Baiân, tomo I, p. 194, an. 312 (8 aprile 924 a 27 marzo 925).
361
Chronicon Cantabrigiense, l. c., an. 6433. Il nome è scritto senza punti diacritici; ma Bruzzano par la lezione più plausibile.
362
Chronicon Barense, presso Muratori, Antiquitates Italicæ, tomo I, p. 31; e Lupo Protospatario, presso Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, tomo V, p. 38; dei quali il primo attribuisce l'impresa ai Saraceni, e parla di uccisi e di prigioni; il secondo la riferisce agli Sclavi, l'anno 924.
363
Sciabtai (o Sabbathai) Donolo, prefazione al libro Hakmoni, nella raccolta di Miscellanee ebraiche, intitolata Melo-Sciofnayim, e pubblicata dal signor Geiger, rabbino di Breslau, Berlino 1840, p. 31; da confrontarsi col MS. ebraico della biblioteca imp. di Parigi, Ancien Fonds, 266. Il nome della città, scritto senza segni vocali aur s, fece supporre una volta che si trattasse di Aversa; ma non è dubbio che vada letto Aurias. Il giorno della occupazione è il lunedì 9 di tammuz dell'anno ebraico 4685. Debbo cotesti ragguagli al dotto orientalista signor Derembourg, che ha esaminato il MS. di Parigi.
Donolo (Δόμνουλος) ricomparisce medico famoso in Calabria verso la metà del decimo secolo, e rivaleggia in sua arte col taumaturgo San Nilo il giovane. Veggasi Vita sancti patris Nili junioris etc., greco-latina, pubblicata da Gio. Mat. Caryophilo, Roma 1624, in-4, p. 88.
364
Baiân e 'Arîb, tomo I, p. 195.
365
Il mithkâl è nome di peso, e in oro equivale al dinar, ch'io ragiono a un di presso a lire 14,50.
366
Chronicon Cantabrigiense, presso Di Gregorio, Rerum Arabicarum, p. 46, an. 6434 (1º sett. 925 a 31 agosto 926). La testimonianza concorde di Lupo Protospatario, del Baiân e di Sciabtai Donolo ci fa supporre che la Cronica di Cambridge abbia registrato il fatto nel settembre, quando forse arrivò in Palermo Gia'far con la preda e i prigioni. Il Baiân e la detta Cronica mi è parso che accennassero a due patti diversi; l'uno per la città d'Oria, l'altro per tutta la Calabria; sotto il qual nome andava anco la terra d'Otranto. Di quale diocesi in Sicilia fosse vescovo Leone non si ritrae. Non era egli al certo lo stratego di Calabria, come ha supposto il Wenrich (lib. I, cap. XII, § 105, p. 141), male interpretando la Cronica di Cambridge, e non riflettendo che l'impero bizantino non affidò mai governi ai vescovi.
367
Il 25 rebi' secondo del 313. Baiân, l. c. Il testo dice positivamente che Gia'far arrivò in Sicilia quel giorno. Le altre autorità citate mi portano a correggere che partì per la Sicilia quel giorno.
368
Sciabtai Donolo, l. c.
369
Nel testo, dibâg, che è corruzione della voce greca δίβαφος, pervenuta agli Arabi per mezzo dei Persiani, i quali la scrivono dibâh.
370
Baiân, l. c.
371
Lupo Protospatario, l. c.
372
Cedreno, ediz. di Parigi, tomo II, p. 650; ediz. di Bonn, II, 356, seg.
373
Il nome nel testo è φατλοῦν; forse dovea dire φατμοῦν, perchè il Mehdi non ebbe tra i suoi nomi questo di Fadhl; e, da un'altra mano, le lettere λ e μ si scambiano assai facilmente nei manoscritti greci. Le Beau, Histoire du Bas Empire, lib. LXXIII, § 53, pone questa negoziazione nel 923, ch'è la data d'una delle tante imprese di Simeone contro Costantinopoli. Ma la narrazione del Cedreno si può ben applicare ai tre anni seguenti, fino alla morte di Simeone. D'altronde, la pratica di Simeone col Mehdi precedette forse di parecchi anni la conchiusione della pace tra il Mehdi e Romano.
374
Liutprando, Antapodesis, lib. II, cap. LXV, presso Pertz, Scriptores, tomo III, p. 296. Si sa che l'autore cominciò a scrivere a Francfort verso il 958. Pertz, vol. cit., p. 264.
