Sotto La Luna Del Satiro. Rebekah Lewis
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Lo farai? Non lo farai? Non vuoi sapere com’è?
Voleva davvero saperlo. Se in quel momento l’avesse ignorata, avrebbe poi desiderato conoscere l’origine di quella musica per sempre. Proveniva davvero da un uomo attraente in mezzo ai boschi? Improbabile. Benché apprezzasse l’immagine mentale fornitale dal suo cervello. Non si sarebbe avvicinata ai musicisti, a meno che non fossero sembrati affidabili, ma doveva sapere chi stesse suonando il flauto. Magari avrebbero potuto aiutarla.
Fece per avanzare di un passo.
Allora si ricordò di come Donovan fosse sembrato “affidabile”. Non poteva fidarsi del proprio giudizio.
Vacillò.
Lily si guardò alle spalle, nella direzione da cui era arrivata e quasi gemette. Si era concentrata talmente tanto sulla canzone da non prestare attenzione a ciò che la circondava. La sensazione di essere osservata era tornata, ma non riusciva a scorgere nessuno. Cosa diavolo sta succedendo!
La melodia sensuale andava in un erotico crescendo, scivolando sul suo corpo come seta, rivendicando la sua totale attenzione. Si aggrappò a un ramo, il suo respiro usciva in modo irregolare tra i denti stretti. Ben presto Lily si ritrovò a camminare verso la musica. Posso farti sentire in quel modo ancora e ancora, risuonarono le note, promettendole una ricompensa per la sua scelta. Riusciva quasi a crederci. Lily voleva sentirsi ancora in quel modo. Perdersi in quella sensazione.
Lo farai? Non lo farai? Non vuoi sapere com’è?
In quel miraggio allucinogeno che aveva davanti, l’uomo biondo smise di suonare per studiarla. Improvvisamente, Lily si rese conto di non volerlo solo incontrare, ma di voler anche conoscere la sua storia. Era la seduzione in persona, eppure la sua espressione conteneva un accenno di tristezza. Cosa potrebbe rendere infelice un uomo tanto bello? Suona la sua musica perché si sente solo?
L’uomo ritornò a suonare e le sue palpebre ondeggiarono fino a chiudersi, mentre riversava la propria anima nelle note.
Abbandona i tuoi pensieri. Senti! Trovami! Trooovamiiii!
La decisione ormai presa, Lily decise che lo avrebbe cercato davvero. Man mano che si avvicinava, il ritmo della melodia aumentava, travolgendola e facendola inciampare dalla premura. Avanzando con determinazione, Lily vide un campo di fiori selvatici con l’erba alta, molto simile a quello in cui si era trovato l’uomo delle sue fantasie. La canzone era diventata frenetica, il volume aveva raggiunto il culmine, come se si trovasse proprio accanto alla fonte. Il musicista doveva essere in quel campo.
Lily rallentò il passo, esitante, ma poi si avvicinò in punta di piedi, non volendo rendere nota la sua presenza, sebbene la musica la spingesse a manifestarsi. Nella boscaglia oziava un uomo dalla chioma dorata. Lily si nascose velocemente dietro un albero ed ebbe un sussulto, la mano poggiata sul petto, dove poteva sentire il suo cuore battere rapidamente sotto la superficie. L’uomo che aveva immaginato era reale, ma come? Come è possibile tutto questo? L’aveva davvero chiamata a sé con una canzone e una promessa di seduzione?
Lily diede un’altra sbirciatina e si rese conto che l’uomo delle sue fantasie era esattamente come l’aveva immaginato, eccetto per un piccolo dettaglio.
Un gioco di luce creava la forma di un corno a spirale di colore scuro al lato della sua testa. Sempre suonando lo strumento, l’uomo si mosse e divenne ovvio che la luce non c’entrava nulla. Aveva chiaramente un paio di corna. Un copricapo pagano di qualche tipo? Forse faceva parte di un culto e sarebbe stato più saggio sgattaiolare via prima di essere notata. Stava suonando lo strumento che Lily aveva visto nella sua mente: una serie di flauti di diverse lunghezze legati insieme. Soffiò sulle estremità e le note risuonarono nell’aria, dandole il benvenuto. Pregandola di ricambiare il saluto. Giurandole piacere e libertà ed estasi e tutte le cose necessarie a farle scatenare gli ormoni. All’improvviso, come avvertendo la sua presenza, l’uomo abbassò lo strumento e si mise più ritto, allerta. Pronto ad agire. Salvo che non guardò nella sua direzione. Al contrario, si concentrò su qualcosa dritto davanti a sé, da qualche parte alla sinistra di Lily.
