Invecchiato per il Caos. Фиона Грейс

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Invecchiato per il Caos - Фиона Грейс Un Giallo Intimo tra i Vigneti della Toscana

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e che aveva impiegato un fine settimana intero per levigare e verniciare. I toni caldi del legno naturale si sposavano perfettamente con la tonalità crema che aveva scelto per le pareti della camera da letto e le tende gialle. La combinazione di colori rendeva la stanza allegra e accogliente, adattandosi anche all'atmosfera della casa di campagna.

      Scelse un abito elegante ma pratico per il lavoro, optando per pantaloni beige, stivali marroni e un top a maniche lunghe di una splendida tonalità di verde. Quindi afferrò la graziosa giacca verde e oro dal guardaroba e scese al piano di sotto.

      Erba era già appollaiata sul davanzale della cucina, in attesa delle carote del mattino. Dopo avergliele servite nel cortile, che era pieno di erbe aromatiche che aveva piantato lei stessa, Olivia si fece una tazza di caffè. Poi giunse il momento di andare al lavoro, con Erba che la seguiva entusiasta saltellando.

      L'elegante edificio in pietra della cantina La Leggenda, lavato dalla pioggia e privo della polvere estiva, emanava un bagliore color bronzo dorato sotto il sole mattutino. Mentre percorreva il vialetto lastricato, Olivia rimirò la piantagione di viti più vicina, sul pendio della collina. Si sentiva orgogliosa se pensava che lei lavorava già qui quando erano state piantate. Adesso le viti, che crescevano in fretta, avevano un aspetto robusto e sano. Anche quelle sembravano in ottima forma, anzi, ancora più rigogliose dopo la tempesta del giorno prima.

      Olivia arrischiò un'occhiata alla cantina, prima di avvicinarsi all'ingresso ad arco della sala degustazioni.

      Non c'era traccia di Nadia.

      Forse sarebbe tornata al lavoro solo l'indomani. I miracoli accadevano, no?

      Piuttosto la preoccupava il fatto che l'auto di Marcello non fosse nel parcheggio. Questo poteva significare che stava ispezionando i vigneti, o forse quella mattina lavorava nell'altra azienda vinicola vicino a Pisa. Doveva aspettarlo e essere pronta con le scuse non appena fosse apparso.

      Entrando nella sala degustazioni, Olivia spalancò gli occhi. Sembrava che ci fosse un litigio in corso.

      "Non, non, non, non!" gridava una voce dall'accento francese. "Come puoi permettere una cosa del genere? È sbagliato, sbagliato, sbagliatissimo. Inaccettabile!”

      Olivia riconobbe la parlata di Jean-Pierre Pelletier, il suo nuovo assistente sommelier.

      Con chi stava litigando, di prima mattina? Si domandò.

      Affrettandosi all' interno per tentare di gestire la sfuriata di Jean-Pierre, Olivia si bloccò di colpo quando sentì l'altra persona replicare urlando.

      "Io permetto tutto quello che mi pare. Sono io che comando, qui, e non ho intenzione di sentirmi dire cosa fare da qualcuno che è giovane e ignorante e che ha ancora la bocca sporca di latte!”

      Olivia riconobbe la voce dal tono irascibile e l'accento italiano di Gabriella, la direttrice di sala del ristorante.

      Gabriella era anche la ex di Marcello. Siccome Olivia aveva provato da subito una scintilla di attrazione per Marcello, e aveva la sensazione che la cosa fosse reciproca, immaginava che fosse per questo che a Gabriella non era piaciuta fin dall'inizio. In realtà, non era semplice antipatia, ma un astio velenoso. Gabriella aveva fatto del suo meglio per ostacolare il lavoro di Olivia e il suo futuro nella cantina.

      Beh, era un vero peccato che Jean-Pierre la stesse innervosendo, giusto?

      Olivia rallentò fino a camminare con passo tranquillo ed entrò, ascoltando con un pizzico di allegria la lite che continuava.

      "Ignorante? Mio padre ha lavorato per dieci anni in uno dei più famosi ristoranti stellati Michelin di Parigi, e mi ha insegnato che il bicchiere per il vino rosso va posizionato alla sinistra del bicchiere per il vino bianco, in una apparecchiatura formale.”

