Conquista Di Mezzanotte. Arial Burnz

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Conquista Di Mezzanotte - Arial Burnz

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      Parlan inarcò le sopracciglia, apparentemente sorpreso che lei avesse sentito tutto ciò. Annuì. “Allora sei al corrente della punizione di Ian, per la sua incapacità di affrontare le responsabilità.”

      Davina annuì.

      Dopo una lunga pausa, suo padre disse: “Mi rendo conto che le condizioni di questo accordo suonano come se ti stessi rimandando indietro nella tana del leone.” Parlan osservò il morbido cuoio marrone dei suoi stivali, prima di guardarla di nuovo negli occhi. “Ian non è affatto felice della stretta al suo borsellino, che Munro gli imporrà, ne sono sicuro. Per questo ho insistito che restassero qui, sotto il mio tetto, in modo da offrirti una certa sicurezza e assicurarti che sarai protetta.”

      Davina diede libero sfogo al suo dolore. “Per favore, padre, fai che io non debba sopportare un istante di più di questa unione! Non possiamo fare come hai detto e sciogliere il matrimonio?”

      Parlan strinse la mascella e rivolse uno sguardo dispiaciuto alla moglie. Lilias gli afferrò la mano e sembrò offrirgli il proprio sostegno. “Davina, i Russell offrono delle immense opportunità di affari, sia per me che per tuo fratello e io non potrò affidarmi per sempre a mio cugino il re. Dobbiamo sforzarci di aumentare da soli i nostri possedimenti.” Si concentrò di nuovo su Davina, le si avvicinò e le prese entrambe le mani nelle sue. “Mi dispiace che tu abbia dovuto sopportare una dose maggiore di maltrattamenti da parte di tuo marito, rispetto a tutte le altre donne. Ora che non posso più fingere di ignorare questo suo comportamento, spero che potrai perdonarmi per non avere detto niente prima. Prenderò delle misure che ti assicurino la protezione e, con il tuo aiuto, penso che riusciremo a fare funzionare questa faccenda.”

      Davina dovette fare un grande sforzo per riuscire a parlare, a causa del groppo che le si era formato in gola. “Sii la mano gentile che domerà la bestia,” sussurrò, ripetendo le parole di suo suocero.

      Parlan annuì. “Munro ha chiaramente fatto ben poco per mostrare a Ian come essere uomo. Il tuo soggiorno, il loro soggiorno qui, darà indefinito. Ian e Munro staranno ciascuno in una stanza degli ospiti di sopra e tu avrai di nuovo la tua stanza privata, su questo livello. Ho insistito ulteriormente con Munro e supervisioneremo entrambi il comportamento di Ian nelle prossime, numerose settimane. Munro ha accettato umilmente la mia guida come padre, e quella di Lilias come madre, per mettere Ian sulla retta via. Solo quando vedremo dei miglioramenti, ti permetteremo di osare ritornare a casa loro. Solo quando mi sentirò sicuro che tu sia amata e curata come la donna preziosa che sei, ti consentirò di andare con loro.”

      Anche se Davina si sentì sollevata al pensiero che le botte e i rapporti sessuali crudeli sarebbero cessati, si sentì comunque crollare il mondo addosso. “Non conosci il vero Ian, padre. E' capace di indossare una maschera affascinante sopra il mostro che è in realtà. Lui...”

      “Davina, non gli permetterò assolutamente di farti del male. Sono d'accordo che lui stia prendendo troppo sul serio la propria responsabilità di esercitare il suo dominio di marito, ma non è un pericolo per la tua vita. Se pensassi che lo fosse, scioglierei all'istante questo matrimonio. Ti proteggeremo.”

      Davina odiava sapere che la sua famiglia credeva che lei avesse una propensione per il dramma. Suo padre le baciò la fronte e la attirò in un forte abbraccio. “Non lascerò che ti faccia del male. Devi farlo per la tua famiglia. Un giorno, quando Ian avrà imparato il suo ruolo e i suoi doveri coniugali, forse riuscirai a perdonarlo e ad amarlo. In caso contrario, almeno potrai trarre gioia dai figli che avrai un giorno.”

      Davina lasciò scorrere le lacrime, bagnando la tunica del padre e tenendolo stretto per farsi forza e sottomettersi ai suoi desideri. Sarebbe stata l'agnello sacrificale per dare alla sua famiglia un futuro stabile.

