Conquista Di Mezzanotte. Arial Burnz
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Читать онлайн книгу Conquista Di Mezzanotte - Arial Burnz страница 13
Heather batté gli zoccoli a terra e scosse la testa. Davina voltò lo sguardo verso la foresta buia, alla ricerca della fonte dell'agitazione dell'animale. Le si strinse lo stomaco dalla paura.
Oh, mio Dio! Sono venuti a cercarmi? Impallidì. Forse Ian era venuto a cercarla... da solo.
Solo un freddo silenzio le rispose, a parte il leggero frusciare degli alberi nel vento. Perlustrò il terreno, ma non vide niente. Dopo un altro momento di silenzio, cercò di trarre un sospiro e il sollievo la sommerse. Nessuno era venuto a cavallo per prenderla e riportarla indietro. Davina si alzò in piedi, si asciugò il naso e si avvicinò alla cavalla, continuando a lasciare occhiate intorno. “Su, su,” cercò di calmarla, allungando le mani in avanti.
Prima che potesse posare un dito sul fianco di Heather, una forza invisibile le fece uscire il fiato dai polmoni e Davina sbatté la testa sul terreno. Il suo viso fu spinto tra le foglie, mentre la testa le pulsava e qualcuno le schiacciava il corpo. Incapace di respirare o di pensare, lottò per costringere l'aria a tornare nei polmoni, facendosi prendere dal panico.
“Rilassati, ragazza,” le sussurrò all'orecchio una voce profonda. “Il fiato tornerà tra un attimo.”
Il suo aggressore la rimise in piedi in un lampo e la fece voltare a guardarlo, mentre le sue mani toccavano le contusioni fresche che Ian le aveva procurato sulle braccia, quando l'aveva tenuta bloccata contro le scuderie. Con la vista offuscata e la mente ancora scossa da quell'incontro, Davina riuscì a calmarsi e ben presto l'aria della notte d'estate tornò a riempirle i polmoni. Trasse dei respiri avidi.
“Ecco qui, ragazza.”
La paura scosse il corpo di Davina, che lottò contro quell'uomo che la teneva prigioniera contro di sé. Un bagliore d'argento fuso nelle sue pupille la attrasse in quelle profondità e Davina si calmò. Fu sommersa da un'ondata di curiosità e confusione, quando posò gli occhi su quel viso familiare- quel naso aquilino, quegli occhi verde smeraldo e quel capelli rosso fiamma. Il suo Broderick era finalmente tornato per salvarla? Spinse contro il petto dell'uomo, per mettere un po' di distanza dal suo viso e guardarlo meglio.
No. Questo viso sembrava più giovane, la mascella non era così ampia e gli zigomi erano meno scolpiti. Ho perso la testa! Avrebbe dovuto essere spaventata a morte, tra le braccia del suo aggressore, invece si stava chiedendo se quello fosse l'uomo che aveva desiderato fin dalla giovinezza.
Il pericolo in quegli occhi si trasformò in confusione, quando l'oscuro straniero osservò il viso di Davina. Afferrandole i capelli, le spinse indietro la testa. Un grido sfuggì dalle labbra di Davina, mentre l'uomo le tirava i capelli sul bernoccolo che aveva in testa. Fu costretta a fissare il cielo nero e la luna piena sopra di lei. Trattenne il fiato, mentre la bocca dell'uomo si posava sulla sua gola e un dente affilato le perforava la pelle tenera. Un breve dolore... poi un'ondata inaspettata e calda di piacere le percorse le vene e Davina crollò contro di lui con un gemito, cedendo all'euforia.
Quell'uomo- quella creatura- le sondò la mente in un'invasione seducente dei suoi pensieri, apprendendo tutto di lei mentre beveva. In pochi istanti, Davina visse di nuovo i piaceri dell'infanzia, le frustrazioni dell'adolescenza e le fantasie dell'amante zingaro dei suoi sogni. Quei lontani ricordi di Broderick si fecero avanti impetuosi e la circondarono... l'aroma esotico dell'incenso, la forte presenza del suo calore, le farfalle nella pancia, quando l'aveva visto.