      Jean-Pierre non sembrava aggressivo, realizzò Olivia fermandosi per raddrizzare una delle schede di degustazione poste lungo il bancone di legno. Sembrava solo appassionato, come se non potesse sopportare che Gabriella si sbagliasse così clamorosamente.

      "Nel nostro ristorante si fa diversamente,” sbottò Gabriella, e Olivia percepì dalla sua voce che era sulla difensiva. Sapeva che significava che Gabriella aveva perso e voleva solo avere l'ultima parola.

      "Ebbene, lo fate in modo sbagliato!” gridò Jean-Pierre, e Olivia percepì nella sua voce un'autentica nota di esasperazione.

      "Buongiorno, Jean-Pierre. Siamo pronti a cominciare la giornata?" disse, decidendo che intervenire in quel momento avrebbe permesso a Jean-Pierre di avere l'ultima parola, rovinando completamente la giornata di Gabriella.

      Jean-Pierre tornò subito nella sala degustazioni, lasciando Gabriella frustrata e a bocca aperta, ancora in cerca di una risposta adeguata.

      Snello, moro e appena ventunenne, Jean-Pierre era il candidato che Olivia aveva scelto tra i cinque aspiranti a entrare nel mondo della viticoltura.

      Aveva scelto lui per la sua spiccata passione e per la sua indole espressiva. Il modo in cui aveva agitato le braccia in preda all'entusiasmo durante il suo colloquio le aveva ricordato Nadia. Olivia aveva ritenuto che fosse in sintonia con lo spirito italiano dell'azienda e che il suo entusiasmo lo avrebbe portato lontano.

      Finora l'istinto di Olivia aveva avuto ragione, ma non aveva realizzato che avrebbe dovuto dedicare parecchie energie a mitigare i suoi burrascosi scoppi d'ira.

      "Buongiorno, Olivia. Tutto è pronto per l'arrivo dei turisti. Stavo cercando di aiutare ad apparecchiare i tavoli di là" spiegò, rivolgendole un'occhiata ansiosa.

      "La sala degustazioni mi sembra perfetta,” lo lodò Olivia. Provò un impeto di orgoglio osservando la spaziosa sala. Il lungo banco di degustazione luccicava, e le botti di legno esposte sotto il logo della cantina facevano da sfondo perfetto. Lo splendore dorato delle lettere simboleggiava il calore della loro accoglienza e dell'esperienza di degustazione che gli ospiti potevano sperimentare lì.

      Le pareti erano rivestite da cartelloni incorniciati con la storia e i vini de La Leggenda, e sui tavoli c'erano dei nuovissimi opuscoli patinati con informazioni più dettagliate, pronti per essere sfogliati dagli ospiti.

      Olivia ne andava fiera perché erano una sua creazione. Aveva da poco iniziato a occuparsi del marketing dell'azienda, oltre che del suo lavoro in sala degustazioni, e gli opuscoli erano uno dei modi in cui stava valorizzando il nome La Leggenda.

      "Tutte le volte che noti qualcosa di sbagliato nel ristorante, assicurati di dirlo a Gabriella. Dopotutto, dobbiamo mantenere gli standard più alti in ogni settore,” aggiunse alzando la voce, nel caso Gabriella fosse in ascolto. Era sicura che lo fosse, e fu contenta di essere di nuovo in vantaggio su di lei. Ce n’era voluto di tempo.

      Quando Marcello le aveva chiesto di assumere un nuovo assistente sommelier, Olivia aveva suggerito per primo Paolo, un cameriere del ristorante che dava una mano con piacere in sala degustazioni nei momenti di maggior affluenza.

      Gabriella, però, l'aveva scavalcata, promuovendo subito Paolo a capo cameriere. Era una grande opportunità per l'affascinante studente, perché significava uno stipendio più alto e non dover più lucidare i bicchieri, compito che detestava.

      Olivia era rimasta delusa, deducendo a ragione che Gabriella l'avesse fatto solo per farle un dispetto.

      Adesso era contenta che Jean-Pierre, assunto poiché Paolo non era più disponibile, sembrasse possedere un'incredibile capacità di infastidire Gabriella. Non era la prima volta che si scontravano. Olivia non poteva fare a meno di provare una piacevole soddisfazione ogni volta che

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