Una donna dai capelli biondi si addentrò nella radura. Indossava una camicia a quadri gialli e blu annodata sopra l’ombelico e i pantaloncini di jeans più corti mai cuciti – abbassandosi avrebbe probabilmente mostrato le parti intime al mondo intero. Stava fissando l’uomo con uno sguardo pieno di ammirazione e Lily non poté biasimarla. Lei stessa sarebbe stata forse abbastanza sciocca da precipitarsi verso l’uomo delle sue fantasie, se la bionda non l’avesse preceduta.
L’altra donna si fermò a contemplare l’uomo che aveva davanti, poi piegò il fianco verso l’esterno e iniziò a sbottonarsi la camicia. Ancheggiando verso di lui, la bionda continuò a spogliarsi, portando Lily a domandarsi se non fosse la sua professione. A quel punto, l’uomo si alzò. Era completamente nudo e Lily ebbe una perfetta visione frontale. Fece un impercettibile cenno di approvazione, tirando fuori il labbro inferiore. Non male.
Era magnifico.
Lily non riusciva a scorgere alcun elastico o corda che sostenesse le corna d’ebano sulla sua testa. Partivano dalle sue tempie e si arricciavano, incurvandosi all’indietro, ruotandogli sotto le orecchie, per poi pendere con le estremità appuntite sulle sue spalle. Erano più spesse nella parte superiore e incorniciavano il suo splendido volto come la corona di una divinità della natura. Si credeva il Re della Foresta o cosa? Lily ridacchiò ripensando per un attimo al testo della canzone del Leone Codardo ne Il mago di Oz. Non poteva prendere la situazione sul serio. Aveva chiaramente perso il senno.
Mentre il Signor Bendotato, primo fra tutti i nudisti di montagna, avanzava verso la bionda, Lily notò qualcosa di strano. I fiori celavano i suoi piedi, ma le gambe si piegavano in modo strano quando si muoveva. Si inarcavano leggermente all’indietro, sotto il ginocchio, come quelle di un animale; i suoi polpacci non avevano la linearità delle gambe umane. Ed erano molto più pelose vicino alla caviglia, come se avesse dei ciuffi di pelo.
Forse è eccessivamente peloso e sopra si depila. I peli sul suo torso erano radi, una spruzzata dorata che gli cospargeva il petto, scendendo giù versi i genitali e le cosce, che non erano affatto pelose come le caviglie. Lily sbatté le palpebre. C’era qualcosa di molto strano nei suoi piedi. Quello è… è uno zoccolo?
Macché. Non può essere.
Ma se lo fosse… La curva delle sue ginocchia spiegava l’angolo incorretto delle caviglie, necessario per supportare il suo corpo bipede abbastanza da permettergli di camminare. Lily era convinta che avesse un senso dal punto di vista fisico, ma le sue uniche conoscenze scientifiche provenivano da Discovery Channel. La ragazza si ritrovò a fissare la sua andatura, finché il suo sguardo non cadde nuovamente sul suo pene – uguale a quello di un umano – che ondeggiava con i suoi movimenti, decisamente pronto all’azione. Era stupendo, persino con le sue deformità e Lily lo avrebbe rappresentato volentieri su una tela, se fosse stata capace di dipingere decentemente.
Okay, quelli sembrano seriamente zoccoli.
Era chiaro cosa stesse per accadere. Lily stava delirando, dopotutto. E dato il suo stato delirante, avrebbe potuto guardare l’uomo-bestia e la bambolina bionda esplorarsi i corpi a vicenda senza ripercussioni. Erano state le accuse di Donovan del giorno prima a farle venire un esaurimento nervoso e a evocare quello scenario di perversione