Davina rivisse la notte in cui aveva incontrato Broderick.
“Cosa vedete, signore?”
I loro visi erano vicini, quando la voce profonda di lui l'aveva messa in guardia. “Non posso mentirti, ragazza. Farlo sarebbe un disastro.”
“Un disastro?”
“Sì.” I suoi occhi di smeraldo erano fissi in quelli di Davina. “Il futuro non sarà piacevole. Ma non devi perdere la fede. Hai molta forza. Usa quella forza e tieniti stretto ciò che ti è caro, perché sarà quello che ti aiuterà ad attraversare i tempi difficili che devono ancora venire.”
“Cosa accadrà, signore?” insistette lei.
“Non mi è noto. Non conosco i particolari. Le linee sul palmo non rivelano questi dettagli, dicono solo che ci saranno delle difficoltà nel tuo futuro. Ricorda quello che ti ho detto. Aggrappati alla tua visione della forza.” Il resto dei ricordi che arrivavano fino a quel momento scorsero veloci e la riportarono alla disperazione che stava provando quel giorno.
Bene, quindi. Che questo straniero beva la vita che fluisce nel mio corpo. Che faccia quello che non riesco a fare da sola. Finalmente avrò pace e morirò tra le braccia dell'uomo che, al momento, immagino sia quello che amo. Nei momenti che erano passati da quando lui aveva chiuso la bocca sulla sua gola, si era sentita pervadere dalla serenità.
Lo straniero si staccò da Davina e la lasciò cadere a terra. Il collo della giovane pulsava. Le girava la testa per i rapidi ricordi che vorticavano nella sua mente e che le mostravano la vita come una recita riuscita male.
Osservando l'immagine sfuocata dell'uomo che iniziava a schiarirsi, lo vide gettare la testa indietro e ridere come un matto. “Dopo due decenni di ricerche, ho finalmente quello che cercavo!” Si inginocchiò davanti a lei e le prese il viso nei palmi. “Dio non è molto generoso con la mia razza, quindi posso solo ringraziate il Signore Oscuro per avermi portato un tale dono!” Respirò a fondo, mentre il sorriso si allargava. “Per quanto il tuo sangue sia dolce, mia cara signora,” disse l'uomo leccandosi il sangue sulle labbra, “ti lascerò alla tua tragica vita.” Il bagliore di argento fuso scomparve dai suoi occhi.
Le domande che vorticavano nella mente di Davina svanirono nella disperazione familiare che la percorse e le afferrò il cuore. A che giochi contorti stava giocando il Destino con lei? Perché rivivere quei momenti, con la Morte a portata di mano, solo per vedersi strappare via quella chance di libertà? Allungò le mani verso di lui, ma la debolezza dominava il suo corpo. “No”, cercò di dire attraverso il groppo che aveva in gola, soffocando le lacrime che le pungevano gli occhi. “Non potete lasciarmi a tutto questo. Per favore... finite il vostro lavoro.”
Lui le mise un dito sotto il mento. “Andrà tutto bene.” Le posò il palmo sulla fronte e la mente di Davina divenne nebbia. Poi tutto diventò nero.
* * * * *
Il cielo sopra di lei era cosparso di stelle e la luna era ormai alta. Davina si sedette, con la testa che girava, e toccò il bernoccolo che pulsava dietro il cranio.
“Grazie a Dio!” esclamò una profonda voce maschile. Una figura indistinta si inginocchiò davanti a lei e Davina si sforzò di schiarirsi la vista, per cercare di identificarla. “Cosa pensate?”
Lei aggrottò le sopracciglia confusa e con un gran caos nella testa. “Cosa...?
“Mi scuso. Forse sono stato troppo zelante nel cercare di salvarvi da voi stessa.” Quando Davina provò ad alzarsi, le mani calde dell'uomo sulle sue spalle la spinsero di nuovo giù. “Credo