Resa a discrezione. Giacosa Giuseppe

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Resa a discrezione - Giacosa Giuseppe

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a sposarvi, come sembra abbia fatto il vostro amico Paolo.

PAOLO

      Io?

ELENA

      Non è vero?

PAOLO

      Affatto! e non so chi abbia potuto dire…

ELENA

      Queste signore… or ora.

ELVIRA

      Ah! è un tradimento!

PAOLO

      Come?

ELENA

      Vedete? Non occorre far nomi. Sbrigatevela con lei.

PAOLO (va a sedere vicino ad Elvira)

      Contessa, mi spiegherete! (discorrono).

ELENA (a D'Almèna)

      Dunque?

D'ALMÈNA

      Dunque?

ELENA

      Mi fate la corte?

D'ALMÈNA

      È bella e fatta.

ELENA

      Sareste disposto a commettere delle pazzie per me?

D'ALMÈNA

      Qualunque cosa facessi sarebbe un atto ragionevole. Una sola forse meriterebbe il nome di pazzia.

ELENA

      Ed è?

D'ALMÈNA

      L'innamorarmi seriamente di voi.

ELENA

      Non sarebbe una pazzia, sarebbe un'assurdità.

D'ALMÈNA

      Se m'accompagnate in capo al mondo ci vado.

ELENA

      La pazzia la commetterei io. Bel merito!

D'ALMÈNA

      Che colpa ci ho, se per guadagnarmi le vostre grazie non conosco nulla che mi costi fatica!

ELENA

      Che miseria! Ecco un uomo di spirito che non sa immaginare un solo atto di sacrifizio per conquistare l'amore d'una donna.

D'ALMÈNA

      Le donne non sanno più inspirare eroismi.

ELENA

      Oh! datemi un uomo meno infiacchito di tutti voi e vedrete.

FILIPPO

      È giusto! le sole pazzie meritorie sono quelle dei savi.

D'ALMÈNA

      E dato quell'uomo forte, vi proporreste di fargli andare la testa in giro?

ELENA

      Come una trottola; non fosse che per vendicarmi.

D'ALMÈNA

      Di che?

ELENA

      Della vostra presunzione che vi rende perfino scortesi.

      SCENA V

Anselmo e dettiANSELMO

      La carrozza della Contessa di Francofonte, la carrozza della Baronessa Roveri. (via).

ELVIRA

      Addio, Elena. (si alza).

ELENA

      Che fretta!

ELVIRA

      Alle nove vengono da me gli amici di mio marito, se tardo se ne vanno. Gli uomini non sanno più aspettare. Mi accompagnate, Rulfi?

ELENA

      Oh vedrai che non potrà. Gli uomini si fanno pregare ora.

RULFI

      Infatti devo andare all'Apollo. Stassera fanno il ballo prima dell'Opera.

ELENA

      Allora si capisce.

ELVIRA

      Voi D'Aspri?

PAOLO

      Ho appuntamento all'Apollo anch'io: anzi, Contessa, dovreste metterci voi sino alla porta del teatro. L'allungate di così poco.

ELVIRA

      Ma sì, figuratevi! Buona sera. (saluta. Elena accompagna Elvira fino all'uscio, chiacchere e risa, via Elvira, Paolo e Rulfi).

RUBACONTI (a Lorenzo)

      Vieni?

LORENZO

      Volevo proportelo, mi secco… io dopo pranzo…

RUBACONTI

      Hai bisogno d'aria come me.

LORENZO

      Aspetta, avverto mia moglie.

RUBACONTI

      Fai…

LORENZO (va presso Gemma e le dice)

      Io vado, sai?

GEMMA

      Benissimo.

LORENZO (torna a Rubaconti)

      Andiamo?

RUBACONTI

      Guarda, s'alza la Baronessa. (Masina s'alza e saluta i vicini). Andiamocene nella confusione a modo della Corte. (si ecclissano senza esser veduti).

MASINA (in piedi ad Elena)

      Vado anch'io.

ELENA

      Buona sera.

MASINA

      Ho un posto in carrozza. Chi viene dalle mie parti?

ENRICO

      Io.

MASINA

      Bravo. Ah! mentre mi ricordo, Elena, quella famosa ricamatrice non ha finito ancora?

ELENA

      La colpa è d'Enrico che doveva disegnare le cifre.

ENRICO

      Oh, guarda!

MASINA

      Ve ne siete scordato?

ENRICO

      Del tutto. Ma le disegnerò stassera, mi faccio un nodo al fazzoletto.

ELENA

      Senza di che…

MASINA

      E me le porterete domani?

ENRICO

      Mi darete da pranzo?

MASINA

      Sarà un doppio favore che mi fate. (a tutti) Addio. (va ad Elena) Rimani. (via Masina, Enrico, Lorenzo e Rubaconti).

      SCENA VI

Elena, Gemma, Filippo, D'Almèna, Del Sannio, poi TeodoroELENA

      Eh! che galanteria! tutti così.

D'ALMÈNA

      E voi ve ne affliggete?

ELENA

      Vorrei poter far del male a qualcheduno.

D'ALMÈNA

      C'è Filippo per questo.

ELENA

      Non basta. (entra Teodoro) Oh, zio!

TEODORO (la bacia in fronte poi saluta Gemma)

      Contessa. Non è venuto ancora il mio protetto?

ELENA

      No.

GEMMA

      Ah! il viaggiatore! Come si chiama?

TEODORO

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