La Figlia Dell’Acqua. Aidan Fox

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La Figlia Dell’Acqua - Aidan Fox

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Adorava guardare le stelle, alla ricerca della più brillante di tutte. Ma non la trovava mai.

      Questa notte, la volta celeste era splendida. Stranamente, la nebbia dell’inizio della sera era scomparsa, lasciando il cielo autunnale limpido come l’acqua.

      -Vado a fare un giro al porto, a verificare che vada tutto bene per lo Storione, continuò lui. Vuoi accompagnarmi?

      Naëli rispose di sì e lo seguì lungo la strada lastricata. Niente di meglio di una piccola camminata digestiva per finire la serata.

      Al porto, lo Storione stellato riposava dolcemente sotto il chiaro di luna. Sembrava ancora più bello in questi colori bluastri, che facevano risaltare le placche di metallo attaccate al legno sui suoi fianchi.

      -E’ una nave magnifica, le confidò Yadriel, pieno di ammirazione.

      -Ringrazia l’ingegno di Sayan, replicò la ragazza. Senza la sua immaginazione traboccante e le sue competenze tecniche, non saremmo qui. L’idea di mettere i motori a propulsione sui fianchi è geniale!

      Lui si lasciò scappare una risata divertita e rincarò:

      -Senza parlare della forma dello Storione. Scegliere una chiatta può sembrare una scelta azzardata in una gara così, ma il nostro vascello è più rapido, fende il vento e la schiuma con molta più facilità rispetto alle navi più grandi. Aggiungi a tutto questo la nostra vela maestra in caso di rottura dei motori, e le tue competenze segrete, e ottieni una squadra imbattibile. Non c’è modo di perdere!

      Naëli gli offrì un sorriso luminoso e si allungò sul pontile di attracco, la testa rivolta verso il cielo.

      -Non volevi restare a partecipare alla festa? Chiese al suo compagno.

      -Il mio ruolo in quest’avventura me lo impedisce, lo sai. Sono la vostra guardia del corpo, devo essere sempre all’erta. E noi sameda ci adattiamo alle tradizioni festive degli uomini con difficoltà. Cosa che non ci impedisce di apprezzare la loro compagnia, ovviamente.

      Naëli lo osservò dall’alto in basso. Un profilo umanoide, la stessa altezza, la stessa stazza, ma un viso che non aveva niente di umano. Metà uomini, metà squali, i sameda erano un popolo semi acquatico che viveva sulle rive di una piccola isola non lontana dalla dorsale sud, fuori dai Sette Principati. Yadriel era uno di loro, ma al contrario del suo popolo molto casalingo, era curioso e questo l’aveva spinto ad esplorare i Sette Principati da est ad ovest e da nord a sud. I suoi compagni erano rinomati per le loro competenze marziali fuori dal comune, dato che godevano di un’agilità eccezionale e di armi naturali spaventose, a partire dalla sfilza inquietante di denti retrattili. Yadriel aveva dunque offerto i suoi servizi come mercenario a numerosi esploratori durante i suoi viaggi, cosa che gli permetteva di fare una vita di avventure e di scoperte. Ed era ciò di cui si occupava oggi: proteggere la squadra degli Esploratori. La prova era la lunga asta di legno attaccata alla sua schiena. L’insieme spaventoso di lame che ne occupava l’estremità avrebbe fatto impallidire l’attaccante più accanito.

      Naëli l’aveva incontrato solo qualche settimana prima durante la prima riunione della squadra, ma aveva già sviluppato una grande complicità con il sameda. Adorava ascoltarlo parlare delle sue avventure, con gesti e intonazioni che rendevano il racconto reale come se si stesse svolgendo sotto i suoi occhi. Oltre a raccontare le sue epopee con convinzione e dinamismo, aveva un giudizio chiaro su numerosi argomenti, frutto di esperienze ricche e variate, ed era capace di conversare a lungo sulla natura delle cose, cosa che incantava Naëli.

