Conquista Di Mezzanotte. Arial Burnz
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Читать онлайн книгу Conquista Di Mezzanotte - Arial Burnz страница 8
Girando sul tallone, Munro guardò di nuovo in faccia Parlan ed annuì brevemente, attirando l'attenzione di Davina. “E' veramente un saggio consiglio e mi vergogno di non averci pensato prima.”
“Ci sono altre responsabilità, oltre all'amministrazione delle finanze, Ian.” Parlan era in piedi davanti al genero e guardava in cagnesco il suo capo piegato. “Davina ha un cuore gentile, un animo amorevole...”
“Tutte ulteriori ragioni per le quali sono molto felice di questa unione,” lo interruppe Munro, fermandosi accanto a Ian. “Lei è la mano tenera che domerà la bestia dentro mio figlio. Sono sicuro che tu abbia visto la saggezza in tutto ciò e che questo sia il motivo per cui hai acconsentito a questa unione. Davina riuscirà a trasformare mio figlio in un marito e un padre amorevole.”
Il viso di Parlan si adombrò e lui si avvicinò ad un soffio dai due uomini. Li osservò, poi i suoi occhi si posarono su Ian, che incrociò il suo sguardo. “E' difficile diventare padre, Ian, quando si picchia il vaso che contiene il tuo bambino.”
Davina usò la manica del vestito per asciugarsi le lacrime di sollievo. La solitudine era stata la sua unica compagna sotto le mani brutali del marito, e il bambino mai nato che aveva perso le causava più dolore di quanto potesse sopportare. Non aveva idea che suo padre sapesse cosa aveva dovuto sopportare. Ian la minacciava ripetutamente, affermando di svolgere solo il dovere di un marito che punisce la moglie disobbediente, e se lei avesse raccontato a qualcuno di quelle continue punizioni ben meritate, lo avrebbe rimpianto. Visto che combattere contro di lui sembrava solo aumentare il suo predominio, Davina aveva iniziato a pensare di avere torto e di aver provocato la rabbia del marito contro di lei. Dopotutto, molte delle sue cugine parlavano delle punizioni che tutte le donne devono sopportare per mano dei mariti, anche i metodi crudeli con i quali i loro mariti le portavano a letto. Perché la sua situazione avrebbe dovuto essere diversa?
Davina era sempre in guardia, a causa dell'umore instabile del marito. Qualche volta lui dimostrava un'attenzione amorevole e le sussurrava promesse; l'attimo dopo le dava la colpa di qualsiasi cosa gli rovinasse l'umore. Le girava la testa per quel torrente di accuse diverse e di ragioni per quel carattere mutevole. A volte, Davina non riusciva a distinguere l'alto dal basso ed ogni raziocinio veniva meno, nel caos della sua situazione. Quando vide suo padre venire in sua difesa e apprese che lui aveva occhi capaci di scorgere la verità, si aggrappò alla parete per calmare le gambe rese instabili da un puro sollievo. Non era pazza1 Non era colpa sua!
“Tieniti i forzieri, quindi, Munro. Fino a quando Ian non si sarò dimostrato più gentile con Davina, lei tornerà a stare qui e il corteggiamento ricomincerà da capo.”
Ian voltò la testa di scatto verso suo padre e Munro restò a bocca aperta. “Credo che adesso tu stia andando troppo oltre, Parlan. Non c'è bisogno di sconvolgere Davina, facendola ritornare qui e imponendole l'instabilità di una vita domestica mutevole.”
“Una vita domestica sicura e piena d'amore è meglio della prigionia che ha sopportato sotto il tuo tetto. Darò disposizioni affinché le sue cose siano riportate qui immediatamente.” Parlan strinse lo sguardo su Ian. “Se sei avido di legami con la corona, ragazzo, farai meglio a dimostrare di essere un marito innamorato e di meritare il frutto dei miei nipoti.”
Davina lottò per calmare il rimbombare del suo cuore, che batteva fuori controllo. Sarebbe stata a casa!
“Parlan.” Munro posò una mano tranquillizzante sulla spalla del padre di Davina. “Posso assicurarti che Davina sarà al sicuro sotto il mio tetto. Ora che sono al corrente della situazione...”
