della città.” Trina sospirò e il suo sorriso svanì. Si agitava, come se continuando a muoversi avrebbe trovato un modo per fare spazio a quel cane. “Chiamerò i rifugi della zona, ma molti dei no-kill sono messi come noi”.
“È una brava cagnolina”, ripeté la donna. “Voglio davvero che trovi una bella casa”.
“Lo so. Anch'io.”
Quando Candy e la donna se ne andarono, Trina tirò un pugno contro il compensato appena posato e si sciolse in lacrime. Lo faceva spesso quando un appuntamento per l'adozione non andava a buon fine o quando non poteva prendere un nuovo ospite.
Tra una settimana, avrebbe avuto altri cinque spazi. Non potevamo rovinare tutto. Non erano solo le nostre vite in gioco.
Quando Trina rimise il gattino nella sua gabbia, rimasi alle sue calcagna.
“Attento”, mi disse quando avvicinai troppo il naso alle sbarre. Appoggiò distrattamente la mano sulla mia schiena. Il mio pelo era già molto più folto. I mutaforma guarivano velocemente. Eravamo tutti ingrassati e mi sentivo quasi come un tempo. “Penso che sia arrivato il momento. Ti porto a casa con me. Dobbiamo fare spazio qui.”
Major