Resa a discrezione. Giacosa Giuseppe

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Resa a discrezione - Giacosa Giuseppe

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dottor Sarni. Gli ho detto alle nove e mezzo.

ELENA

      Sono le nove.

TEODORO

      Tu mi cederai un tuo salotto per riceverlo.

GEMMA

      E perchè non in questo?

TEODORO

      Non sarebbe caritatevole lasciargli indovinare le delizie del soggiorno di Roma, nel momento che sta per intraprendere un viaggio da cui è miracolo se torna.

ELENA

      Ma se lo credi un viaggio così pericoloso, perchè lo aiuti ad andarci?

TEODORO

      Io non sono il custode del genere umano, e tanto meno dei signori professori, dottori, scrittori, compositori, seccatori e compagnia bella: ci pensino da sè, che la sanno lunga. La spedizione è allestita dal governo Svedese che avea promesso un posto al dottor Sarni. Ma i posti sono pochi ed all'ultimo momento due ufficiali Russi sollecitano l'imbarco: se l'ottengono, il Sarni è scartato. La cosa sarà decisa fra otto giorni e il dottore sapendo che io fui ministro a Stoccolma e che sono amicissimo di quel Presidente del Consiglio, venne da me per una commendatizia un po' calorosa presso quest'ultimo. Ho promesso di scriverla e m'è venuto un fiore d'eloquenza. Nel mio mestiere ho imparato che bisogna sempre aver l'aria di dar molta importanza agli uomini di studio. Quando sapremo se esiste un mare chiuso piuttosto che un mare libero e che ragione hanno i fenomeni elettrici, non avremo rubato il bacino al barbiere e non occorrerà allo Stato nè uno scrigno di più, nè un carabiniere di meno. Ma gli uomini che hanno il coraggio di affrontare un simile viaggio è meglio che lo facciano. Rimanendo in patria, sarebbero capaci di vagheggiare Dio sa che progressi di civiltà e di metterci sossopra ogni cosa.

ELENA

      Oh, oh, lo credi da tanto?

TEODORO

      Avessi sentito con che fuoco perorava la sua causa! Neanche per andare a nozze. Con che serietà parlava del dovere che ha ogni uomo di giovare agli uomini e di mettere la vita per lo scoprimento di una verità. Non c'è che dire, è un uomo forte.

D'ALMÈNA

      Oh! un uomo forte! sentite, Marchesa?

ELENA

      E con ciò?

D'ALMÈNA

      Un uomo forte. E il vostro proposito di poc'anzi di far andare la testa in giro al primo che aveste incontrato?

ELENA

      Parte.

FILIPPO

      Buon per voi che non siete esposta…

ELENA

      Ad uno scacco? Oh sì che sarebbe così difficile!

GEMMA

      Andiamo colle bravate! Ora ti vanteresti di non lasciarlo partire?

ELENA

      Gran cosa! Che ne dite D'Almèna?

D'ALMÈNA

      Non dico nulla.

ELENA

      Non credete che se volessi?

GEMMA

      Ma non vuoi.

ELENA (a Teodoro)

      Quando parte il tuo dottore?

TEODORO

      Posdomani.

ELENA

      Presto. È ben deciso di partire?

TEODORO

      Irrevocabilmente.

ELENA

      Se riuscissi a trattenerlo, che ne direste, D'Almèna?

D'ALMÈNA

      Non sarebbe il modo d'ispirargli l'eroismo.

ELENA

      Ma vi mostrerei che si possono ottenere dei sagrifizi. Va la scommessa?

D'ALMÈNA

      Scherziamo, eh?

TEODORO

      Io ci avrei un gusto matto.

FILIPPO

      E le vostre paure come agitatore?

TEODORO

      Oh! in quelle mani…!

ELENA

      Intendiamoci. È un uomo di mondo?

TEODORO

      Conosco dei duchi che lo sono meno di lui.

ELENA

      Quel viaggio non gli deve fruttar denaro?

TEODORO

      Glie ne costa.

ELENA

      Va la scommessa? Chi tiene?

GEMMA

      Io…

ELENA

      Tu? Tu sostieni che parte?

GEMMA

      Certo.

D'ALMÈNA

      La contessa è la sola persona qui che possa senza scortesia dubitare della riuscita.

ELENA

      Oh, state pure dalla sua; non me n'ho per male. Va la scommessa?

FILIPPO

      In che termini?

ELENA

      Io sostengo che quel signore che deve venir qui ora, il Dottor… non rammento nemmeno il nome, guardate.

FILIPPO

      Sarni.

ELENA

      Il dottor Sarni, non partirà per il suo viaggio polare.

FILIPPO

      Io sto per la Marchesa.

ELENA

      No, no. Voglio esser sola. (a Gemma) Vada fra noi due.

GEMMA

      Che va?

ELENA

      La statua in bronzo della Tuffolina che mi volevano regalare il giorno della mia festa.

D'ALMÈNA

      Ah! per la vita d'un uomo!

ELENA

      Glie la salvo la vita.

GEMMA

      È detta.

ELENA

      Siate testimoni. (le due si stringono la mano). Zio, dammi la lettera commendatizia. (a Gemma) Ti do la mia parola d'onore che quella lettera… (a Teodoro) Quando hai detto che intende partire?

TEODORO

      Posdomani mattina.

ELENA

      Ebbene che prima di domani sera il sig. Sarni avrà quella lettera.

GEMMA

      Va bene.

ELENA (a Teodoro)

      Me la dài?

TEODORO

      Eccola. (le consegna la lettera).

D'ALMÈNA

      Oh, Marchese!

TEODORO

      Detesto gli uomini superiori.

ELENA

      E ora, zio, ti mando via.

TEODORO

      Ah!

ELENA

      Naturale, se ci sei tu non posso rimettere a domani la consegna della lettera.

TEODORO

      Giusto.

ELENA

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