“Il maltrattamento è andato avanti sotto il tuo naso e tu non hai saputo vederlo!” ruggì Parlan.
Munro chinò la testa, indietreggiò e annuì. “Hai ragione, Parlan. Non posso esprimere il mio rammarico per avere ignorato il dolore che ho causato alla tua preziosa figlia. Sono giunto a considerare Davina come la figlia che ho sempre desiderato e mi dispiace che mia moglie non abbia vissuto abbastanza da conoscerla.” Munro si voltò e iniziò a camminare avanti e indietro con un'espressione affranta e le mani dietro la schiena: l'immagine stessa del pentimento. “Credo che se Ian fosse stato influenzato dall'amore di mia moglie, avrebbe imparato ad essere un marito più gentile. Temo di essere stato troppo occupato con gli affari riguardanti le mie proprietà e la ricchezza, per passare del tempo con lui, quindi sono venuto meno al mio dovere di insegnargli queste cose.” Munro sostenne la propria causa, rivolgendo a Parlan uno sguardo addolorato. “Capisco la tua decisione e non mi opporrò, se vorrai mantenere questa posizione. Nonostante ciò, ti imploro di darmi la possibilità di sistemare le cose. Ho aperto gli occhi e sarò il protettore di Davina. Manterrò il controllo su Ian.”
Davina aspettava con il fiato bloccato nel petto, osando sperare nella sicurezza che suo padre le offriva. Gli attimi si allungarono all'infinito, mentre guardava Parlan riflettere sulle parole di Munro. Con un profondo sospiro, Parlan annuì. “Te lo concedo.”
Davina restò a bocca aperta e il suo cuore precipitò nel più profondo del suo essere.
“Ad una condizione: resterete tutti qui come nostri ospiti per due settimane o persino di più. Desidero passare del tempo con mia figlia, darle la possibilità di una tregua ed osservare per un certo periodo tuo figlio.” Parlan puntò il dito verso il viso di Munro e fece una smorfia. “Ma se vedrò il minimo accenno di dolore negli occhi di mia figlia o anche il più piccolo segno sul suo corpo, se non vedrò il suo comportamento trasformarsi in quello di una donna beatamente felice in breve tempo, scioglierò questo matrimonio e non mi importa dello scandalo che ciò potrà causare o di quanto potrà costarmi.”
Munro strinse la mascella e i suoi occhi divennero freddi. “Sì, sono sicuro che lo scandalo sia qualcosa che sei pronto ad affrontare, considerate le tue origini.”
Il volto di Parlan divenne scarlatto. “Nonostante le mie origini, io sono ancora quello con i legami con la Corona e non solo grazie alla mia nascita illegittima. Condividere la nursery ed essere cugino stretto di colui che è attualmente sul trono ha i suoi vantaggi.”
I due uomini si fissarono in uno scontro silenzioso, ma alla fine un ampio sorriso si allargò sul viso di Munro. “Non preoccuparti, amico mio! Non sarai deluso. Ian sarà un genero modello e noi avremo molti nipoti dei quali esser fieri!” Le pacche sonore di Munro sulla schiena di Parlan non riuscirono a cancellare la linea determinata della bocca di quest'ultimo, che tuttavia annuì di nuovo in assenso.
Davina inghiottì le nuove lacrime di sgomento che minacciavano di tradirla. Retrocedendo dalla soglia, percorse il corridoio in silenzio e si allontanò da quell'incontro tra uomini, quell'insieme di potere maschile che le imponeva una vita dominata dal destino. Barcollò nella cucina, poi all'esterno nel cortile deserto e dietro le scuderie, mentre il suo cuore sprofondava ancora di più all'idea della protezione di Munro, nella quale non credeva affatto. Davina non aveva mai detto niente a suo padre, e Parlan era venuto a sapere che Ian la maltrattava durante le poche visite che i suoi genitori le avevano fatto, o durante le brevi visite che lei e il marito avevano fatto a casa. Com'era possibile che Munro fingesse di ignorare ciò che avveniva sotto il suo stesso tetto? Si lasciò cadere su un piccolo mucchio di paglia dietro alcuni barili di acqua piovana, avvicinò le ginocchia al petto e nascose il viso tra le braccia, lasciando scorrere le lacrime.
Non