Ogni Minuto. C. J. Burright

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Ogni Minuto - C. J. Burright

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Sandman: Kirk Hammett, James Hetfield, Lars Ulrich

      Curtis Institute of Music: Mary Louise Curtis Bok

      The Julliard School: The Julliard Foundation

      The Four Seasons: Antonio Vivaldi

      Converse: Converse Inc.

      Wookie: Lucasfilm Ltd. Corporation

      Chewbacca: Lucasfilm Ltd. Corporation

      Shrek: Dreamworks Animation LLC

      Girls Just Want to Have Fun: Robert Hazard

      Salvation Army: The Salvation Army International

      The Richter Scale: Richter, Jake Individual

      Game of Thrones: David Benioff, David Weiss, HBO, George R.R. Martin

      CSI: King World Productions, CBS Television Distribution

      The Hardy Boys: Edward Stratemeyer, Franklin W. Dixon

      Doc Martens: Dr. Martens International Trading GmbH Corporation

      Charlie Brown: Charles M. Schulz

      Polo: PRL USA Holdings Inc.

      ESPN: Disney Enterprises Inc.

      U2: Not Us Limited Corporation

      A Whole New World: Alan Menken, Tim Rice

      Back in Black: Angus Young, Malcolm Young

      Welcome Wagon: SFM Acquisition LLC

      Popsicle: Unilever United States

      Clue: Hasbro Inc.

      iPod: Apple Inc.

      Bad: Michael Jackson

      Spiderman: Marvel Characters Inc.

      Por Una Cabeza: Carlos Gardel, Alfredo Le Pera

      Capitolo uno

      Adara non avrebbe mai dovuto fare promesse a suo fratello sul letto di morte. Il brecciolino scricchiolava come ossa sotto i suoi tacchi mentre arrancava tra le siepi di bosso che costeggiavano il parcheggio del country club. Se non avesse fatto il sacro voto di accettare tutti gli inviti sociali di Gia, la fidanzata ancora viva di suo fratello, non si sarebbe trovata ad affrontare la tortura di un’altra Hamilton & Associates Belated Yule Celebration... a febbraio. A quanto pareva con il prestigio e il potere era arrivata la capacità di riprogrammare il Natale.

      Si abbassò per respirare tra due auto costose, le luci scintillanti della villa la guidavano. Pur essendo a pochi chilometri dalla città, il country club le sembrava un altro universo, soprattutto quella sera. Più di un anno era passato in un lampo e le sembrava che non fosse trascorso molto tempo da quando aveva percorso la stessa strada con le stesse scarpe e lo stesso vestito nero.

      Un’Adara diversa.

      Si morse il labbro. No, non ci vado. Soprattutto non stasera che doveva affrontare il pubblico.

      I ciottoli rotolanti lasciarono il posto alle pietre lisce del cortile. Gia la aspettava accanto alla fontana centrale gorgogliante con un’anca alzata, carina avvolta come sempre in numerose paillettes e dello chiffon rosso che accecava gli occhi.

      “Halloween è passato da due mesi.” Gia inarcò un sopracciglio biondo perfettamente modellato. “Cos’è successo al classico bianco invernale?”

      Adara percorse gli ultimi passi che le separavano. Ora non posso più scappare. Gia avrebbe mandato la squadra della SWAT per rintracciarla ed era più che disposta a tenerla sotto tiro. “Il nero è appropriato per ogni occasione. Inoltre, comprende tutti i colori.”

      “Anche un buco nero.” Gia sbatté le ciglia a punta, con un’espressione affatto innocente.

      “Hai ragione.” Adara tornò indietro verso la sua macchina. “Vado a casa a cambiarmi.”

      “Neanche per sogno.” Gia si allungò e le afferrò il braccio, sollevando una brezza di profumo speziato. “Ho previsto la tua solita tragedia del guardaroba e sono venuta preparata.” Con la mano libera, Gia rovistò nella sua pochette e tirò fuori una striscia di materiale lucido. “Stai ferma o ti prendo a schiaffi.”

      Adara obbedì riluttante mentre Gia le avvolgeva una fascia a quadri verde e rossa intorno alla vita e la annodava, il Natale resuscitato con due mesi di ritardo. Adara cercò di non rabbrividire quando lo sguardo di Gia si spostò dal nastro al suo viso struccato.

      Il sopracciglio biondo si alzò di nuovo. Più veloce di un tiratore scelto, Gia aprì un tubetto di rossetto color scarlatto e lo puntò come un’arma alla bocca di Adara. “Resistere è inutile. Clown o alla moda, Dar. A te la scelta.”

      Resistere era allettante. Un look da circo avrebbe potuto tenere alla larga le persone. D’altra parte, sembrare una squilibrata avrebbe offerto alla gente un motivo in più per parlare. Alcuni segreti non avevano bisogno di essere condivisi. Adara si accigliò per una questione di principio.

      “Sapevo che potevi essere razionale.” La sessione di trucco finì in tre secondi. Gia sorrise, trionfante. “Ecco. Ora sei perfetta.”

      “Perfetta per cosa?” Adara non si preoccupò di nascondere il ringhio nella sua voce.

      “Per stare nel mondo dei vivi.” Le parole erano stuzzicanti, ma il tono di Gia era gentile, comprensivo.

      Un’unica fitta le trafisse il cuore, tagliente come una freccia, così feroce che minacciò di toglierle il respiro. Era un miglioramento, però. Un anno prima il dolore era stato incessante, debilitante. Riuscì a emettere un sussurro rauco. “Non avrei mai dovuto fargli quella promessa.”

      “Come se tu avessi potuto avere altra scelta.” Gia sbuffò, ignorando fortunatamente il suo lapsus emotivo. “Joey avrebbe potuto convincere una suora a spogliarsi - e sarebbe stata lei a pagarlo. Sapeva che saresti rimasta per sempre nella tua bolla, sempre che non avesse forzato il tuo giuramento di vivere davvero dopo che lui”- la sua gola funzionò e il suo sorriso vacillò per un secondo “dopo che se ne fosse andato.”

      Adara si concentrò sull’ingresso della villa adornato da colonne. Voleva pensare alla morte di suo fratello quasi quanto voleva essere a questa festa. Si schiarì la gola e con essa l’ombra del dolore. “Vivere davvero equivale a serate con completi imbottiti che usano l’allegria liquida come scusa per un comportamento lascivo? Passi di danza che la mia mente non può non vedere? Schivare il vischio piazzato di nascosto e qualsiasi lingua in attesa?”.

      “Stasera sì.” Gia passò il braccio attraverso quello di Adara e la trascinò su per le scale di mattoni. “Fammi vedere che sai ancora sorridere.”

      La cognata le mostrò i denti.

      Gia rabbrividì. “Lascia stare. Fatti bella e concentrati sul tuo obiettivo.”

      “Ho un obiettivo?” Adara pensava che il solo presentarsi fosse una vittoria.

      “Sì.

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