Storia dei musulmani di Sicilia, vol. II. Amari Michele

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Storia dei musulmani di Sicilia, vol. II - Amari Michele

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Nowairi, op. cit., p. 14.

410

Cronica di Cambridge, l. c., anno 6444.

411

Il testo ha N rd barîn, che non dà significato. I primi editori lessero Brediaræos. Probabilmente è la voce persiana Bardadâr, guardie palatine.

412

Il nome non sarebbe molto diverso da Asaro, l'antica Assorus; ma l'a scritta con un'ain indica origine arabica; e il sito di Asaro presso Leonforte si allontana troppo a levante dalla via tra Palermo e Girgenti. Mancando di vocali il MS., questo nome si potrebbe leggere Osra, che significherebbe “asilo, riparo,” e sarebbe nome di luogo oggi sconosciuto.

413

La Cronica di Cambridge, la sola che fornisca questo e gli altri particolari della guerra, dà il secondo vocabolo in guisa da potersi anco leggere Tâlis, Nâlìs, Iâlis e Mâlis. Il primo è suscettivo della ottima lezione Mosciaiad, che significherebbe “edifizio, monumento.” Non mi sovviene di nomi topografici antichi o moderni di Sicilia che ci aiutino a trovare il vero nome e il sito preciso, che dovea essere molto vicino a Palermo. Ma Bâlîs è nome d'una provincia tra il Sind e il Segestân, Geografia d'Edrisi, versione francese, I, 444, 449. Bâlis o Bâles era picciola città su la sponda occidentale dell'Eufrate. Veggansi: Ibn-Haukal., MS. di Parigi, Suppl. Arabe, 885, fog. 85 recto; Edrisi, op. cit., I, 335; Jakût, Merâsid, ediz, di Leyde, I, 122; Abulfeda, Geografia, testo arabo, ediz. di Parigi, p. 268. In Ispagna era città (Velez Blanco?) nella provincia di Begiâia e porto tra Alicante e Cartagena. (Edrisi, op. cit., tomo II, p. 14, 39.).

414

Lo stesso MS. ha M r nuh, Marineo, a 17 miglia da Palermo, sovrasta al fiume di Misilmeri, appunto su la strada per la quale doveano ritirarsi i Girgentini. Le due battaglie senza particolari di leggono in Ibn-el-Athîr, anno 325; e in Nowairi, presso Di Gregorio, p. 14, 15. Abulfeda, anno 325, dà appena un cenno della rivoluzione.

415

Così la Cronica di Cambridge. Il Nowairi ha invece Ishâk-Bostâni (ossia il giardiniere) e Mohammed-ibn-Hamw. Probabilmente son le medesime persone. Ibn-Sebâia potrebbe essere il nome patronimico d'Ishâk soprannominato Il Giardiniere; ed Abu-Târ, il soprannome di Mohammed. Quanto al nome patronimico di quest'ultimo, forse va corretto Hammoweih, e sarebbe d'origine persiana. Il Martorana, tomo I, p. 88, e con lui il Wenrich, arbitrariamente danno i due primi come capi del tumulto del 17 settembre, e i due secondi di quello del 7 ottobre.

416

Cronica di Cambridge, op. cit., p. 48, anno 6446, e ve n'ha un cenno in Ibn-el-Athîr, anno 325, e in Nowairi, op. cit., p. 15.

417

Ibn-el-Athîr e Nowairi, ll. cc. Il secondo, che par abbia copiato qui la cronica primitiva, dice: “con un esercito e parecchi kâid.” Perciò questa voce non sembra adoperata nel significato generale di capitani d'esercito, ma in quel di condottieri di corpi minori.

418

Confrontinsi: Ibn-Abbâr, MS. della Società Asiatica di Parigi, fog. 104 recto; e Baiân, tomo I, p. 225, anno 325.

419

Riadh-en-Nofûs, fog. 60 recto. Iehia era morto verso il 290. Però ho supposto che si tratti di questa impresa o dell'altra del 916.

420

Così la Cronica di Cambridge, op. cit., p. 48, anno 6446. Nowairi, op. cit., dice alla fine del 325; il che torna allo stesso con poco divario.

421

Si vegga qui appresso, Lib. IV, Cap. 1, p. 236. Sâlem rimase al certo in autorità insieme con Khalîl. Senza questo non si può trovare ragione plausibile dell'abboccamento coi Girgentini, nè dell'essere lui rimaso in palagio vecchio; nè del titolo di emir che gli si dà alla morte.

