Sangue Saziato. Amy Blankenship

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Sangue Saziato - Amy Blankenship

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ricerca della vittima perfetta, proprio come i vampiri senz’anima cacciavano i loro umani preferiti... i suoi bersagli, però, appartenevano al lato oscuro. Passò accanto ad alcuni demoni di basso livello accalcati ad un angolo della strada. All’apparenza sembravano una normale gang di quartiere e Michael li guardò mentre camminava.

      Prima del suo arrivo erano rumorosi e turbolenti ma, mentre lui si avvicinava, si zittirono. Le sue labbra si curvarono quasi in un ghigno, come per fargli capire che sapeva esattamente cos’erano. Non si preoccupò di voltarsi indietro quando sentì il rumore di passi che si allontanavano rapidamente. Forse quei demoni erano più intelligenti di quanto pensasse.

      Giungendo all’incrocio successivo, Michael scrutò gli edifici e le strade sporche, continuando a cercare. Stava per proseguire quando sentì un picco di potere... potere puro, dolce e pericoloso. Restrinse lo sguardo quando quell’odore lo avvolse e un senso di vertigine gli pervase la mente. Non era un potere grande ma era abbastanza forte da fargli venire voglia di annientarlo.

      Il suono di un campanello lo fece voltare e il suo sguardo color ametista osservò la donna che uscì dal bar malandato dall’altra parte della strada. Indossava un top di pelle e una minigonna corta in pizzo trasparente, con calze a rete e tacchi a spillo neri. I suoi capelli erano di una miriade di colori che andavano da verde e rosa fluorescente a viola, nero e biondo.

      Lei estrasse una bottiglia di liquore dalla borsa e svitò il tappo. Alzandola, ne bevve quasi metà tutta d’un fiato e poi si asciugò la bocca con il dorso della mano. Anche se all’apparenza sembrava umana, lui poteva vedere il vero volto del demone nascosto.

      Michael si rilassò mentalmente e fisicamente. La maggior parte dei demoni incontrati in passato non sapevano cos’era lui in realtà... al massimo lo credevano erroneamente un vampiro. Sentendosi sopraffare da una finta calma, scese dal marciapiede.

      Il demone si girò verso di lui e sorrise attraverso il corpo che aveva rubato per attirare la sua vittima. Michael sapeva che in passato i demoni si nutrivano di vampiri... persino Misery li aveva usati in quel modo.

      â€œBuonasera, bellezza.” il demone fece le fusa sbattendo le sue lunghe ciglia.

      Michael si avvicinò e la sfiorò con una spalla, girandole intorno e mantenendo il contatto fisico.

      â€œIn effetti è proprio una buona serata.” le sussurrò stando al gioco. “Chi sei?”.

      â€œQualsiasi cosa che tu vuoi che io sia.” sussurrò lei in risposta.

      â€œIo voglio che tu sia te stessa.” le disse Michael all’orecchio, poi si mise davanti a lei. Sorrise lentamente mostrando i canini, che portavano sempre la gente a confondere lui e i suoi fratelli con i vampiri.

      Il demone inclinò la testa di lato e sorrise di nuovo “Oh, capisco.”.

      Michael annuì mentre rilassava il proprio sorriso “Certo che capisci.”.

      â€œPuoi chiamarmi Morgana.”. Lei gli si mise a braccetto e si avviarono entrambi verso un vecchio edificio alla fine dell’isolato.

      Entrarono e lei chiuse la porta. Michael si guardò intorno e notò la quantità di cadaveri che giacevano lì. Quel posto puzzava di sangue vecchio e di marciume... un luogo adatto a quel vorace demone che adesso era aggrappato al suo braccio.

      â€œTi piace la mia casa?” sussurrò Morgana, poi ridacchiò mentre si voltava per ammirare la propria fatica.

      Michael scrollò le spalle “Sarà ancora meglio quando il tuo corpo senza vita finirà in mezzo agli altri.”.

