”Dolce Settembre”. Gabrielle Queen

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”Dolce Settembre” - Gabrielle Queen

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      <<Chiedo scusa per il disturbo ma lei assomiglia in maniera davvero affascinante ad una mia carissima collega di lavoro, una ragazza splendida, dolce, amorevole..>> fece, togliendosi il buffo cappello di paglia che avrebbe dovuto ripararlo dal sole. Per lui venire in quel paesino dimenticato dal mondo era un po' come andare nel Far West, si era vestito in maniera davvero noncurante. E non si sarebbe meravigliato se da qualche portone fosse sbucata qualche mucca come sulle confezioni di cioccolato Milka.

      <<Here we go again...>> rispose Sandy acida, roteando gli occhi e sorseggiando controvoglia un po' del suo cocktail.

      <<Sandrine?!>> esclamò Justin con finto tono scioccato. <<Tu, davvero qui? Non e' un sogno felice dal quale non vorrei svegliarmi? Che piacevole sorpresa, posso farvi compagnia? Non tutti i giorni di passaggio in un paese di mare ci si imbatte non in una ma in due bellissime donne! Justin Bennett Clark a vostra disposizione>> tese la mano verso l'amica di Sandy, una mora altrettanto perfettamente vestita e truccata, che gli getto' un'occhiata divertita e curiosa e gliela strinse con garbo.

      <<Ciao, sono Claire>> disse con forte accento francese, che contribuì ancora di più al suo stupore.

      <<Enchante'>> disse lui e la mora scoppiò in una piccola risata divertita, studiandolo con i suoi espressivi e velati occhi azzurri. Se accanto non avesse avuto Sandy, sarebbe parsa una diva del cinema, ma Justin non poteva non ammetterlo con se stesso: la vera diva era la secchiona della Bocconi. Che lo fissava con un'espressione tale che lui per poco temette di non ricevere in testa il bicchiere di mojito davanti a lei.

      <<Cosa fai qui, Justin, ma perché lo sto chiedendo, ovviamente mi stavi SPIANDO! Come sapevi che ero a Moneglia?>> chiese Sandy, sempre più furente.

      <<Ehi ehi, non sparate agli innocenti!>> fece lui alzando le mani sopra la testa in segno di arresa. <<Non avevo idea che anche tu fossi qui, e...in tanto piacevole compagnia!>> Sorrise di nuovo alla mora Claire, che gli ricambiò ondeggiando sulla sedia. Aveva sempre successo con le belle donne, colpa delle stelle che gli avevano regalato tanto fascino.

      <<Ahahah vuoi dire che le tue schifose chiappe sono entrate nello stesso bar dello stesso paese, nello stesso giorno anzi, precisamente alla stessa ora, in cui mi trovo io, per un puro caso del destino!>>

      <<Il fato ha le sue ragioni che la ragione non conosce>> rispose lui allegro, ordinando uno spritz alla cameriera. <<E scusa, ma non c'e' nulla che non vada con le mie chiappe>> aggiunse lanciando di nuovo un'occhiata a Claire, la cui sedia si era già avvicinata a lui, dando una lunga occhiata ai tatuaggi sulle sue braccia palestrate. Sarebbe stato veramente facile, e rendere Sandy un po' gelosa era una tentazione troppo forte.

       Capitolo 12 - Entra in scena Charlie

      <<Senti Justin, non ho proprio idea perché tu sia venuto qui ma penso che sia stata una pessima idea. Io e Claire stavamo proprio per...ehmm andare in un...posto. E tu non sei invitato>>.

      <<Gentilissima come sempre>> non si scompose Justin. <<Sa Claire, in ufficio la chiamiamo sempre così, Gentile. E' praticamente il suo soprannome. Giuro che nel dizionario alla definizione di "gentile" metterei proprio la foto di Sandrine>>.

      Ma Justin non finì le parole, che una massa di pelo bianco e orecchie per aria saltò da sotto il tavolo con un latrato furioso, dritto verso la sua gamba. Fece un salto dalla sedia, evitando per un pelo di essere addentato.

      <<Che diamine!>> esclamò così forte che tutte le teste si girarono verso di lui.