422

Confrontinsi: Ibn-el-Athîr, Nowairi e Ibn-Khaldûn, ll. cc.

423

Fazzello, Deca I, lib. VIII, cap. II, scrive del palagio reale di Palermo: Hanc (arcem) a Sarracenis primum Panormum adeptis, super veteris arcis ruinis excitatam literæ in eo incisæ indicant. Ma nè egli dà, nè si è mai trovata la iscrizione, e però non allego tal testimonianza.

424

Ibn-Haukal, Description de Palerme, nel Journal Asiatique, IVe série, tomo V, p. 95.

425

Makkari, Mohammedan dynasties in Spain, versione di Gayangos, tomo I, p. 220; Edrisi, Géographie, vers. di Jaubert, tomo II, p. 58 seg.

426

Bekri, versione di Quatremère, Notices et Extraits, tomo XII, p. 473.

427

Bargès, descrizione della Moschea principale d'Algeri al 1830, nel Journal Asiatique, série IIIe, tomo XI, p. 182. Quivi non si dice in vero che di una porta di comunicazione col palagio del governatore.

428

Veggasi il cap. VII di questo Libro, p. 157, 158.

429

Ibn-Haukal, Description de Palerme, nel Journal Asiatique, série IVe, tomo V, p. 22, 23; Nowairi, Enciclopedia, ibid., p. 104, Edrisi, Géographie, versione di Jaubert, tomo II, p. 77.

430

Ibn-el-Athîr, anno 325, scrive che “la gente fu molto aggravata nella costruzione della cittadella.” I pubblicisti musulmani, principalmente Mawerdi, ci danno il comento. Veggasi il cap. I di questo Libro, p. 10, nota 4.

431

Cronica di Cambridge, Ibn-el-Athîr e Ibn-Khaldûn, ll. cc.

432

Cotesti nomi dalla sola Cronica di Cambridge. La sillaba wa entra in parecchi nomi berberi in vece dell'arabico ibn, figlio. Modû sembra dello stesso conio; non arabico al certo. Si trova in Edrisi con ortografia poco diversa il nome d'un castelletto tra Randazzo e Castiglione, che risponderebbe a Mojo d'oggidì.

433

Risponde a Collesano d'oggidì secondo le distanze notate da Edrisi, il quale la dà con questo nome istesso di Kalat-es-Sirât.

434

L'ordine delle operazioni militari di Khalîl è dato dalla Cronica di Cambridge e sta bene a martello. Il nome che scrivo Mazara è ””lb”ra, letto dai primi traduttori Kalbara, arbitrariamente nella prima sillaba. Correggendo Mazara non si viene ad alterare alcun dei tratti principali e si trova la importante città nominata da Ibn-el-Athîr. Quanto a Kalbara, o come che si legga la prima sillaba, non v'ha nome noto da potervisi adattare; e non è da pensare nè anco per ombra alla Calabria.

435

Il fatto e il nome nella sola Cronaca di Cambridge, ove il secondo è scritto senza vocali Fkh e si potrebbe legger Foca, o con altra vocale che fu preferita nella version latina, e non è bello ripeterla in Italiano. Ancorchè Fikh significhi in arabico la scienza del dritto, qui è nome d'uomo e d'un luogo che il prese da lui; nè credo abbian gli Arabi tal nome proprio. Al contrario è noto ad ognuno nelle istorie bizantine il casato Foca, illustre in que' tempi: e ciò mi ha suggerito la prima lezione. Nondimeno il latino e (perchè no?) l'italiano potean anco fornire il soprannome d'alcun cristiano di Sicilia, il cui braccio avessero accettato i ribelli musulmani, sì come avean chiesto gli aiuti di Costantinopoli. E in vero presso il Capo di San Marco è un luogo detto Ficana. Questo appunto, e la coincidenza del sito presso Mazara e Caltabellotta, mi ha persuaso che si tratti della penisola del Capo San Marco. Ho interpretato penisola la voce gesîra del testo, che vuol dire anche isola.

436

Si vegga pel XII secolo la geografia d'Edrisi; pel XIII e XIV, i diplomi accennati da Pirro, Sicilia Sacra, p. 136, e da Huillard-Breholles, Historia diplomatica Frederici II imperatoris, tomo I, p. 118, 194; Mortillaro, Catalogo dei diplomi della Cattedrale di Palermo, p. 90; e pel XVI, la

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