      Si chinò appena in tempo per evitare gli artigli di Morgana, improvvisamente lunghi, che cercavano di staccargli la testa. Torcendo il busto, Michael le affondò un gomito nel torace, facendola piegare. Le sferrò un pugno, colpendola al naso abbastanza forte da farla volare all’indietro.

      Morgana finì a terra e guardò il vampiro, con il viso contorto in una maschera grottesca che mostrava la sua vera natura. I suoi occhi color nocciola si assottigliarono e divennero rossi, le sue sopracciglia s’incurvarono e la sua bocca, che prima era piuttosto attraente, si allargò in un orrido sorriso con denti aguzzi e malmessi. Lei fece scivolare fuori la sua lingua lunga e si leccò il sangue che le colava dal naso.

      Michael fece una smorfia... era nauseante. Avrebbe fatto sicuramente un favore alla città liberandola da quel mostro. Tale bruttezza guastava il panorama.

      Arrampicandosi all’indietro sul muro, lei balzò di nuovo verso Michael, dimenando i lunghi artigli davanti a sé. Stavolta gli lasciò un paio di graffi sul petto attraverso la camicia... non erano gravi ma sanguinavano comunque. Lui strinse il pugno destro e colpì il demone al viso, facendogli girare la testa in modo innaturale. Dandogli un rapido calcio al ginocchio, sentì le ossa frantumarsi. Non provò alcun rimorso, sapendo che il demone si era nascosto in un corpo già morto.

      Quando Morgana cadde per la seconda volta, Michael si avvicinò lentamente e la afferrò per i capelli. Sollevandola da terra, si fermò per un istante e chiuse gli occhi quando l’odore del suo sangue lo pervase.

      â€œVoi demoni non siete altro che mostruosi ibridi rinnegati dai Caduti che vi hanno generato.”. sibilò Michael, improvvisamente consapevole di cosa fossero davvero i demoni. Finora non aveva mai notato le deboli tracce di sangue di Caduto nei demoni... ma adesso conosceva il loro sapore.

      I Caduti e gli Dei del Sole erano simili, in questo senso... creavano mostri a caso. L’unica differenza era il modo in cui li creavano.

      Morgana allungò una mano verso il braccio che la teneva per i capelli e affondò gli artigli nella carne. Rimase senza fiato quando, all’improvviso, si ritrovò sollevata da terra, a fissare quei furiosi occhi color ametista. Le sue scarpe alte caddero sul pavimento e lei avvolse l’altra mano attorno alla nuca di Michael, sperando di spezzargli il collo e liberarsi.

      Sentendosi penetrare da quello sguardo color ametista, finì per indebolirsi, rimanendo appesa per i capelli.

      â€œLasciami andare.” sussurrò Morgana, improvvisamente impaurita. Lei era forte, una delle più forti in quella zona malfamata, eppure quel vampiro, che lei aveva creduto una vittima facile, era assai più forte di qualsiasi creatura avesse mai incontrato.

      â€œLasciarti andare?” chiese Michael, come se quel concetto gli fosse estraneo. “Hai ucciso per fame tutti questi umani e questi demoni, in base al loro aspetto, e vuoi che ti lasci andare?”.

      â€œTi darò tutto il sangue umano che vuoi.” Morgana piagnucolò e sibilò allo stesso tempo. “Sarò la tua serva... io li attirerò e te li porterò.”.

      â€œNon mi serve aiuto per procurarmi da mangiare.” disse sardonicamente Michael. La sua voce si ammorbidì all’improvviso “Però... scommetto che i demoni hanno un sapore migliore di quello degli umani.”.

      Morgana sussultò quando un improvviso dolore lancinante le pervase la spalla, e la sensazione del vampiro che assorbiva la sua essenza le fece emettere un verso disumano. Riprese a dimenarsi e lo graffiò con furia, ma la vera oscurità stava iniziando ad offuscarle

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