375
Romano Lecapeno salì al trono il 919; regnò solo dal 920; perdè la Calabria il 921. I Musulmani si afforzarono ai Garigliano verso l'882, e ne furono scacciati il 916.
376
Il monaco dello stato romano Benedetto di Sant'Andrea, che scrisse negli ultimi anni del decimo secolo una rozza cronica infiorata di romanzi, accenna (presso Pertz, Scriptores, ec., tomo III, p. 713); le ambascerie dei Romani a Palarmo et Africe, perchè venissero a pigliare il regno d'Italia, e dice ch'essi andarono per tal cagione ad Amalfi e al Garigliano. Ma ciò si riferisce evidentemente alle pratiche d'Atanasio vescovo di Napoli (879-882), e non avvalora le parole di Liutprando, nè porta ad anacronismi.
377
Non ci dee ritenere la grande autorità del Machiavelli, il quale accettò il racconto di Liutprando in un quadro generale (Istorie fiorentine, lib. I, nel paragrafo che principia “Era intanto morto Carlo imperatore”). Ognun sa che ai tempi del Segretario Fiorentino le sorgenti della storia d'Italia erano la più parte ignote o incerte. La stessa ragione non vale a favor del Giannone, lib. VII, cap. IV; e molto meno del Martorana, tomo I, p. 84, cap. III, e del Wenrich, lib. I, cap. XII, § 104, p. 139, 140.
378
Confrontinsi: Lupo Protospatario e la Cronaca di Bari, presso Pertz, Scriptores, tomo V, p. 54; Chronicon Sanctæ Sophiæ Beneventi, presso Muratori, Antiquitates Italicæ, tomo I, p. 253; Romualdo Salernitano, presso Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, tomo V, an. 926. L'indizione 15ª corregge lo sbaglio della Cronica di Bari che dà l'anno 928. Il nome d'Istachael scritto in alcune edizioni di Lupo, va letto Michael.
379
Si confrontino: Ibn-el-Athîr, an. 313, MS. A, tomo II, fog. 234 verso; e MS. C, tomo IV, fog. 304 recto; Baiân, tomo I, p. 199, an. 315 (7 marzo 927 a 23 febbraio 928); Nowairi, presso Di Gregorio, Rerum Arabicarum, p. 13, 14, an. 316; Lupo Protospatario, e Cronica di Bari, l. c., an. 927; Ibn-Khaldûn, Histoire de l'Afrique et de la Sicile, p. 162. Nella Cronologia historica, di Hazi Halife (Hagi Khalfa), versione del conte Carli, Venezia 1697, p. 59, si legge questa impresa di Taranto, che manca nel testo persiano di Parigi.
Debbo avvertire che la discrepanza delle croniche mi sforza ad ordinare i fatti alla meglio, senza la certezza ch'io soglio ricercare. Per esempio, un dice che Sâin venne con 44 navi; un altro gli dà 33 navi da guerra; chi parla delle forze unite di Sâin e dell'emir di Sicilia, chi di Sâin solo; chi sbaglia evidentemente le date; chi confonde in un sol anno tutte le imprese; chi pone i nomi geografici, e chi no; chi li scrive in guisa da doversi indovinare la giusta lezione. Ciò sia detto per tutte queste fazioni dal 927 al 929.
380
Ibn-el-Athîr e Nowairi, ll. cc. Prendo la data dalla Cronica di Cambridge, l. c., an. 6436 (1º settembre 927 a 31 agosto 928), ove credo si debba leggere Otranto in vece di Zarniwah, che fu messo a caso nelle edizioni precedenti. Otranto si legge chiaramente negli altri due autori citati.
381
Si vegga la nota 3, a pag. 173 di questo volume.
382
Il Baiân, sola sorgente di questo fatto, adopera la voce thiâb, plurale di thaub; e significherebbe vestimenta, in generale, ovvero, secondo l'uso moderno d'Egitto, un camicione che le donne soglion mettere sopra tutti gli altri abiti quand'escono fuor di casa: una specie di dominò. Si vegga Dozy, Dictionnaire détaillé etc., p. 106. Ma Ibn-Haukal parlando appunto di Napoli, come si vedrà nella nota seguente, usa la stessa voce al singolare e al plurale, nel significato certissimo di tela di lino in pezza. Le pezze che valean da cinque a secento