      D’altro canto, la ragazza sapeva che la sua sensibilità aveva toccato Yadriel, e che era per questo che lui non aveva esitato a lungo prima di confidarsi. Era felice di quell’amicizia nascente.

      Era comunque stata scettica quando Joan le aveva annunciato la composizione della loro squadra, per paura di aver a che fare con un vecchio mercenario burbero e noioso.

      “Dato che hai accettato di partecipare alla Coppa con me, il progetto prende forma, allora ho cominciato a riflettere sulla composizione della nostra squadra” le aveva detto lui dopo averle chiesto di accompagnarlo in questa folle impresa. “Le regole della composizione delle squadre della Coppa sono semplici: cinque partecipanti, di cui uno destinato alla sola navigazione marittima. Penso di utilizzare il Lupo di mare quando sarà finito, ma ci sono solo due posti. Quindi, ci servirà un altro veicolo, e qualcuno che ci capisca di macchine sportive in caso di guasto. Ci serve anche un navigatore che si occupi della nave, e la nave stessa. Ma per quanto riguarda questo, ho già trovato”.

      Qualche giorno dopo, lui le presentava Molly e il suo Storione, che non sapeva dove lo avesse scovato. Non aveva osato chiedere.

      “Lei ci abbandonerà ad ogni tappa terrestre per portare lo Storione stellato al porto successivo. E’ una vecchia partecipante, ha fegato, saprà guidarci”.

      Molly aveva riempito fieramente il petto prima di aggiungere:

      “Conosco una meccanica, dato che se ne parlava ieri. La persona perfetta per completare la vostra squadra. E sapete cosa vi manca? Una guardia del corpo. Un soldato, per la protezione”

      Joan aveva cercato di equilibrare le capacità al meglio costruendo la squadra, e la presenza di una guardia del corpo era apparsa subito come essenziale. Gli attacchi dei pirati o anche degli altri concorrenti in pieno mare, lontano dagli sguardi degli organizzatori, erano troppo numerosi per non preoccuparsi della protezione. Lui e Molly avevano scritto degli annunci, e dopo qualche colloquio infruttuoso, avevano trovato Yadriel. La tensione era subito scomparsa, e qualche giorno dopo, il sameda aveva integrato la squadra.

      A Naëli piaceva molto Yadriel. Lontano dall’essere un guerriero senza fede né legge, si rivelava essere caloroso, dotato di sentimenti profondi e di grande sensibilità.

      Un amico.

      -Non ti manca mai la tua patria, Yadriel? Gli chiese lei, gli occhi perduti nell’immensità del cielo notturno.

      Lui si sedette vicino a lei e sospirò.

      -E’ difficile rispondere a questa domanda.

      Lei lo guardò con aria interrogatoria. Sembrava immerso in una profonda riflessione malinconica.

      -Ovviamente, i miei cari mi mancano. Le mie tradizioni, i miei costumi, il mio modo di vivere sono senza pari. Ma sono avido di esperienze. Che vita è quella di colui che resta a casa senza mai vedere il resto del mondo?

      Naëli si zittì.

      Aveva sempre abitato a Sarmajor. Era la prima volta che lasciava il suo arcipelago natale. Questo pericolo le dava la pelle d’oca, e la eccitava intensamente allo stesso tempo, ma non rimpiangeva di essere rimasta a Sarmajor per tutta la sua infanzia. C’era un tempo per tutto. Oggi, lei era pronta a scoprire il mondo.

      Yadriel notò il suo disagio, e le strinse le spalle in modo confortante.

      -Ovviamente, ho cominciato a viaggiare molto più tardi di te! Nella scala della vita, tu mi superi notevolmente.

      Naëli si riprese.

      -Sai, lasciando Sarmajor, ho deciso che in ogni città in cui mi fossi fermata, avrei testato le nostre specialità per vedere se hanno lo stesso gusto, confidò lei. Ed ecco, prima città, e non ho neanche potuto assaggiare i nostri celebri profiterole, mormorò.

      -Sono sicuro che hanno un gusto sgradevole, disse divertito Yadriel. E secondo

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