Gli Esclusi. Owen Jones
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Читать онлайн книгу Gli Esclusi - Owen Jones страница 6
“Bene, vediamo cosa possiamo fare”, detto questo si alzò e scese al piano terra.
“Din, va’ ad aiutare tua madre, Den, vieni con me, dobbiamo muoverci rapidi e precisi”.
Din raggiunse velocemente sua madre, mentre Den chiese cosa poteva fare per aiutare.
“Vai a prendermi il galletto più forte che avete! Svelto, ragazzo!”
Quando tornò con il pennuto sotto braccio, Da lo prese.
“Ora, lega il caprone più forte a un palo così che non possa muoversi di una virgola; seduto o in piedi, per me è indifferente”.
Den scappò di corsa. Intanto Da si appollaiò sul bordo del tavolo, tagliò la gola al galletto, raccolse il sangue in una ciotola, lanciò il corpo senza vita nel cesto della verdura che si trovava sul tavolo e corse di sopra.
“Din”, disse appena arrivò, “avete del latte di capra o qualsiasi tipo di latte nel frigo? Se non c’è, prendi una brocca e mungine un po’, per favore”.
Non fece in tempo a dirle di sbrigarsi, che già se n’era andata.
“Bene. Wan, è sveglio?”
“Non tanto, Zia Da, metà e metà”.
“D’accordo, tu tappagli il naso, mentre io gli verso questo sangue giù per la gola”. Gli strinse con il pollice e il medio la mascella chiusa in modo da farla aprire, gli spinse indietro la testa e versò un po’ di sangue di pollo giù per la gola del povero malato. Da immaginò che almeno la metà fosse scesa dalla parte giusta, visto che Heng sembrava ingolfato come un’auto a benzina con dentro il diesel.
Heng aprì lentamente gli occhi.
“Voi due vecchie streghe, cosa mi state facendo?”, bisbigliò, “Quella roba era orribile!”
“Ah, immaginavo”, disse Da, facendogliene bere un altro po’, “troppo intenso, deve abituarsi”.
Quando Din arrivò disse: “Latte appena munto, ancora caldo, da Fiore, la nostra capra migliore”.
Da lo prese, lo mischiò con il sangue rimanente e lo fece bere a Heng, ottenendo le stesse lamentele, ma una maggior resistenza da parte del nipote.
“Vedete!”, esclamò, “sta già recuperando le forze! Heng sta lottando, cerca di opporre resistenza. Forse non è ancora tutto perduto!
“Molto bene! Wan, continua con il latte, ma conservane metà. Tornerò tra qualche minuto”.
Uscì e chiamò Den.
“La capra è pronta?”
“Sì, Zia, è là”.
“Bene, vieni con me”.
Da fece un taglietto nella giugulare della capra con un coltellino molto affilato e spillò qualche centinaia di millilitri.
“Vedi come ho fatto, ragazzo? Cerca di ricordartelo, perché penso che da oggi in poi tu debba farlo tutti i giorni”.
Entrambi si diressero di sopra, dove, con stupore, trovarono Heng che parlava con sua moglie e sua figlia, così come parlerebbe un paziente d’ospedale dopo una anestesia totale: intontito, debole e titubante, ma cosciente.
Da mischiò il sangue della capra con il latte rimanente, ma prima gli diede quello puro da assaggiare.
“Oh, Zia, ma è disgustoso! Oh, Buddha …”
“Prova questo allora”, disse porgendo un bicchiere colmo di un liquido rosa.
“Sì, questo non è male … Che cos’è? Sento che mi sta già facendo bene”.
Heng bevve con entusiasmo.
“Questo è … ehm … un frullato con delle erbe. Buono, vero?”
“Sì, Zia, molto buono … molto rinfrescante. Ce n’è ancora?”
Wan guardò la vecchia Sciamana, che annuì. Wan versò un altro bicchiere e aiutò suo marito a bere.
“Oh, Heng, sono contenta”, disse Da, “penso che con questo frullato abbiamo trovato la soluzione al tuo malanno, nonostante ciò sono sicura che possiamo perfezionarlo. Forse potremmo trovare altri ingredienti per cambiare il gusto di volta in volta, sai, altrimenti diventa noioso”.
“Sì, Zia, sapevo che saresti venuta in mio soccorso”.
“Qualsiasi cosa per la mia famiglia, è stata una gioia essere d’aiuto”, rispose, concedendogli un raro, ma sincero, sorriso affettuoso.
Mescolò il resto del sangue e del latte con delle erbe in una pinta e poi disse:
“Heng, penso che ora dovresti riposarti. Guarda, ti lascio più frullato per dopo, io, di sotto, mostrerò alla tua famiglia come prepararlo, d’accordo? Tu stai tranquillo e chiamami se hai bisogno di qualcosa. Per ora ti saluto, rimettiti presto”.
Una volta che tutti si erano accomodati sul grande tavolo in giardino e Wan aveva portato frutta e acqua fresca, Da prese il controllo della riunione di famiglia.
“Come ho detto in precedenza, non ho mai visto un caso così grave di questo tipo, ma sembra che la mia esperienza e gli Spiriti Guida mi abbiano condotto alla corretta soluzione.
“Tuttavia, finora abbiamo usato solamente ciò che chiamiamo ‘mezzo di emergenza’. Diciamoci la verità, abbiamo dato a Heng il sangue degli animali, i quali non mangiano le stesse cose di noi umani, per cui gli manca ancora qualche elemento vitale.
“Quello che dobbiamo fare è fargli avere un apporto costante e regolare di sangue di animali che si cibano di ciò che mangiamo noi. Più sia avvicina, meglio è per Heng.
“Sappiamo che non tutti assumono ciò che il corpo richiede ogni giorno, perciò supponiamo che anche per Heng sia lo stesso: se gli dessimo sempre il sangue di gallina, gli mancherebbero molti nutrienti e solo quella parte di lui che si accosta alla gallina crescerà e sopravvivrà in maniera adeguata.
“Lo stesso accadrebbe se bevesse sempre il sangue di capra, perché, alla lunga, l’erba non può essere sufficiente agli umani”.
“Cosa vorresti dire, Zia Da?”, chiese Den, “Che dobbiamo trovargli del sangue di scimmia?”
“Beh, più o meno è quello che stavo dicendo, sì, Den, ma le scimmie non mangiano esattamente quello che mangiamo noi, giusto?”
Lasciò che il significato di ciò che stava dicendo si insinuasse dentro di loro. Din ci arrivò per prima.
“Zia, vuoi dire che papà avrà bisogno di un apporto regolare di sangue umano?”
“Sì, Din, questa sarebbe la via più facile e, forse, l’unica soluzione a lungo termine. Se non riuscite a fargli avere regolarmente sangue umano, dovrete fornirgli una grande quantità di sangue proveniente da tanti tipi di animali diversi per potervi avvicinare al regime alimentare umano. Per esempio, la dieta