      * * * * *

      Il clangore dell'acciaio contro acciaio risuonava nell'aria, rimbalzando tra le pareti e l'alto soffitto della Sala Grande e mescolandosi ai ringhi, agli ansimi e ai gemiti di Kehr e Ian che stavano duellando. Kehr parava gli affondi di Ian, si girava e colpiva il lato scoperto dell'avversario, strappandogli un grugnito. Con un sorriso sul viso, Ian spingeva Kehr in avanti e quest'ultimo ricambiava il sorriso con un proprio affondo; comunque, Ian lo bloccava efficacemente con lo scudo.

      “Bene!” lo incoraggiava Kehr.

      “Grazie!” diceva Ian con un altro colpo di spada, che Kehr schivava.

      Davina sorrise a suo fratello, confortata dalla sua presenza. Finalmente era tornato a casa dopo una lunga permanenza a Edimburgo, in visita a Corte. Era arrivato solo il giorno prima in tarda serata e, anche se lei aveva atteso con ansia il suo arrivo e l'opportunità di passare del tempo con lui, la notizia dell'apparizione che aveva fatto visita al re aveva fatto sprofondare il suo spirito.

      Tutta la Scozia era in fermento per quello che era successo al re e Kehr aveva riportato la storia con grande enfasi, nel salotto. Con il fuoco che bruciava nel camino e gettava ombre nella stanza, la famiglia si era seduta in cerchio, con gli occhi fissi sulla drammatica messinscena di Kehr.

      “Inginocchiatevi di fronte al re di Scozia!” aveva gridato il consigliere del re mentre inseguiva l'uomo che aveva fatto irruzione nella cappella privata del sovrano. Kehr imitò l'ufficiale John Inglis che correva dietro all'intruso. “Ma il re ha sollevato la mano ed ha bloccato i consiglieri, perché l'uomo si è fermato prima di raggiungere Sua Maestà.”

      Scoppi di risate circolarono nella stanza e Davina si mise la mano sulla bocca, per reprimere i propri risolini. “E dite che io ho la tendenza al dramma!” scherzò.

      Kehr rise per la sua interruzione, ma andò avanti. “ 'Basta',” disse il re. 'Lasciatelo parlare.' I consiglieri si sono osservati a vicenda per un lungo istante di silenzio, poi l'uomo ha allungato il braccio,” Kehr mimò le azioni dell'intruso, che si chinava in avanti con il pugno di fronte a sé, “ed ha afferrato la tunica del re, dicendo 'Sua Maestà, mia madre mi ha mandato da voi per chiedervi di non recarvi dove avete intenzione di andare.'” Kehr aggrottò la fronte, rivelando il grave messaggio che l'uomo aveva consegnato al re. “' Se lo farete, non starete bene durante il viaggio, e neppure tutti quelli che verranno con voi.'” Kehr camminò altezzoso davanti alle persone sedute in cerchio nella stanza, guardando ciascuno di loro negli occhi. Davina scosse la testa per quella pausa che lui usava con efficacia. Kehr si fermò al centro del pubblico. “E semplicemente così...” schioccò le dita, “l'uomo sparì come un battito di ciglia al sole!” La famiglia sobbalzò e si scambiò mormorii. Kehr si strinse nelle spalle. “E così il re ha deciso di non dichiarare guerra all'Inghilterra.”

      Davina si calmò quando il fiato le uscì di colpo dal petto... mentre tutti gli altri scoppiavano in applausi, gioivano e festeggiavano quella grande occasione. Kehr afferrò l'idromele, fece un cenno a Davina e sollevò la tazza. Lei ricambiò il cenno con un sorriso forzato. Suo fratello si sedette tra gli applausi, mentre la famiglia si congratulava con lui per quella scena e per le meravigliose notizie.

      Davina aveva fatto ogni sforzo possibile per apparire felice, proprio come in quel momento, sforzandosi di mantenere la maschera di un sorriso e aggrappandosi alla consapevolezza che Kehr e suo padre non sarebbero andati in guerra, dopotutto. Per fortuna, i discorsi sulla guerra la tenevano sempre lontana dalla Corte, dove odiava passare il tempo. Inoltre, voleva Ian sul campo di battaglia... non suo fratello o suo padre.

      “Resisti, Ian”, lo ammonì Kehr e riversò su di lui un assalto di fendenti, colpi e affondi che fecero arretrare Ian per tutta la lunghezza della stanza. Poiché non faceva attenzione ai propri passi, inciampò e cadde all'indietro, ma si rimise rapidamente in piedi e si voltò, per evitare l'assalto di Kehr.

      “Ti stai

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