      <<Mordilo, Charlie!>> disse Sandy senza scomporsi, mentre l'amica scoppiava in un'altra delle sue risate fragorose che cominciavano a dare un po' sui nervi alla povera vittima in camicia, cappello da cowboy e jeans come per miracolo scampati dai denti dell'animale.

      <<Legalo più lontano!>> ansimò Justin, mentre la peluria bianca si fece vedere in tutto il suo splendore: era un, doveva ammettere, bellissimo Golden Retriever di taglia media ma con denti che sembravano molto affilati, e lo fissava ...appunto, in cagnesco. Si costrinse di ricordare quanto amava i cani, quanto li adorava. Solo che l'apparizione era stata un po' troppo... improvvisa per i suoi gusti.

      <<Mordilo, Charlie!>> esordì di nuovo Sandy, e questa volta toccò a Justin alzare gli occhi al cielo.

      <<Adesso ti faccio vedere che sono un bravo amico, persino degli animali>> disse e tese piano la mano verso il muso del cane che, ancora diffidente, finì per lasciarsi accarezzare e addirittura gli leccò le dita.

      <<Traditrice!>> sbuffò Sandy. Era ancora più affascinante con quell'espressione imbronciata, e per qualche secondo Justin rimase semplicemente a fissarla, avvertendo perplesso i battiti del proprio cuore. Doveva fare molto caldo si disse, perché piccole gocce di sudore gli si formavano sulla fronte, e gli sembrò che anche la ragazza sudasse un po'. O forse era una qualche mal celata emozione?

      Per la milionesima volta si chiese se lei avesse una cotta per lui, così come gli era sembrato in alcuni momenti al lavoro. Aveva otto anni più di lei, sapeva di essere uno che non passava inosservato dalle donne, era bello, affascinante e con una carriera alle stelle. Sarebbe stato un gioco da ragazzi conquistare Sandy, eppure nonostante certi segnali, lei continuava a indossare quella maschera di ghiaccio e antipatia nei suoi confronti che malgrado tutto le conferiva un adorabile je ne sais quoi, per dirla alla francese.

      Sandy non era come "le donne" in generale. Aveva carattere, classe, oggi più che mai lo doveva ammettere. E non la si poteva leggere facilmente. A volte sembrava una bambina indifesa appena uscita dai banchi del liceo che non chiedeva altro che coccole e abbracci. Nell'attimo dopo diventava la regina dei ghiacci al Polo Nord, con un cuore più freddo dell'Alaska. Non era per niente facile con lei, ma Justin non amava mai le cose facili.

      <<Ehmmm... credo che andrò a fare....quella cosa di cui ti stavo parlando prima>> interrompe l'amica Claire, alzandosi frettolosamente e lasciando sul tavolo una banconota.

      <<Che cosa??? Ma...ma....>> Sandy era l'immagine dello sbalordimento e della disperazione.

      <<Ricordi che dovevo incontrare ...Paolo, per farmi dare...quella cosa...Ma voi due fate pure senza di me, sono sicura che avete moltissime cose da dirvi>>.

      Sandy non poteva credere ai suoi occhi, mentre la guardava andarsene a gambe levate: la sua migliore amica era ufficialmente diventata la peggiore traditrice!

      <<Traditrice numero due>> completò Justin i suoi pensieri, scoccandole un'occhiata penetrante.

      <<Al diavolo Justin Bennett, quando mi dirai perché sei qui e cosa vuoi da me, immagino distruggere la mia giornata come sempre?>>

      <<Sei venuta a vedere la casa sulla spiaggia, vero?>> andò lui dritto al punto.

      <<Siccome sono vittima di un intenso fenomeno di stalking, le domande le faccio io>> disse, lanciandosi i capelli all'indietro con un gesto diffidente e affascinante.

      <<Okay, allora se vuoi le risposte perché non lasciamo questo posto e facciamo una passeggiata sulla spiaggia? Sono certo che Charlie lo apprezzerebbe moltissimo, così ci facciamo anche due chiacchiere senza alcuna invasione alla nostra privacy>>.

      <<Guarda chi parla di privacy>> sorrise lei controvoglia.

       Capitolo

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