La Figlia Dell’Acqua. Aidan Fox

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La Figlia Dell’Acqua - Aidan Fox

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      Alla loro destra appariva progressivamente una striscia di mare che ingrandiva a vista d’occhio. In realtà, mentre si allargava, il banco di sabbia sul quale viaggiavano si ritraeva e si avvicinava pericolosamente alle onde che agitavano il mare alla loro sinistra.

      -Il mare si sta alzando! E’ una trappola degli organizzatori, il banco di sabbia finirà per essere inghiottito dall’acqua in qualche minuto!

      Affannata, Naëli gettò uno sguardo indietro.

      La terraferma era troppo lontana per fare dietrofront. E la pista continuava tutta dritta, sulla striscia di sabbia circondata dall’acqua. Era là che proseguiva il percorso. Non avevano altra scelta se non continuare. Ma quando l’acqua avesse ammorbidito la sabbia sotto la moto, sarebbe stata la fine per loro.

      E davanti, ancora nessuna terra visibile all’orizzonte.

      -Non ci arriveremo mai! Si agitò lei.

      -Oh si! Protestò Joan. Sono sicuro che questo banco di sabbia è una creazione artificiale che può sprofondare sotto l’acqua in qualsiasi momento, ma che deve per forza raggiungere il continente da qualche parte! La sfida è di arrivarci prima della marea!

      Tentò di accelerare.

      Ma niente da fare.

      Avevano bruciato tutte le loro cartucce, il loro bolide non sarebbe andato più veloce.

      Qualche istante dopo, passarono sotto un ponte di controllo situato nel bel mezzo del niente, e videro la fine del banco di sabbia. Raggiungeva un isolotto di terra collegato al continente da un ponte elegante che si slanciava sopra il mare. La macchina che li aveva superati aveva appena messo piede lì sopra.

      Era ancora troppo lontano…

      Troppo tardi.

      Il mare arrivò alle ruote del Lupo di mare e rischiò di far scivolare i suoi occupanti in una caduta fatale.

      A Naëli venne un’idea.

      Un’idea folle, strampalata, irrealizzabile.

      Un’idea geniale.

      Lasciò il suo sguardo vagare sull’oceano, e si mescolò alle onde che lo agitavano.

      Un’altra volta, si sentì cadere nel mondo acquoso, ma tenne un solido controllo sui suoi pensieri.

      Bisognava rendere la superficie dell’acqua dura come il cemento. Solidificarla. Solamente così il loro veicolo avrebbe avuto la possibilità di uscirne. E il mare era così calmo che questo piano aveva una possibilità di funzionare, anche se minima.

      Non aveva alcuna idea della sua abilità nel riuscire in una simile impresa, ma bisognava giocarsi il tutto per tutto.

      Cercò più a fondo nell’elemento acquatico, integrando ogni molecola per solidificare la struttura dell’acqua.

      La moto sfuggì improvvisamente al controllo di Joan e partì in una sbandata caotica lunga qualche metro mentre lui si aggrappava ai freni per cercare di limitare il danno. In un ultimo sforzo, raddrizzò il veicolo e ripartì in avanti.

      Poi fece un’esclamazione sbalordita.

      Il Lupo di mare viaggiava sull’acqua. O meglio scivolava sull’acqua che aveva finito per ricoprire il banco di sabbia.

      Dietro di lui, Naëli intonò un canto di vittoria. La padronanza delle acque le apparteneva! Solidificava la superficie sotto di loro man mano che avanzavano, o meglio, eliminava il peso del veicolo, fregandosene delle regole della gravità.

      -Forza Joan! La sto gestendo!

      -Impressionante, sei un genio! Esclamò lui, stupito, spingendo nuovamente il Lupo di mare.

      Ripartirono, avanzando come un missile, la fierezza che gonfiava i loro cuori. Avevano l’impressione di aver domato i flutti.

      ***

      Viaggiarono ancora per una decina di minuti sulle onde calme dell’oceano. Erano in realtà passati intorno ad un vasto lago artificiale alimentato da ogni alta marea, ma separato dal mare da un immenso banco di sabbia secco quando la marea era bassa. Era questa la distesa più o meno solida che loro avevano attraversato, e dove avevano rischiato di rimanere impantanati. Avevano superato numerosi concorrenti che erano stati intrappolati alla fine del percorso.

      Per loro, la corsa era finita. I loro veicoli avrebbero richiesto settimane di riparazione. Naëli li aveva salutati con un gesto della mano allo stesso tempo dispiaciuto ed entusiasta. Essi avevano risposto con sguardi sbigottiti, vedendoli viaggiare così sulla superficie dell’acqua. Quando infine il Lupo di mare mise piede sul ponte, Naëli era sfinita. Condensare l’acqua in quel modo aveva risucchiato le sue energie, e aveva bisogno di riposarsi.

      Ma la prova non era finita.

      La strada serpeggiava ancora per un po’ di tempo lungo la riva prima di lasciare definitivamente i suoi bordi. Una mezz’ora più tardi, mentre lei si aggrappava disperatamente per non cadere dal Lupo di mare, Joan fece una pausa salvatrice vicino alle porte di una piccola città.

      Lei posò piede a terra con difficoltà.

      -Possiamo continuare se vuoi, eh…

      Detto ciò, incespicò e si ritrovò per terra.

      -Sicuramente, rispose Joan con una smorfia annoiata. Ne dubitavo, non ti reggi più in piedi. Non protestare, comunque, avevo previsto di fermarmi per comprare da mangiare nel mezzo del percorso. E considerando il vantaggio che abbiamo preso grazie a te, possiamo permetterci un po’ di riposo.

      Non era abituata ad una simile attenzione da parte del suo amico, e faticava a capire. Gli gettò uno sguardo inquisitore.

      -Rifletti, Naëli, ora che l’acqua è alta, ci vorranno parecchie ore prima che i prossimi concorrenti possano attraversare la spiaggia, senza parlare del tempo che la sabbia ci metterà a seccare. E non passare il punto di controllo sul banco di sabbia porta alla squalifica, quindi non hanno scelta. Ci hai dato un bell’aiuto!

      Naëli ci pensò un attimo. Non aveva visto la situazione da quel punto di vista, ma l’idea era piacevole. Si rallegrò. Per una volta che era utile!

      -Guarda, continuò Joan prendendo la mappa di Sarkoth dalla sua giacca. Questo villaggio deve essere Ciottolo nero, ha l’aria di essere abbastanza importante da trovarci tutto ciò di cui abbiamo bisogno per rifornirci.

      Naëli esaminò la mappa con più attenzione.

      -Il passaggio dalla spiaggia era segnato lì, disse indicando il percorso del tragitto, sul quale si poteva leggere una piccola svolta sul mare che poteva passare inosservata ad un occhio non attento. E’ per questo che i primi hanno accelerato sin dalla partenza e hanno mantenuto quella velocità…

      -Avrebbe potuto benissimo essere un ponte, o una striscia di terra secca, rispose con prontezza il suo amico.

      -Un grande ponte, allora, grugnì lei.

      Lui continuò come se non l’avesse sentita:

      -No,

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