Contatto Per La Felicità. Serna Moisés De La Juan

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Contatto Per La Felicità - Serna Moisés De La Juan

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nervosa —. Hai idea di quanto sia tardi? Se non hai intenzione di occuparti del bambino, dimmelo e vedrò come posso lasciarlo a scuola. Sai che devo andare al lavoro e non posso occuparmi di tutto.»

      «Beh, ho fatto un po’ tardi con le mie amiche, tutto qui,» dissi con un tono conciliante.

      «Certo che sei oziosa come sempre, ma una di noi deve lavorare,» mi rimproverò.

      «Ultimamente ho pensato di cercare un lavoro,» dissi pensierosa sapendo che ciò avrebbe potuto risolvere in qualche modo la delicata situazione finanziaria della casa.

      Quel mio commento fece ammutolire mia figlia, perché sperava che mi scusassi o protestassi per le tante faccende che avevo in casa, che alla fine ci facevano litigare per ore.

      Da parte mia le rinfacciai il fatto di essermi sacrificata quando ero giovane, affinché andasse avanti, dandole gli studi che altri non ebbero.

      Da parte sua, mi accusò di essere egoista, ricordandomi che pagava le bollette con il suo lavoro, il che le impediva di frequentare il figlio quanto voleva senza avere la possibilità di pagare qualcuno con chi lasciarlo.

      Ma qualcosa era cambiato nella nostra discussione, lei era rimasta in silenzio, pensosa, e dopo un attimo mi disse,

      «Va bene, non preoccuparti, farò una cosa veloce e troveremo una soluzione. A proposito, dimentica l’idea di lavorare, non hai né l’età né la necessità, finché io sono in questa casa voglio che tu stia tranquilla.»

      Ciò mi sorprese, mi rimproverava sempre di quanto fosse costoso mantenermi con tutte le spese che avevo mensilmente e invece ora sembrava scusarsi.

      «Non preoccuparti, figlia mia, ora mi cambio e poi vado a cucinare, a proposito, dov’è il mio re?» Chiesi, mentre cercavo con lo sguardo mio nipote.

      Mi guardò divertito e si nascose sperando di spaventarmi all’improvviso, ma io lo conoscevo bene e sapevo dove si nascondeva, così mi girai e lo trovai accovacciato dietro una porta e gli dissi,

      «Ti ho trovato.»

      E po’scappò verso sua madre, ridendo. Mi sembrava incredibile, non provavo da molto tempo la sensazione di vivere di nuovo con la mia famiglia. Nonostante d’anni vivessimo nello stesso tetto, non era lo stesso di adesso.

      «Vuoi dell’aglio?» Sentii mia figlia che me lo domandava.

      «Pochissimo, sai che non mi sento molto bene» risposi mentre mi stavo cambiando.

      Quando tornai in sala da pranzo, aveva già servito il cibo e mia figlia mi disse,

      «Sai a cosa stavo pensando? Questo weekend libero, se vuoi possiamo andare io e mio figlio da qualche parte, e ti lasciamo il giorno libero e fare quello che vuoi.»

      «Preferirei passare del tempo con voi, da un po’ che non usciamo come una famiglia da qualche parte, anche solo andare a giocare al parco.»

      Deve essere piaciuto a mia figlia, perché si avvicinò a me e mi diede un delicato bacio sulla testa.

      «Voglio andare a vedere le anatre» disse mio nipote brevemente.

      «Ma devi sapere — gli risposi —. Che le anatre sono molto intelligenti e sanno chi mangia tutto e chi no, vuoi che sappiano che mangi poco?»

      «No, oggi mangerò tutto,» disse con un grande sorriso.

      Era meraviglioso perché per la prima volta dopo tanto tempo, noi tre eravamo seduti a tavola per mangiare, quando normalmente mia figlia mangiava in piedi o prendeva qualcosa da mangiare in uno snack bar e lo faceva mentre andava al lavoro.

      Ma oggi, anche rubando parte del suo tempo prezioso, si era seduta e mio nipote, con il quale doveva sempre lottare per farlo mangiare, mangiava tutto quello che sua madre gli dava e senza nemmeno protestare. Una volta finito di mangiare, andai a lavarmi e mia figlia andò a lavorare.

      Ero già in ritardo, anche se non mi interessava, perché mi era piaciuto molto come la mattina si era conclusa, anche se all’inizio ero piuttosto furiosa, perché quando arrivai mio figlio era solo in casa quando mia madre doveva stare con lui.

      Quando glielo chiesi, mi disse che era venuto con uno dei suoi piccoli amici, un nostro vicino di casa, e che sua madre li aveva portati entrambi; sebbene mi andasse bene, visto che era a casa sua, non mi piaceva molto, perché se qualcuno è responsabile di un compito, deve compierlo, e di più quando si tratta di mio figlio.

      Ma stranamente tutto quel cattivo umore era svanito quando aveva aperto la porta, come se fosse entrata una boccata d’aria fresca e mi aveva fatto dimenticare tutte le mie preoccupazioni.

      Anche se di solito lasciavo mio figlio a fare i compiti, oggi avevo appena avuto il tempo di salutarlo e scappare al lavoro. Per fortuna era vicino a dove vivevo, così dovetti camminare un po’ più velocemente per recuperare il tempo che avevo speso per preparare il pranzo.

      Uscii di casa per andare a lavorare, al supermercato del quartiere, e quando arrivai lì incontrai il direttore che mi disse,

      «Salve, signorina, vedo che oggi è raggiante, sono contento, questo è l’atteggiamento che voglio dai miei dipendenti.»

      Raggiante? Non sapevo molto bene a cosa si riferisse, probabilmente avrebbe voluto che facessi gli straordinari, ed è per questo che mi aveva fatto un tale complimento. Non gli diedi molta importanza, mi misi la divisa da lavoro e iniziai mettendomi alla cassa.

      «Beh, si può dire che è una bella giornata di oggi,» disse un uomo anziano che vedevo ogni giorno comprare la stessa cosa.

      «Sapete, oggi vi consiglio un’offerta che abbiamo, se siete interessato potete aggiungerla alla vostra dieta.»

      «Come sapete che sono a dieta?» Chiese l’uomo sorpreso.

      «Io sono molto attenta, e voi vi tenete piuttosto bene, quindi fate qualcosa.»

      «Oh, grazie, l’avete notato, ma non si tratta solo di cibo, percorro circa otto chilometri ogni giorno, potete crederci alla mia età?»

      «Se me lo permettete, vi consiglio alcuni integratori che contengono ferro. È bene sostituire i sali minerali che si perdono,» risposi con un sorriso.

      «Sapete, sono molto contento che vi state occupando di me, finché verrò mi assicurerò che lo facciate. E in confidenza, se pensate che abbia bisogno di qualcos’altro, non esitate a dirmelo, perché nonostante il detto “Più vecchio è più saggio”, la verità è che la mia testa è troppo piccola e a volte non riesco a vedere tutto.»

      «Perché vi prendete così tanto cura di voi stessi?» Chiesi al quanto stranita.

      «Sapete, l’altro giorno ad una festa ho conosciuto una donna, ma ho avuto paura di chiederle di ballare. Anche lei sembra un po’ riservata, e voglio avere un bell’aspetto per questo venerdì.»

      «Avete un’altra festa?» Chiesi sorpresa.

      «Sì, ogni venerdì alle otto al centro sociale, potete venire se volete, di sicuro vi divertirete.»

      «Grazie mille, ma non ho un partner,» risposi con rammarico.

      «Sarei

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