La Figlia Dell’Acqua. Aidan Fox

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La Figlia Dell’Acqua - Aidan Fox

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in due gruppi la classifica, e ho il piacere di annunciarti che saremo nel primo!

      Naëli sorrise con scetticismo.

      -Se l’Oncia di ebano non è dietro di noi…

      -Ma no, ho fiducia in loro. Conoscendo Sayan, sono sicuro che ha avanzato a testa bassa all’inseguimento del gruppo di testa, perché è incapace di domare la sua fierezza personale. Dai, non preoccuparti. Concentrati su quello che compreremo da mangiare! Le disse affettuosamente.

      Lei gli offrì un sorriso divertito e lo spintonò offesa, prima di dirigersi verso la città scherzando.

      La sua relazione con Joan era singolare: si conoscevano da diversi anni ormai, e si apprezzavano enormemente. La personalità del ragazzo, a volte dolce e affettuosa, poteva rivelarsi diabolica ed esplosiva in situazioni di stress, come lo dimostravano le sue conversazioni con i membri della squadra degli Esploratori. Naëli non ne era esclusa, e doveva convivere con questo. Amava ascoltarlo ma spesso doveva rimetterlo in riga. Tuttavia, il suo lato autoritario era peggiorato dalla partenza della Coppa, e lei si preoccupava per il seguito. Joan cercava di portare tutto il peso della corsa sulle proprie spalle, ignorando le richieste degli altri, e lei avrebbe dovuto ricordargli che non era solo, sennò la pressione accumulata avrebbe finito per giocargli un brutto tiro.

      E per giocare un brutto tiro a tutti loro.

      Si ripromise di parlargliene rapidamente.

      La geografia di Sarkoth è unica nei Sette Principati. L’isola gode di un clima perfetto, ben diverso dal calore umido di Kur o dal freddo glaciale di Nirvûn. Tuttavia, il suo terreno accidentato impedisce la coltivazione e l’allevamento intensivo. Il Principato basa quindi il suo sviluppo sugli scambi commerciali, approfittando della sua posizione strategica. Non senza disuguaglianze nella popolazione.

      L’Enciclopedia dei Sette Principati

      Una volta terminate le loro compere nella piccola cittadina che si rivelò essere effettivamente Ciottolo nero, e che non aveva niente di originale a parte i suoi edifici fatti di strani ammassi di piccoli ciottoli grigio scuro, Naëli e Joan si rimisero in viaggio raddoppiando la loro prudenza.

      Affrontarono gli altipiani monotoni come la pianura che avevano attraversato al mattino, senza incontrare anima viva. Qualche cespuglio secco cresceva qua e là, abbandonato in mezzo alla landa rocciosa velata di rosa. L’itinerario della corsa seguiva un fiume ondeggiante che derivava sicuramente il suo nome dai colori irreali che ci si riflettevano: il Turchese. “Uno dei più bei torrenti del paese!”, aveva assicurato loro il venditore dal quale avevano comprato un delizioso filetto di salmone alla griglia. Joan gli aveva risposto che non era lì per ammirare la bellezza, e gli aveva chiesto quali pericoli si nascondessero nel seguito del percorso. L’uomo li aveva messi in guardia dalle montagne crudeli della catena dell’Arco, ma aveva finito raccomandandosi di fare attenzione alla foresta del Sole, senza precisare il perché.

      I due giovani erano quindi in strada da due ore buone verso il misterioso bosco con preoccupazione. Era sicuramente pieno di insidie, e sarebbero dovuti restare attenti.

      Arrivarono al suo limitare sotto la luce tramontante del giorno, e sembrava il luogo dei bagliori scintillanti. L’inizio dell’autunno non toglieva niente alla bellezza dello spettacolo: alle tinte ancora verdi dell’estate si mescolavano i toni arancioni e rossastri della stagione appena iniziata, su un fondo pittoresco tappezzato di foglie gialle.

