Ariion XXIII. Charley Brindley

Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Ariion XXIII - Charley Brindley страница 4

Ariion XXIII - Charley Brindley

Скачать книгу

allargò le braccia. “Non ho neppure l’ automobile.”

      “Bene, le do tre settimane di servizi socialmente utili. Inoltre, le suggerisco di trovare un lavoro e un posto dove vivere, oppure lasci New York.”

      “Ma Vostro Onore, sono stato falsamente accusato della rapina alla banca, e ora mi state punendo per non aver fatto nient’altro che stare per strada, facendomi gli affari miei.”

      “Sì, l’accusa probabilmente sarà ritirata, ma se continuerà con la sua arguzia, torneremo all’accusa di rapina, fisserò la cauzione a diecimila dollari, e potrà darsi una calmata in cella per qualche mese, in attesa di un avvocato d’ufficio. Poi potrei, o forse no, far cadere l’accusa. Ora, vuole queste tre settimane facili, o mesi difficili?”

      Cameron aprì la bocca, ma poi la richiuse velocemente e abbassò lo sguardo sul pavimento. Dopo un momento mormorò, “Accetto le tre settimane.”

      “Scelta saggia.” Il giudice sbatté il martelletto un po’ più forte del necessario. “Ora, fuori dalla mia vista.” Scribacchiò la firma sul modulo di Cameron e lo mise da parte. “Avanti il prossimo caso.”

* * * * *

      “Ehi, ragazza. Come ti chiami?” chiese Cameron.

      Si sedettero in un corridoio del seminterrato del tribunale. Erano insieme a una dozzina di altri delinquenti, in attesa dei propri lavori socialmente utili.

      “Ariion.” La ragazza indossava una blusa vermiglia e dei jeans.

      “Ariion. E’ un nome interessante. Da dove viene?”

      “E’ il nome di mia madre.”

      “Allora sei Ariion junior.”

      “Qualcosa del genere. E il tuo nome è?”

      “Cameron Littleheart St. Lawrence.”

      “Wow,” disse la ragazza. “Sembra quasi reale. Com’è venuto in mente ai tuoi genitori?”

      “Non ho i genitori. Le suore dell’orfanatrofio diSt. Lawrencehanno preso ‘Littleheart’ da una strana voglia. Il mio nome viene da suorElizabeth Cameron.”

      Ariion guardò il suo petto, poi le braccia.

      “No,” disse Cameron, facendole l’occhiolino. “Non vedrai la mia voglia. Perché ti hanno preso?” Prese una vecchia rivista di tennis da una sedia di legno vicino a lui e sfogliò le pagine.

      “Ehm…niente.” Ariion osservò le proprie unghie.

      “Niente? Devi essere qui per un motivo.” Cameron si avvicinò, abbassando la voce. “Rapina alla banca?”

      Ariion ridacchiò. “No.”

      “Omicidio? Scommetto che hai ucciso qualcuno.”

      La ragazza alzò lo sguardo verso di lui, i capelli color del miele che le ricadevano su una spalla, e gli occhi color foglia d’autunno. Eraleggermente rossa in viso.

      “No.”

      “Vandalismo?”

      Lei annuì, guardando la mano sinistra che teneva in grembo.

      “Ah, avrai dai dieci ai venti per questo.” Rimise il giornale sulla sedia.

      Sgranò gli occhi. “Davvero? Anni?”

      Cameron si morse le labbra e le fece l’occhiolino. “Nah, scherzavo.”

      “St. Lawrence!” urlò qualcuno dall’altro lato della stanza.

      “Eccomi.” Cameron si alzò.

      “Mettiti in coda per primo,” disse l’ufficiale giudiziario senza alzare lo sguardo dal suo block notes. “Proprio qui.” Indicò il pavimento alla sua sinistra.

      Cameron fece come gli era stato detto.

      “Sanders.”

      “Sì, signore.” Ariion si alzò di scatto.

      Qui, dietro St. Lawrence.”

      Corse al suo posto.

      L’ufficiale chiamò altri cinque nomi. Una giovane donna, due uomini e due ragazzi si misero in coda dietro Ariion. Dopo che l’ufficiale ebbe controllato i nomi sul modulo, li consegnò a un ometto panciuto in uniforme grigia, che li fece salire su un minibus e li portò a Central Park.

      “Voi sarete da soli,” disse l’autista dopo averli allineati sul marciapiede di Central Park. “Il pranzo ci sarà a mezzogiorno preciso. Se non sarete puntuali, dovrete arrangiarvi per conto vostro. Tornerò alle cinque per riportarvi in prigione. Poi, sarete liberi fino alle otto del mattino, quando ricomincerà tutto daccapo.”Guardò ogni persona della fila. “Qualche domanda?”

      “Sì,” disse uno dei due uomini. “Che cosa dobbiamo fare per tutto il giorno?”

      “Raccogliere la spazzatura e metterla nel sacco.” Si diresse al retro del minibus e aprì una piccola portiera. Prese un rotolo di sacchi di plastica, poi tirò fuori parecchi lunghi bastoni che sembravano manici di scopa con dei chiodi all’estremità. “Mi aspetto che tutti questi sacchi alle cinque siano pieni.”

      “Cosa? Non ci sarà nessuno a sorvegliarci?”

      L’uomo panciuto lo fissò per un attimo. “Sorvegliarvi mentre raccogliete la spazzatura? Non è esattamente un piacere.”

      “Fico,” disse l’uomo al suo amico. “Uno zuccherino.”

      “Già.” L’autista porse loro i sacchi di plastica. “Prendetene un po’.”

      Cameron lasciò gli altri e si diresse verso un argine erboso vicino al lago, dove usò il bastone per arpionare una lattina di Coca e l’involucro di un preservativo.

      Capitolo Due

      Cameron percorse il sentiero che portava al Central Park Zoo. Quando sentì qualcuno chiamarlo per nome, si fermò e si voltò.

      “Posso camminare con te?” chiese Ariion. “Le alter persone sono spaventose.”

      “Spaventose?” Si guardò. “Non pensi che io sia spaventoso?”

      “Tu non sputi, non fai commenti stupidi e non ti gratti.”

      “Bè, va bene. Vieni, andiamo verso lo zoo. Ci sono sempre Ci sono sempre buone scelte di fronte al cancello principale.”

      “Buone scelte?” chiese la ragazza. “Per la spazzatura, intendi?”

      “Uhm, sì certo, per la spazzatura.”

      Passarono due ore a camminare per lo zoo, a raccogliere la spazzatura e a guardare gli animali.

      All’altezza della gabbia delle scimmie, Ariion lasciò cadere due monetine in un distributore di cibo per animali e ricevette in cambio un sacchetto di noccioline.

      “Non una brutta vita.” Gettò una nocciolina a un piccolo di scimmia. “Si limitano a pregare per il cibo e dormono in una bella gabbia

Скачать книгу