      Sembrava lo schizzo di un dipinto passionale. Erano stati messi in guardia contro la bellezza del paesaggio? Il pensiero divertì Naëli che ne approfittò al massimo. Le chiazze di luce si dividevano sul terreno, riflettendo il sole come in un incantesimo. Il Lupo di mare passò sotto le fronde degli alberi e si addentrò nella foresta su una larga pista delimitata da ciottoli rotondi.

      L’atmosfera selvatica era rafforzata dagli odori campestri che circondavano i ragazzi, e dal silenzio interrotto da pigolii di uccelli appena usciti dal nido. Naëli si ritrovò a sognare ad occhi aperti, persa nei ricordi.

      Aveva sempre amato le foreste, a cominciare dal piccolo bosco che cresceva sul terreno vicino a casa sua, a Sarmajor. Nella sua infanzia, adorava passeggiarci con sua madre, che non mancava mai di insegnarle a rispettare gli alberi, le pietre e gli animali. Ogni cosa faceva parte di un tutto, secondo lei, e disturbare il loro ritmo minacciava l’equilibrio del mondo.

      Non c’era una vera e propria religione nei Sette Principati. Nel passato, si era sviluppato un credo basato sull’ascolto della natura e dei suoi bisogni, e aveva conquistato numerosi aderenti. Aveva dato inizio a diversi culti legati agli elementi che si disputavano la supremazia mistica, ma l’industrializzazione li aveva spazzati via come pagliuzze.

      Alla fine, era quello che Naëli aveva imparato dalle lezioni di sua madre. Era stata educata al rispetto di queste tradizioni puritane, che non piacevano in realtà più di tanto a suo padre. Oggi, nonostante la tragica scomparsa di sua madre, Naëli era fiera di aver conservato questa sensibilità per gli esseri viventi e le cose della vita in un contesto di noncuranza sempre più grande nei loro confronti.

      La moto fece una sbandata a destra, riportando bruscamente la ragazza alla realtà.

      -Joan! Che succede?

      Il ragazzo scosse la testa vigorosamente.

      -Scusami. Mi sono lasciato distrarre da… da niente.

      Piombò in un silenzio profondo. Se Joan stava sperimentando i suoi stessi pensieri, era inquietante. Propose timidamente:

      -Dovremmo fare una pausa magari. Sarebbe più prudente.

      Era sicura che lui avrebbe rifiutato. Invece, rallentò il Lupo di mare e si fermò. Scesero dalla moto che lui stese sul fianco in mezzo all’erba alta prima di dire:

      -Piccola pausa, allora. Cinque minuti e ripartiamo. Vado…ehm…in bagno.

      Si allontanò nel bosco per soddisfare i suoi bisogni. Naëli pensò che avrebbe fatto bene a fare lo stesso, dato che avevano ancora una lunga strada da percorrere.

      Cercò un piccolo cespuglio dove nascondersi e abbassò la parte bassa del suo abito.

      Come si stava bene, lì. Ci sarebbe rimasta per sempre da quanto era piacevole.

      Ma bisognava ripartire. Si alzò e rifece il cammino al contrario.

      La moto era scomparsa.

      Nessuna traccia del suo passaggio nella boscaglia.

      Naëli aggrottò le sopracciglia, sbalordita.

      -Joan? Chiamò, preoccupata. Joan, dove sei?

      Nessuna risposta.

      Si mise a correre in tutte le direzioni chiamandolo a perdifiato, vinta piano piano dal panico. I cespugli diventavano più densi, e la luce del sole tramontava. Si perse completamente e finì per rendersi conto che sarebbe stata incapace di ritrovare il suo cammino.

      Il suo cammino verso dove, dopotutto?

      Era come se tutto fosse svanito, come se avesse cambiato epoca in mezzo a queste fitte radure. E Joan era sempre invisibile. Si rimise a correre, il fiato corto. La sua tunica s’impigliò nei rami e si strappò mentre i rovi colpivano la sua carne e laceravano

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